Come riconoscere un e-commerce sicuro e affidabile

Alessandro Nuzzo

27 Giugno 2025 - 20:03

Il mondo del commercio online spopola ma le insidie sono sempre dietro l’angolo. Ecco come capire se un e-commerce è sicuro e affidabile.

Come riconoscere un e-commerce sicuro e affidabile

Gli italiani acquistano sempre più online. A decretarlo sono i numeri in crescita costante fin dall’anno della pandemia. Nel periodo più buio, costretti a casa e impossibilitati a uscire, milioni di italiani hanno scoperto e iniziato a utilizzare con frequenza il mondo degli e-commerce, spesso per la prima volta.

Nel 2024 hanno effettuato acquisti online per un totale di 58,8 miliardi di euro, registrando un +6% rispetto al 2023. Crescono con tassi positivi, in linea con l’andamento medio del mercato, i settori dell’Informatica e dell’Elettronica di consumo (+5%), dell’Abbigliamento (+5%) e dell’Auto e Ricambi (+4%).

Il commercio online, insieme alla pubblicità sui social, ha dato nuova linfa vitale a migliaia di attività che hanno trasferito i propri business sul web, allontanandosi sempre di più dal negozio fisico tradizionale. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia: il web, oltre alle grandi opportunità, nasconde anche numerose insidie e potenziali pericoli per i consumatori.

Accanto a e-commerce sicuri e legali spuntano come funghi tantissimi negozi fittizi dove la truffa è dietro l’angolo. Conoscere le buone pratiche di verifica è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese. Ecco alcuni consigli utili per distinguere un e-commerce affidabile da uno potenzialmente fraudolento.

Come capire se un e-commerce è sicuro e affidabile: consigli utili

La prima cosa da fare per valutare l’affidabilità di un e-commerce è osservare con attenzione la sua pagina di destinazione. Se il sito è invaso da pubblicità aggressive, pop-up invasivi o richiede la registrazione immediata solo per visualizzare i contenuti, è un segnale poco rassicurante. Un e-commerce serio offre un’interfaccia pulita, veloce e orientata a garantire una buona esperienza utente.

Anche la qualità dei testi pubblicati è un indicatore importante. La presenza di errori grammaticali o di frasi mal tradotte, spesso generate tramite strumenti automatici come Google Translate, deve far sorgere dei dubbi. I siti truffaldini raramente investono in traduzioni accurate e propongono spesso contenuti scritti in un italiano approssimativo o incoerente.

Un altro elemento da verificare è il protocollo di sicurezza utilizzato dal sito. Un e-commerce affidabile deve utilizzare il protocollo HTTPS, che garantisce la crittografia e la protezione dei dati scambiati. Questo è facilmente riconoscibile grazie al lucchetto visibile accanto all’indirizzo web nella barra del browser.

Tuttavia, la presenza del lucchetto da sola non è sufficiente per certificare la sicurezza del sito: oggi anche molti portali truffaldini utilizzano il protocollo HTTPS. È quindi fondamentale valutare il sito nel suo complesso, prestando attenzione ad altri elementi come la trasparenza dei contatti e l’affidabilità delle recensioni.

Per questo motivo, una buona abitudine è effettuare una ricerca su Google sul sito in questione e leggere con attenzione le recensioni degli altri utenti: spesso è il metodo più semplice ed efficace per capire se un e-commerce è affidabile oppure no.

Un ulteriore strumento utile è Scamadviser, un servizio gratuito che raccoglie segnalazioni e valutazioni su siti sospetti, offrendo un’indicazione immediata sul livello di rischio. Consultarlo può aiutare ad evitare brutte sorprese e a identificare tempestivamente potenziali truffe online prima di concludere un acquisto.

Bisogna inoltre controllare con attenzione le pagine di destinazione. Se, cliccando su un link, si viene reindirizzati a un sito con un indirizzo web completamente diverso, è un chiaro segnale di allarme. Un e-commerce legittimo è tenuto per legge a rispettare specifici requisiti di trasparenza e sicurezza, e deve presentare informazioni aziendali visibili.

Questi dati devono essere inseriti sul sito per legge

La normativa stabilisce chiaramente quali informazioni un e-commerce deve pubblicare per essere considerato regolare. Il primo dato obbligatorio è la Partita IVA, che deve essere indicata in modo visibile, solitamente nella home page o nel footer (la parte inferiore del sito), insieme alla denominazione sociale dell’azienda.

È sempre consigliabile cercare questi dati e verificarne la validità tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, così da accertarsi che siano corretti, esistenti e regolarmente registrati.

Un altro segnale di affidabilità è la presenza di contatti chiari e facilmente reperibili, come un numero di telefono attivo, un indirizzo e-mail funzionante e, possibilmente, un indirizzo fisico dell’azienda. Un e-commerce serio mette sempre a disposizione una pagina contatti completa, con tutti i riferimenti utili per raggiungere il servizio clienti in caso di necessità. Al contrario, un sito che non fornisce informazioni aziendali dettagliate o non offre canali di contatto trasparenti dovrebbe destare sospetto e far riflettere sull’affidabilità del venditore.

E-commerce accessibili: cambia la normativa europea

A partire dal 28 giugno 2025 entrerà in vigore l’European Accessibility Act (EAA), la nuova norma europea che armonizza le diverse leggi sull’accessibilità esistenti nei paesi membri dell’UE.

Molti negozi online dovranno adeguarsi ai requisiti stabiliti dalla normativa. Gli occhi saranno puntati soprattutto sul rispetto dell’accessibilità per tutte le persone, comprese quelle con disabilità. I siti web e le applicazioni che offrono beni o servizi ai consumatori e che rientrano nell’ambito dell’European Accessibility Act dovranno rispettare specifici standard tecnici verificabili. Per i siti web si fa riferimento alle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) sviluppate dal consorzio internazionale W3C. Questi standard si basano su quattro principi fondamentali:

  • Percepibile: i contenuti devono essere accessibili anche a persone con disabilità sensoriali. È necessario, ad esempio, garantire un contrasto sufficiente tra testo e sfondo per permettere la lettura anche a chi soffre di daltonismo o disturbi visivi;
  • Operabile: il sito deve essere facilmente utilizzabile da tutti, comprese le persone con disabilità motorie o cognitive. Questo significa, ad esempio, poter navigare tramite tastiera, compilare moduli o completare acquisti senza ostacoli;
  • Comprensibile: le informazioni e le funzionalità devono essere presentate in modo chiaro, semplice e strutturato per risultare comprensibili anche a utenti con difficoltà cognitive o di apprendimento;
  • Robusto: il sito deve essere compatibile con diversi browser, dispositivi e tecnologie, garantendo l’accessibilità nel tempo anche in presenza di aggiornamenti tecnologici.

Al momento, sono esclusi dall’obbligo di rispettare queste norme le microimprese, ovvero le aziende con un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro e meno di dieci dipendenti, quando offrono servizi online.

Tuttavia, anche per queste realtà è fortemente consigliato iniziare fin da subito a prestare attenzione al tema dell’accessibilità. Offrire un’esperienza accessibile significa infatti raggiungere un pubblico più ampio, mantenere la competitività sul mercato e contribuire a promuovere una cultura digitale più inclusiva e responsabile.

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