Gli stabilimenti balneari devono ancora rispettare le regole sul distanziamento degli ombrelloni, valide anche per le spiagge libere.
Il distanziamento tra gli ombrelloni sembra un vecchio ricordo. La pandemia si è conclusa definitivamente da tempo e tutte le regole di contenimento dei disagi sono gradualmente venute meno. Nel 2025 non ci sono più disposizioni legate al Covid, per quanto il virus abbia lasciato degli strascichi nella vita quotidiana di tutti e influenzato molti regolamenti. Questo però non significa che l’estate 2025 sia priva di regole da seguire. Non ci sono più problemi di tipo sanitario come durante l’emergenza, ma restano distanze minime tra gli ombrelloni e altre misure di sicurezza in spiaggia del tutto indipendenti da quelle pandemiche. Gli stabilimenti balneari devono rispettare precise regole per salvaguardare i bagnanti, indicazioni che dovrebbero essere seguite anche nelle spiagge libere, a tutela del benessere e dell’incolumità di tutti. Ovviamente, non si temono più i rischi dei contagi, per quanto un corretto distanziamento aiuti anche dal punto di vista sanitario, ma ci sono generiche precauzioni di sicurezza da rispettare. Ecco cosa c’è da sapere.
Le regole in spiaggia, distanze e divieti
Superata la pandemia di Covid19, non ci sono più norme univoche a livello nazionale che regolano le distanze minime tra gli ombrelloni e altre questioni legate alle spiagge durante l’affollamento estivo. È ovviamente una grande conquista, un pieno ritorno alla serenità e alla libertà che hanno preceduto l’emergenza sanitaria e che tornano a diventare la normalità delle estati italiane. Come anticipato, tuttavia, questo non significa che assembrarsi in piccole porzioni di spiaggia sia sicuro o salutare. Anzi, rende difficile verificare il rispetto delle regole, evitare gli incidenti e in generale garantire a tutti i presenti un momento di svago e riposo.
Semplicemente, le regole cambiano a seconda del posto. Ci sono disposizioni valide a livello regionale, a propria volta integrate dalle ordinanze comunali. Queste ultime, in particolare, possono prevedere norme piuttosto specifiche riguardo all’utilizzo delle spiagge. Le materie da regolamentare sono numerose, perché si va dall’inquinamento al fumo, passando per animali domestici, musica e orari. Sono sempre i Comuni, inoltre, a indicare agli stabilimenti balneari le linee guida da rispettare per la gestione ottimale del bene collettivo, nel rispetto degli interessi di tutti i cittadini.
A che distanza devono stare gli ombrelloni
Come premesso, non esiste una regola unica valida in tutte le spiagge italiane. Ogni Regione e per di più ogni singolo Comune può prevedere le proprie misure, a seconda delle esigenze del territorio, dell’afflusso turistico, delle problematiche riscontrate nelle stagioni passate, delle iniziative organizzate e in generale di tutte le circostanze rilevanti. Per esempio, è emblematica la presa di posizione del Comune di Rimini, che ha anticipato la stagione balneare per l’estate 2025 ma imposto un rigido protocollo da seguire. L’ordinanza comunale ha adottato un approccio severo anche riguardo alle distanze tra ombrelloni, imponendo un minimo di 15 metri quadrati per ombrellone, mentre la normativa regionale ne chiede almeno 12.
La Regione Liguria, invece, non pare aver introdotto novità, chiedendo una distanza minima tra i paletti degli ombrelloni di almeno 2,5 metri tra le file e non meno di 2 metri nella stessa fila. Le ordinanze comunali potrebbero però prevedere disposizioni differenti.
Per conoscere le regole e verificarne il rispetto è dunque fondamentale consultare la normativa locale di riferimento. In generale, per ogni ombrellone dovrebbero essere garantiti almeno 10 metri quadrati. Le distanze vengono calcolate di conseguenza, a seconda del numero di ombrelloni e dello spazio a disposizione. Gli stabilimenti balneari sono tenuti a rispettare queste e altre regole di sicurezza imposte dagli enti locali, in base agli aggiornamenti dei regolamenti per ogni stagione balneare.
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