Conti pubblici: la più grande truffa del secolo è già costata mille miliardi di euro

C. G.

07/05/2019

La più grande frode del secolo ai danni dei conti pubblici italiani ed europei: in 8 anni sono scomparsi €1.260 miliardi di IVA

Conti pubblici: la più grande truffa del secolo è già costata mille miliardi di euro

Una truffa da più di mille miliardi di euro sta travolgendo i conti pubblici dell’Unione europea.

Gran parte di quei fondi destinati alle casse dei 28 Stati membri sotto forma di IVA sono letteralmente scomparsi.

Al centro del dibattito più di 1.260 miliardi di euro di cui si sono perse le tracce tra il 2009 e il 2016. Cifre esorbitanti mai più rintracciate (se non in minima parte) che hanno alzato il velo sul fenomeno delle frodi carosello, truffe attraverso le quali sottrarre ingenti quantità di denaro dai conti pubblici dell’Ue e della stessa Italia.

Conti pubblici: cosa sono e come funzionano le frodi carosello

Con il termine frodi carosello ci si riferisce a meccanismi fraudolenti dell’IVA attraverso i quali vengono poste in essere delle operazioni fittizie tramite ricorso a società di comodo (le cartiere).

Più nel dettaglio, il meccanismo mira ad aggirare la normativa IVA sugli acquisti detraendo (con operazioni fittizie) crediti d’imposta inesistenti, ovvero tasse mai pagate. Un esempio potrebbe aiutare a chiarire questa particolare tipologia di truffe.

Azienda A (con sede in uno Stato Ue) vende un bene ad azienda effimera B (con sede in un altro Stato Ue). Dato che le due società appartengono a due Paesi europei diversi, sono esentate dal pagamento dell’IVA. Il prezzo dell’operazione è X.

Azienda B rivende il bene ad azienda C con sede nello stesso Paese di B. In questo caso le due sono tenute a pagare l’imposta perché risiedono nello stesso Stato. Il prezzo che C deve pagare è dunque di X+IVA.

A questo punto B sparisce dalla circolazione senza versare IVA allo Stato. C rivende ad A il bene in questione ancora una volta senza pagare imposta (dato che sono situate in due Paesi dell’Ue diversi).

C riceve dal suo Stato il rimborso dell’IVA pagata a B, un’imposta che però B non ha mai versato. Il denaro restituito viene prelevato dalle casse pubbliche. In altre parole sono soldi dei contribuenti.

Quanto costano queste truffe

Queste pratiche costano ogni anno ai contribuenti europei ben 50 miliardi di euro. Guardando al quadro generale, i dati sono ancor più preoccupanti. In meno di 10 anni, più nello specifico tra il 2009 e il 2016, le truffe ai danni dei conti pubblici Ue hanno fatto sparire 1.260 miliardi di euro.

Volendo restringere l’analisi, in Italia dal 2011 al 2016 si sono dissolti 213,8 miliardi di euro. Solo nel 2016, invece, i soldi mancanti in Ue sono stati 147,1 miliardi e nel Belpaese 34,8 miliardi.

Sul tema una recente indagine riportata da Il Sole 24 Ore, che ha fatto notare come le truffe sull’IVA siano oggi sempre più facili grazie alla continua creazione delle citate cartiere, società fantasma, aperte e chiuse velocemente per sfuggire ai pagamenti d’imposta e sottrarre denaro ai conti pubblici.

Stando ai dati del quotidiano economico (comunicati dalla Guardia di Finanza) da gennaio 2017 a maggio 2018 sono state create ben 3.188 aziende fantasma (almeno queste sono quelle scoperte); circa una cartiera ogni 4 ore.

Le conseguenze sui cittadini

Ovviamente, a risentire negativamente di queste truffe sono come sempre i cittadini. Stando ai dati emersi dall’analisi, le frodi sull’IVA costano a ogni abitante dell’Unione europea circa 292 euro l’anno.

In Italia il dato è ancora più significativo e trova ragion d’essere nell’elevato grado di evasione fiscale del Paese che continua a pesare sui conti pubblici. Da noi, a conti fatti, è come se a ogni cittadino venissero sottratti 576 euro ogni anno. Il 197% in più della media europea.

Argomenti

# IVA
# Truffa

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