Carri armati, l’Italia ne ha pochi: ecco il piano per colmare la lacuna

Alessandro Nuzzo

14 Marzo 2023 - 08:32

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La Difesa italiana starebbe pensando ad una soluzione per raggiungere il fabbisogno attuale di carri armati previsti.

Carri armati, l’Italia ne ha pochi: ecco il piano per colmare la lacuna

Il conflitto in Ucraina ha riportato l’attenzione degli Stati europei sulla necessità di dotarsi di equipaggiamenti militari e veicoli da combattimento adeguati in grado di rispondere ad eventuali attacchi terrestri. Prima dello scoppio della guerra non c’era nessun piano preciso di aggiornamento degli attuali veicoli di fanteria come ad esempio i carri armati.

Anche in Italia sta crescendo la preoccupazione dell’obsolescenza dei carri armati Ariete e dei veicoli da combattimento Dardo. Nei giorni scorsi se n’è parlato davanti alla commissione parlamentare per la difesa e il Segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, ha riferito che si sta studiando soluzioni per colmare le lacune, considerato che nel nostro paese non viene aggiornata la flotta dei veicoli da combattimento dagli anni 80. Vediamo qual è la soluzione al vaglio.

La Difesa italiana potrebbe noleggiare carri armati

Al momento il piano della Difesa italiana prevede un fabbisogno di 250 carri armati, 125 potrebbero essere mezzi Ariete aggiornati mentre i restanti 125 potrebbero essere noleggiati dai paesi alleati. Sembrerebbe proprio questa la soluzione più gradita, ovvero noleggiare in leasing i carri armati Leopard da altri paesi anziché acquistarli. I veicoli Ariete e Dardo che fanno parte della fanteria italiana sono stati introdotti negli anni 80 e per questo si avviano verso un percorso di obsolescenza che andrebbe colmato con urgenza.

La produzione di carri armati di nuova generazione potrebbe avvenire anche con l’aiuto dell’industria italiana. Portolano in commissione ha citato il Main Ground Combat System lanciato nel 2012 da Francia e Germania e destinato a essere sviluppato dall’azienda tedesca Rheinmetall e da Knds, una joint venture tra la tedesca Kmw e la francese Nexter. Si tratta di un piano che prevede un carro armato principale comune a tutte le nazioni europee. L’Italia si è già detta favorevole a svilupparlo nel nostro paese mettendo a disposizione le aziende tecnologiche più all’avanguardia.

Proprio la Rheinmetall si è dichiarata disponibile a produrre i nuovi veicoli da combattimento in Italia qualora la nostra nazione dovesse decidere di acquistare i Lynx per sostituire gli attuali Dardo. Per questo ha già fatto una proposta d’acquisto di una quota di minoranza del produttore italiano Oto Melara.

La Oto Melara produce torrette per veicoli da combattimento e cannoni navali che sono stati acquistati dalle marine militari di tutto il mondo. È controllata dal gruppo Leonardo che ha già espresso il desiderio di vendere una parte o totalmente l’azienda perché ritenuta non in linea con gli obiettivi aziendali che si sono spostati ora più sulla produzione di componenti elettronici, elicotteri, aerei e tecnologie informatiche. È valutata tra i 500 e i 600 milioni di euro ma il suo valore è destinato ad aumentare se la Rheinmetall decidesse effettivamente di produrre i proprio veicoli in Italia per accontentare la commessa in arrivo dalla Difesa italiana. L’azienda tedesca gestisce già sei stabilimenti in Italia impiegando 2.500 persone.

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