Bancarotta fraudolenta: cos’è, pena e sanzioni

Nadia Pascale

26 Febbraio 2024 - 09:54

condividi

Cosa succede se un imprenditore distrae risorse dall’azienda al fine di non pagare i creditori? Questo è uno dei casi di bancarotta fraudolenta, ecco di cosa si tratta, pene e sanzioni applicate.

Bancarotta fraudolenta: cos’è, pena e sanzioni

Hai mai sentito parlare di bancarotta fraudolenta e di crisi di impresa? Ecco di cosa si tratta e cosa si rischia nel caso in cui si tenti di distrarre beni dall’azienda per danneggiare i creditori.

La bancarotta fraudolenta si inserisce nel filone dei reati fallimentari, questi possono essere sinteticamente individuati nella bancarotta semplice, bancarotta fraudolenta e, infine, ricorso abusivo al credito.

La disciplina della bancarotta in precedenza si trovava nella legge fallimentare, ora nel Codice della Crisi di impresa e dell’Insolvenza, D.Lgs. n. 14/2019, modificato da ultimo dal D.Lgs. n. 83/2022, da qui in poi “Codice”. Presupposto del reato l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale.

L’articolo 3 del «Codice» definisce l’insolvenza come ”lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi

Nel momento in cui il flusso di cassa viene alterato con manovre non lecite volte a danneggiare i creditori, c’è la bancarotta fraudolenta.

Vediamo ora cos’è la bancarotta fraudolenta, quali sono le sanzioni e le pene applicate e, infine, la prescrizione del reato.

Bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta

La bancarotta semplice si ha quando la condotta dell’imprenditore è sorretta da dolo semplice o a titolo di colpa, vale a dire per imprudenza, negligenza, imperizia.

In poche parole: l’impresa fallisce, non è più in grado di restituire quanto dovuto ai creditori, ad esempio ai fornitori, e alla base di tale fallimento vi è un’incapacità gestionale. In tutto ciò l’imprenditore non pone in essere comportamenti volti a nascondere beni. In pratica si parla di bancarotta semplice quando l’imprenditore effettua acquisti personali al di sopra delle proprie possibilità economiche con risorse aziendali o tiene scritture contabili irregolari. Si tratta solo di due ipotesi, vi sono altri comportamenti tipici da analizzare in altra sede.

Rispetto alla bancarotta semplice, la bancarotta fraudolenta è molto più grave perché trattasi di un reato caratterizzato dal dolo, cioè dalla precisa intenzione di danneggiare altri soggetti: i creditori.

Per la bancarotta fraudolenta si può parlare anche di un reato “proprio” in quanto può essere commesso solo da soggetti specifici, che si trovano in particolari condizioni. Ciò a differenza dei reati “comuni”, ad esempio l’omicidio, che è un reato comune.

Possono essere accusati di bancarotta fraudolenta imprenditori, soci all’interno di una società, amministratori e sindaci di società, direttore generale e liquidatori. In seguito non saranno più individuati singolarmente i soggetti che possono compiere tale reato, ma parleremo in modo generalizzato di “imprenditore”.

Il comportamento tipico che può portare a indagini per bancarotta fraudolenta è il mascherare i propri beni al fine di non farli aggredire dai creditori, ad esempio viene occultato o dissipato il patrimonio sociale.

Comportamenti tipici della bancarotta fraudolenta

Esistono diversi comportamenti che possono denotare la bancarotta fraudolenta e in questa sede ne vedremo alcuni per capire meglio la fattispecie di fronte alla quale ci troviamo.

Si parla di bancarotta fraudolenta documentale quando i soggetti prima visti (imprenditore, amministratori di società, soci, direttore generale...) tengono una contabilità separata, cioè una contabilità sociale ufficiale non rispondente a verità e una contabilità sociale vera. In questo modo è possibile nascondere operazioni finanziarie che coprono risorse e liquidità, oppure fanno emergere elementi negativi (spese/perdite) eccessive rispetto al reale. Il tipico caso è quello di chi ha una parte di attivo in nero, merce non fatturata. In alcuni casi il soggetto omette del tutto la tenuta dei libri sociali.

Una seconda tipologia è la bancarotta patrimoniale, in questo caso viene nascosto il patrimonio in modo che non vi siano beni da aggredire, un conto off shore all’estero potrebbe essere un’ipotesi. In questo caso si parla anche di reato transnazionale (supera i confini nazionali) come aggravante del reato di bancarotta fraudolenta.

L’articolo 322 del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza prevede, infine, la bancarotta fraudolenta preferenziale. In questo caso l’imprenditore effettua dei pagamenti o simula dei titoli di prelazione in favore di alcuni creditori con l’obiettivo di soddisfare solo questi, come se vi fosse una sorta di preferenza per alcuni che però danneggia altri.

La bancarotta può essere anche del tutto fittizia, cioè il patrimonio viene occultato al fine di non pagare i creditori. Una frode vera e propria.

Casi particolari di assoluzione dal reato di bancarotta fraudolenta

Si è visto che la bancarotta fraudolenta è un reato piuttosto grave, vi sono però state delle sentenze particolari di assoluzione. La Corte di Cassazione con la sentenza 18271 del 2019 ha assolto un imprenditore che ha scelto di non tenere la contabilità perché in quello stesso periodo era esposto alle pretese estorsive della malavita e aveva perso la disponibilità di accedere ai locali aziendali.

Un altro caso di assoluzione ha riguardato un amministratore di diritto che nella realtà era scavalcato dall’amministratore di fatto ed è riuscito a dimostrare l’estraneità alle operazioni di distorsione di risorse (tribunale Cassino sentenza 725 del 2021).

La giurisprudenza in questi casi è concorde nel ritenere che se l’amministratore di diritto è consapevole delle attività illecite poste in essere dall’amministratore di fatto, deve essere ritenuto anch’egli responsabile. Il prestanome potrebbe essere chiamato a rispondere del reato di bancarotta fraudolenta in concorso con l’amministratore di fatto anche laddove non sia a conoscenza di tutte le attività illecite poste in essere da quest’ultimo, ma ne abbia comunque accettato il rischio.

Sanzioni per il reato di bancarotta fraudolenta

Si è detto che la bancarotta fraudolenta è un reato, infatti, consiste in azioni dolose volte a occultare risorse al fine di non pagare i creditori. I creditori, sono naturalmente la parte danneggiata. Quando siamo di fronte a un reato vi sono normalmente pene. Nel caso della bancarotta fraudolenta è prevista la reclusione 3 a 10 anni. Abbiamo già anticipato che per il reato di reato di bancarotta preferenziale la pena è più lieve, in questo caso si rischia la reclusione da 1 a 5 anni.
Per la bancarotta semplice, invece, la pena varia da 6 mesi a 2 anni.

Diciamo che le pene non sono particolarmente alte in considerazione del fatto che possono esservi sospensioni dovute ad assenza di precedenti o altri fatti che potrebbero alleviare la “sofferenza”. Occorre però prestare attenzione alle pene accessorie, queste limitano molto la possibilità per il condannato di esercitare professioni. Infatti le pene accessorie sono:
inabilitazione all’esercizio di una impresa commerciale e incapacità di assumere incarichi direttivi presso le imprese per un periodo fino a 10 anni ridotti a 2 per la bancarotta semplice.

Ricordiamo che la bancarotta fraudolenta comunque connessa a una procedura di fallimento, o meglio liquidazione giudiziale, e vi sono ulteriori limiti per il “fallito”. Solo dal 2006 è venuto meno il diritto di esercitare il diritto di voto.

La confisca dei beni in caso di bancarotta fraudolenta non è esattamente una pena, ma è una conseguenza in quanto si rende necessario tutelare i creditori, o meglio una procedura cautelare.

La confisca è prevista dall’articolo 240 del codice penale e prevede che lo Stato si appropri di beni, mobili e immobili connessi al reato, ad esempio il profitto derivante dal reato di bancarotta fraudolenta, e i beni utilizzati per la commissione del reato stesso. Non può essere oggetto di confisca la somma eccedente il passivo fallimentare.
Attenzione però: la Corte di Cassazione ha stabilito che nel caso in cui il reato sia stato commesso da soggetti diversi rispetto a imprenditori e soci, ad esempio un amministratore estraneo che percepisce lo stipendio e quindi non ha un vantaggio diretto dalla commissione del reato, non vi può essere sequestro preventivo funzionale alla confisca sui beni personali dell’amministratore.

Prescrizione del reato di bancarotta fraudolenta

La prescrizione della bancarotta fraudolenta è una causa di estinzione del reato e si verifica se entro un determinato lasso di tempo non si arriva a una sentenza definitiva. Per la bancarotta fraudolenta il termine di prescrizione è di 10 anni (12 anni e 6 mesi se vi sono stati atti interruttivi).
Nel caso di bancarotta preferenziale il termine è più breve: 6 anni (7 anni e 6 mesi in caso vi siano atti interruttivi).

Il termine iniziale per il calcolo dei termini di prescrizione, nel caso in cui il reato sia commesso dopo l’apertura della liquidazione giudiziale coincide con quello in cui vengono poste in essere le condotte illecite.

Nel caso in cui le azioni distorsive siano iniziate prima dell’apertura della liquidazione, è più complesso verificare da quando inizia a decorrere il termine, generalmente anche in questo caso si fa coincidere con l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale

Argomenti

Iscriviti a Money.it