Calcio: Bitcoin sotto 20.000 dollari miete vittime eccellenti

Bitcoin sotto il baluardo dei 20.000 dollari fa tremare anche il mondo del calcio. Tante le star che negli ultimi anni hanno ceduto al fascino delle criptovalute, investendo o accettando di essere pagati, in tutto o in parte, in Bitcoin.

Un interesse maturato soprattutto nel grembo della Premier League, dove sono nate partnership e sponsorizzazioni tra gli exchange di criptovalute e squadre di primissimo livello, e promosso da giocatori di spicco come Lionel Messi e Ronaldo, diventati ambassador di società del settore.

Calcio e criptovalute

Duplice la convenienza economica di questo legame: da un lato per gli exchange interessati a far conoscere i propri prodotti su larga scala, dall’altro per le società calcistiche a caccia di finanziamenti provenienti dagli sponsor. Un sinallagma che ha funzionato molto bene in un contesto di forte crescita ma che rischia di implodere nel nuovo inverno delle criptovalute.

A rischio non sono dunque solo gli stipendi dei calciatori, ma anche un intero sistema che ha fatto «all-in» sulla blockchain e sulle criptovalute.

Calciatori pagati in criptovalute

Tra i contratti d’oro pagati per una buona parte in criptovalute spicca quello di Lionel Messi, acquistato dalla francese Paris Saint-Germain, di proprietà del Qatar, per oltre 30 milioni di euro più bonus. Non si parla di Bitcoin, ma della criptovaluta “$PSG Fan Tokens” che ha avuto un exploit nel 2021, passando da un valore unitario di 5 euro al record di 46 euro. Se Messi non avesse monetizzato i token all’apice, si ritroverebbe ora a un capitale solo di poco superiore a quello iniziale, con il valore della criptovaluta scesa negli ultimi mesi a 6 euro circa.

Probabile però che il fuoriclasse non si curi della volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute: secondo la classifica di Forbes, è lui il giocatore più pagato al mondo con entrate per 130 milioni di dollari nel 2021.

Sorte analoga per Cristiano Ronaldo, al terzo posto del podio con 115 milioni di dollari in emolumenti. Durante le stagioni alla Juventus, tra il 2018 e il 2021, Ronaldo ha incassato Fan Token legati alle sue performance in campo.

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Luis Suarez ha invece sfruttato la sua popolarità per invitare i suoi 43 milioni di follower a iscriversi alla piattaforma di scommesse sportive Sport Alpha, che utilizza Ethereum per partecipare ai pronostici sportivi. Alla fine del 2021 la stella dell’Atletico Madrid ha poi lanciato una collezione di 30.000 NFT, venduti in meno di 72 ore a prezzi che partivano da 50 dollari l’uno.

La definizione di NFT e criptovalute data da Bill Gates - «un mercato basato sulla stupidità delle persone» - non sembra tanto riferirsi a questi investitori, quanto invece al «popolo bue» influenzato dal mondo del calcio per entrare in un mercato complesso e altamente rischioso.

Cosa sono i Fan Token

I Fan Token nascono dall’esigenza di allargare l’esperienza dei tifosi che possono influenzare dal basso le decisioni che riguardano la squadra del cuore, guidando le scelte dei dirigenti sportivi. Oltre a questo possono ottenere premi digitali (NFT o esperienze digitali) e merchandising.

Il volume d’affari dei Fan Token vale miliardi di dollari. Primo in classifica è quello promosso dal PSG, che nel momento in cui si scrive ha una capitalizzazione pari a 18,7 milioni di euro.

Tra i Fan Token italiani, il primo per market cup è quello della Juventus, con una capitalizzazione di 4,6 milioni di dollari e il cui valore è passato da circa 2 dollari agli attuali 3,50 dollari (con un massimo oltre i 26 dollari nel maggio 2021.

Il Fan Token FootballStars è invece stato travolto dal crollo delle criptovalute. Dopo essere stata promossa dai giocatori dell’Inter e della nazionale croata, la criptovaluta ha perso il 98% del suo valore. Il centrocampista Marcelo Brozovic è tra i “cryptocurrency evangelist” che ha incoraggiato i fan a unirsi a un gruppo di Telegram dedicato e a investire. Il sito di FootballStars è ora scomparso dal web lasciando i tifosi infuriati e con un pugno di mosche.