Coca Cola, scoperti dettagli allarmanti. Ecco cosa c’è da sapere

Alessandro Nuzzo

21 Maggio 2025 - 21:27

La multinazionale sta subendo diverse critiche e anche quest’anno è stata nominata azienda più inquinante al mondo per la plastica.

Coca Cola, scoperti dettagli allarmanti. Ecco cosa c’è da sapere

Tempi difficili per Coca-Cola, la multinazionale del beverage che, anche quest’anno, è finita nel mirino per il suo enorme contributo all’inquinamento globale. Un nuovo report di Oceana, organizzazione no profit impegnata nella conservazione degli ecosistemi marini, pubblicato lo scorso marzo, ha piazzato nuovamente Coca-Cola al primo posto tra le aziende più inquinanti in plastica al mondo. È il sesto anno consecutivo che l’azienda guida questa poco invidiabile classifica. Seguono PepsiCo, Danone, Nestlé e Altria.

Coca-Cola vende ogni anno oltre 100 miliardi di bottiglie di plastica monouso, molte delle quali finiscono in discarica o, peggio, in mare. Secondo le stime di Oceana, entro il 2030 i prodotti dell’azienda contribuiranno a riversare circa 602 milioni di chilogrammi di rifiuti plastici negli oceani e nei corsi d’acqua di tutto il mondo.

Per rendere l’idea: una quantità sufficiente a sfamare 18 milioni di balene. Oppure, in termini più vicini all’esperienza quotidiana, l’equivalente di 220 miliardi di bottigliette da mezzo litro.

L’impatto devastante che hanno su ambiente e salute

I rifiuti plastici hanno un impatto diretto sull’ambiente e sulla salute. Per i pesci rappresentano una minaccia mortale: spesso scambiano la plastica per cibo e la ingeriscono. Gli uccelli, invece, usano frammenti di plastica per costruire i nidi, esponendo i piccoli a sostanze chimiche nocive.

Per l’uomo, il pericolo maggiore arriva dalle microplastiche, minuscole particelle che entrano nella catena alimentare e nell’acqua potabile. Sono state trovate nel sangue umano, nei polmoni e persino nella placenta.

Il problema è anche climatico: la plastica deriva dalla combustione di combustibili fossili. Ogni fase del suo ciclo di vita, dalla produzione al trasporto, contribuisce ad aumentare l’impronta di carbonio di ogni singola bevanda.

Ma cosa sta facendo Coca-Cola per affrontare il problema? Da anni l’azienda annuncia iniziative. Nel 2022 si era impegnata a introdurre imballaggi riutilizzabili, con l’obiettivo di raggiungere il 25% sull’intera produzione entro il 2030. Tuttavia, secondo il report di sostenibilità pubblicato nel 2024, quell’impegno è già sparito dai radar. Nel frattempo, la multinazionale continua a puntare sulla narrazione dei materiali riciclati, una strategia che, secondo Oceana, rischia di essere non solo insufficiente, ma addirittura controproducente.

L’azienda promette di raccogliere e riciclare l’equivalente di ogni bottiglia venduta entro il 2030, e ha introdotto in alcuni mercati i tappi attaccati alle bottiglie, per ridurre la dispersione. In Europa, però, non è stata una scelta volontaria: lo ha imposto l’Unione Europea.

Per questo, diverse associazioni ambientaliste stanno facendo pressione su Coca-Cola affinché si assuma la piena responsabilità dei suoi rifiuti plastici. E sempre più consumatori, attenti all’impatto ambientale dei propri acquisti, stanno iniziando a boicottare l’azienda.

Cosa possiamo fare noi? Un primo passo concreto è evitare le bottiglie di plastica, scegliendo alternative come lattine in alluminio o bottiglie in vetro. Si tratta di materiali con un ciclo di riciclo più efficiente e sostenibile rispetto alla plastica.

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