Come funziona il braccialetto elettronico?

Ilena D’Errico

10 Dicembre 2024 - 00:43

Come (non) funzionano i braccialetti elettronici e che contributo danno alla lotta contro le violenze di genere.

Come funziona il braccialetto elettronico?

In Italia la discussione sui braccialetti elettronici non è mai ferma, tanto più quando la cronaca riporta di aggressioni avvenute nonostante la loro applicazione. Ci sono diversi problemi che interessano i braccialetti elettronici e la loro funzionalità nel controllo dei reati, come purtroppo viene ricordato troppo spesso da eventi tragici. A una situazione di per sé complessa si aggiunge la mancanza di informazioni sul funzionamento del braccialetto elettronico dal punto di vista legale.

Quando viene applicato, per esempio, ma anche cosa succede in caso di violazione dei limiti o malfunzionamento, sono tutti elementi su cui c’è tanta confusione. Si tratta di uno strumento con notevoli potenzialità nel controllo della sicurezza, che però necessita evidentemente di alcuni correttivi e che non può in ogni caso rappresentare l’unico elemento di tutela e controllo.

Nel frattempo, soprattutto riguardo alla violenza sulle donne e ai femminicidi, aumenta la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e dell’ordinamento in generale. I sentimenti condivisibili di sconforto e timore, tuttavia, non dovrebbero far trarre conclusioni affrettate e presunzioni di responsabilità.

Che ci siano delle lacune di qualche genere è evidente, ma d’altra parte il problema della violenza contro le donne ha molte sfaccettature differenti. In generale, inoltre, la repressione dei reati non è un obiettivo raggiungibile soltanto con la risposta penale, tanto punitiva quanto rieducativa. Al di là delle innegabili falle nell’uso dei braccialetti elettronici, mancano ad oggi interventi di prevenzione più strutturali, non del tutto compensabili da risposte di altro tipo.

Quando viene applicato il braccialetto elettronico

I braccialetti elettronici esistono nell’ordinamento italiano da svariati anni, ma soltanto nel 2019 sono stati implementati con un sensore Gps, venendo applicati quindi anche ai casi di Codice rosso. Prima di questo momento, si basavano sulla radiofrequenza, limitati quindi al rispetto degli arresti domiciliari. In quest’ultimo caso, l’obbligo di braccialetto elettronico viene determinato dal giudice a seconda delle esigenze cautelari (e della disponibilità di apparecchi da parte della Polizia giudiziaria).

Nei casi di stalking e violenza di genere (che comprende i maltrattamenti, la violenza domestica, gli abusi e le violenze) il braccialetto elettronico può invece essere imposto per verificare il rispetto del divieto di avvicinamento alla vittima o dell’allontanamento dalla casa familiare. Serve in ogni caso il consenso dell’indagato, di norma fornito per evitare che il rafforzamento della misura imponga la custodia cautelare in carcere.

Per quanto riguarda il divieto di avvicinamento, la persona offesa dovrà acconsentire a usare un altro apparecchio con Gps, da cui peraltro potrà inviare un SOS in caso di bisogno. Quest’ultimo è un punto decisamente critico, in quanto potrebbe non riuscire a dare l’allarme per tempo, ma anche essere convinta o costretta a disattivare l’apparecchio.

Nel caso degli arresti domiciliari, invece, l’evasione è almeno teoricamente più controllabile. L’improvvisa interruzione del segnale deve inoltre essere tempestivamente approfondita dalle forze dell’ordine, in quanto possibile indice di evasione o manomissione della cavigliera. Il costo dei braccialetti, l’esiguo numero a disposizione e il sovraffollamento delle carceri sono tutti elementi che non aiutano di certo a trarre beneficio dall’utilizzo di questi dispositivi.

Da questo punto di vista ci sono problemi idealisticamente risolvibili, come il necessario aumento dell’organico del personale di Polizia e Carabinieri e lo stanziamento di risorse per i braccialetti elettronici, piuttosto onerosi. I limiti temporali di azione delle forze dell’ordine non possono tuttavia essere azzerati completamente e anche pochi istanti possono fare la differenza.

In altre parole, il braccialetto elettronico è uno strumento - da perfezionare - ma non una soluzione. A oggi ciò che preoccupa maggiormente sono i frequenti casi di malfunzionamento, quando il braccialetto non emette il segnale oppure la centralina non riesce a riceverlo.

Errori su cui sono necessarie risposte tecniche e auspicabilmente delle migliorie, quanto meno per rafforzare il potere di deterrenza di questi strumenti. Gli apparecchi potrebbero così diventare validi alleati per le forze dell’ordine, ma non è realistico pensare che possano farsi interamente carico della tutela delle vittime né della prevenzione dei crimini.

Iscriviti a Money.it