Il MEF pubblica il rapporto sui BTP Green del 2025. Focus sugli interventi finanziati con i miliardi raccolti e agli investitori a cui il Titolo di Stato fa gola.
Il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha pubblicato il “Rapporto di Allocazione e Impatto BTP Green 2025”, ovvero una analisi sulle misure che sono state finanziate con la raccolta ottenuta dal Tesoro attraverso le emissioni dei BTP Green lanciate nel 2024.
Il rapporto ha presentato anche il profilo degli investitori che hanno fatto incetta di questa categoria di Titoli di Stato Italiani.
Intanto, i numeri: grazie alle emissioni del BTP Green tenutesi nel 2024, il governo ha potuto lanciare interventi green per un valore complessivo di 11,6 miliardi di euro, adottando misure tali da ridurre le emissioni di CO2 per quasi 40 milioni di tonnellate.
“Da un punto di vista socio-economico, gli interventi finanziati producono effetti in termini di prodotto interno lordo quantificabili in circa 17 miliardi di euro, corrispondenti a circa lo 0,8% del PIL italiano del 2024. Tale incremento della produzione dà luogo, inoltre, ad importanti effetti sulla domanda di lavoro, con una ricaduta occupazionale quantificabile in circa 262 mila posizioni di lavoro (ULA)”.
Le categorie finanziate con le emissioni dei BTP Green
Le categorie che sono state interessate dagli interventi finanziati con le emissioni di BTP Green sono state le seguenti: 1) realizzazione di progetti per l’efficienza energetica; 2) ammodernamento sostenibile nel settore trasporti, azioni a tutela dell’ambiente e della diversità biologica; 3) interventi di prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare; 4) la ricerca in materia di sostenibilità ambientale; 5) la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili.
Il settore in cui sono stati realizzati più interventi è stato quello, ha precisato il MEF, dei “trasporti”, che ha inciso sul totale per il 40,5% del totale, finanziato da circa 4,7 miliardi di euro:
“Le risorse sono state destinate principalmente al potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, attraverso interventi di manutenzione, l’elettrificazione di tratte ferroviarie esistenti e la costruzione di nuove tratte di AV/AC. A questi si aggiungono investimenti per la promozione di altri mezzi di trasporto pubblico sostenibili e la realizzazione di metropolitane”.
Una quota pari al 34,9% dei miliardi raccolti con le emissioni da parte del Tesoro dei BTP Green, per un valore di circa 4,1 miliardi, è stata destinata alle misure di incentivazione fiscale per l’efficientamento energetico degli edifici, mentre una quota del 9,1% di circa 1,1 miliardi di euro è stata destinata a misure per la tutela dell’ambiente e della diversità biologica (difesa del suolo e contrasto al dissesto idrogeologico, parchi e riserve naturali, infrastrutture idriche).
L’8,7% (1 miliardo di euro circa) è stato canalizzato a favore di misure di prevenzione e controllo dell’inquinamento atmosferico, del suolo e delle acque interne e marine, così come a interventi di recupero ambientale e gestione integrata dei rifiuti.
Infine, circa 650 milioni di euro, pari al 5,6% della somma totale raccolta con i collocamenti dei BTP Green, sono stati destinati alla ricerca in materia di sostenibilità ambientale.
BTP Green, emissioni 2021-2024 per un valore di 46,78 miliardi di euro
Con la pubblicazione del rapporto, il MEF ha riassunto anche le emissioni complessive di BTP Green, ricordando che nei quattro anni che hanno visto il Tesoro emettere i cosiddetti titoli verdi, ovvero nel periodo compreso tra il 2021 e il 2024, sono state effettuate emissioni per un valore complessivo di 46,78 miliardi di euro, distribuiti fra quattro titoli (uno nuovo in ciascun anno) e offerti in diverse tranche.
Riferendosi nello specifico all’anno 2024, l’analisi ha ricordato che il primo ricorso a questo mercato dei Titoli di Stato è avvenuto con un’asta della metà di marzo, con cui è stata collocata una tranche da 1,25 miliardi di euro del BTP Green 30 ottobre 2031, lanciato a inizio aprile 2023, che ne ha portato il circolante a 11,25 miliardi.
La riapertura ha registrato un rendimento significativamente inferiore a quello di lancio del
titolo un anno prima (3,30% contro 4,056%), soprattutto grazie alla presenza di due fattori, così riassunti:
- Da un lato, l’effetto dovuto all’accorciamento di quasi un anno della durata del titolo, che è sempre presente in un contesto normale di mercato, con la curva dei rendimenti inclinata positivamente.
- Dall’altro, e in misura predominante, la generale riduzione dei tassi determinatasi a partire dalla fine del 2023. L’inizio del ciclo di allentamento della restrizione di politica monetaria da parte della BCE di Christine Lagarde, si fa risalire al 6 giugno 2024. Detto questo, i rendimenti avevano iniziato a prezzare già da un po’ l’arrivo dei tagli dei tassi (giunti di recente alla loro ottava edizione).

BTP Green 2037, l’emissione record da 9 miliardi che ha raccolto una domanda record
Ma l’emissione più rilevante nel comparto green è stata costituita dal lancio a metà maggio 2024 di un nuovo titolo, con scadenza al 30 ottobre 2037 (dunque con una durata di poco più di 13 anni) e cedola annua del 4,05%.
L’emissione, ha ricordato il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata affidata a un consorzio guidato da 5 banche specialiste lead manager dell’operazione (BNP Paribas, Crédit Agricole, Deutsche Bank, NatWest e Unicredit), con i rimanenti specialisti in titoli di Stato vpresenti in veste di co-lead manager.
Questo nuovo BTP Green è stato collocato per 9 miliardi di euro, a fronte di una domanda record, con un libro di ordini che ha sfiorato gli 84,5 miliardi e circa 350 investitori.
La distribuzione geografica dell’emissione è stata molto variegata, con la domanda che è arrivata da circa 35 paesi e “una predominanza di investitori esteri, che si sono aggiudicati il 76,9% dell’allocato, mentre gli italiani hanno sottoscritto il restante 23,1%”.
La quota più elevata (circa il 24,2%) è andata - come di consueto - agli investitori residenti nel Regno Unito, mentre tra i Paesi dell’Europa continentale è spiccata la presenza significativa della Francia, che si è aggiudicata il 12,4% dell’emissione, seguita dalla penisola iberica (11,3%) e dai paesi scandinavi (9,3%).
Germania, Austria e Svizzera hanno acquistato una quota del 6,4% del BTP Green, mentre agli investitori greci è andato il 4,9%, al Benelux il 2% e un 1,3% è stato distribuito in altri paesi europei.
Al di fuori dell’Europa, il BTP Green è stato collocato per il 2,7% circa agli investitori USA e per l’1,9% in Medio Oriente. La quota rimanente, pari allo (0,5%) è stata sottoscritta da investitori asiatici.
Questa distribuzione geografica, che illustra quali sono stati gli investitori che hanno fatto incetta in modo più significativo di questi Titoli di Stato, ha ricalcato quella che aveva già caratterizzato le precedenti emissioni sindacate tenutesi tra il 2021 e il 2023, con una sola vera novità: la presenza significativa della Grecia, che prima era stata marginale o assente.

Fondi, banche, hedge fund, chi ha comprato il BTP Green 2037
Per quanto concerne l’identikit degli acquirenti di questo BTP Green 2037, i fondi d’investimento si sono aggiudicati la quota più significativa (47,4%), seguiti dalle banche con il 30,3%.
Le istituzioni e le assicurazioni, cioè gli investitori che più tipicamente adottano una strategia di investimento di lungo periodo, hanno ricevuto una quota complessiva pari al 15,8%, ripartita tra il 9,6% di assicurazioni e fondi pensione e il 6,2% di banche centrali e istituzioni governative.
Agli hedge fund è andato invece il 4% dell’emissione, mentre la parte rimanente del 2,5% è andata ad altre categorie di investitori.

Domanda BTP considerevole nel 2024, MEF lancia asta direttamente sull’MTS
Le caratteristiche di questa emissione, ha messo in luce il Tesoro, sono state molto simili a quelle del BTP Green 2035 lanciato dal Tesoro nel 2022.
Più del 50% dei sottoscrittori di questo titolo BTP Green 2037 è stato costituito da soggetti impegnati a investire prioritariamente in prodotti ESG, con una incidenza che è cresciuta rispetto alle precedenti emissioni di BTP Green.
Dal momento che la domanda dei BTP Green si è confermata nel 2024 considerevole, il Tesoro ha deciso poi di offrire una tranche del BTP Green 2035 in “un’asta effettuata nel mese di settembre direttamente sulla piattaforma MTS, nell’ambito delle cosiddette emissioni TAP che il Tesoro effettua in risposta a segnalazioni, da parte degli Specialisti in titoli di Stato, di difficoltà a reperire taluni titoli sul mercato secondario”.
L’importo collocato è stato di 1,13 miliardi, portando quindi il circolante del titolo a 13,3 miliardi di euro.
Complessivamente, il volume di BTP Green emesso nell’anno in esame è dunque risultato pari a 11,38 miliardi.
Boom di richieste per i BTP Green nel periodo 2021-2024 dagli investitori esteri
Il MEF ha precisato a tal proposito che il volume delle emissioni dei cosiddetti titoli verdi avrebbe potuto essere anche superiore, sulla scia della forte domanda.
Ma, è stata questa la spiegazione, “il Tesoro ha limitato l’offerta alla luce di alcune incertezze determinate dalle rimodulazioni dei progetti rientranti nell’alveo degli interventi del PNRR (Piano di Ripresa e Resilienza) finanziati con risorse europee ”.
Precisato il fatto che “ l’esigenza di non incorrere nel rischio di double counting, infatti, è preoccupazione massima dell’emittente, che intende operare sempre in un contesto di sicurezza e pieno rispetto dei princìpi fondanti di questo segmento di mercato”.
In generale, nel quadriennio 2021-2024, a fare incetta di BTP Green sono stati in ogni caso soprattutto gli investitori esteri, che hanno optato in modo più significativo sui titoli più lunghi (70% e oltre sulle due tranche del BTP Green 2045) e un po’ meno sugli altri due titoli (68% il BTP Green 2035 e 62,6% il BTP Green 2031): “Sotto questo profilo, la composizione riflette la generale propensione degli investitori italiani a privilegiare scadenze non troppo lunghe”, ha precisato il MEF, che ha poi fatto il punto sui BTP Green che stanno riportando una performance migliore sul mercato MTS, ovvero sul Mercato Telematico dei Titoli di Stato.
In evidenza la “ maggiore vivacità delle transazioni sul BTP Green 2031 ”: una domanda considerata “abbastanza normale, perché i titoli di durata più breve sono in genere più scambiati ”.
Allo stesso tempo, “ appare anche significativa la ripresa degli scambi sul BTP Green 2035 a partire dal mese di maggio, in corrispondenza col lancio del nuovo BTP Green 2037. Infatti, è usuale che un titolo già in circolazione si rivitalizzi sul mercato secondario in concomitanza con l’apertura di un nuovo titolo nello stesso segmento della curva dei rendimenti, in questo caso quello compreso tra 10 e 15 anni. Non è quindi un caso che i bid-offer spread (ossia il
differenziale fra i prezzi quotati in acquisto e in vendita) del BTP Green 2035 sul secondario, che proprio in maggio avevano subito un allargamento insolito, siano rientrati nella norma subito dopo l’emissione del nuovo titolo”.
Il MEF fa riferimento alla “brillante performance dei due titoli rilevata nel mese di settembre 2024”, che “riflette una particolare attrattività, in quel momento, proprio di quelle scadenze, il cui mercato secondario è stato supportato dal Tesoro con la citata riapertura TAP del BTP Green 2035 ”.

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