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Ballottaggi amministrative: ecco dove il Movimento 5 Stelle può vincere
venerdì 23 giugno 2017, di
Ballottaggi elezioni amministrative: assorbita la sostanziale delusione per l’esito del primo turno, il Movimento 5 Stelle guarda avanti cercando di riuscire a conquistare l’amministrazione nelle città in cui è in lizza nel voto di domenica prossima.
Non hanno sorriso in maniera particolare le elezioni amministrative finora al Movimento 5 Stelle, con le problematiche fatte registrare a Genova e il flop di Taranto che hanno messo a nudo alcuni limiti dei pentastellati.
Nonostante la delusione, i 5 Stelle però guardano avanti mobilitando tutti i suoi big per cercare di ottenere il meglio in occasione dei ballottaggi di domenica prossima. In particolare grande attenzione ci sarà per il voto ad Asti e Carrara.
Proprio in queste città infatti, il Movimento 5 Stelle cercherà di sgambettare il centrodestra ad Asti e il centrosinistra nel feudo di Carrara. Due vittorie che potrebbero rendere molto più dolci queste elezioni amministrative.
Elezioni amministrative: i ballottaggi del Movimento 5 Stelle
Anche se fuori dalle grandi città in queste elezioni amministrative, massimo è l’impegno da parte del Movimento 5 Stelle per riuscire a vincere in quei ballottaggi in cui è in lizza nel voto di domenica.
Dopo le polemiche e la serie di riconteggi, ad Asti sarà il candidato del Movimento 5 Stelle Massimo Cerruti a sfidare l’esponente del centrodestra Maurizio Rasero. Alla fine infatti i pentastellati sono finiti davanti al centrosinistra per soli 6 voti.
Rasero comunque è il grande favorito per la vittoria finale dopo aver ottenuto al primo turno il 47%, tanto che Matteo Salvini si è già detto sicuro di una vittoria del suo candidato ad Asti.
La speranza per Cerruti è quella di ottenere il voto degli elettori del centrosinistra, opzione questa però difficile soprattutto per quanto riguarda quelli provenienti dal Partito Democratico.
A Carrara invece potrebbe riproporsi ciò che è avvenuto due anni fa a Livorno, dove il Movimento 5 Stelle riuscì al ballottaggio a sfilare l’amministrazione al centrosinistra che da sempre aveva governato in città.
Nella città dei marmi, al primo turno è stato il grillino Francesco De Pasquale a essere il più votato con il 27%. Il candidato del Partito Democratico Andrea Zanetti si è fermato invece al 25%.
Visto anche che non è stato siglato nessun apparentamento ufficiale tra Zanetti e i tanti altri candidati di centrosinistra, ecco che per il Movimento 5 Stelle a Carrara una vittoria non potrebbe essere un miraggio.
Fabriano nelle Marche è la città dell’ex governatore della Regione Gianmario Spacca, un centrista da sempre vicino al centrosinistra anche se non sono mancate le divergenze negli ultimi tempi.
Qui però il candidato del Partito Democratico Giovanni Balducci non è andato oltre il 35%, dovendo così vedersela al ballottaggio contro il pentastellato Gabriele Santarelli, che al primo turno ha ottenuto il 30%.
Se Santarelli dovesse riuscire a calamitare i voti del centrodestra, allora ecco che una vittoria sarebbe più che possibile visto che lo scarto tra i due, dopo il voto dell’11 giugno, era di circa 700 preferenze.
A Guidonia, popolosa cittadina alle porte di Roma, il Movimento 5 Stelle dovrà ancora vedersela con il Partito Democratico. Al primo turno il candidato del centrosinistra Emanuele Di Silvio ha ottenuto il 27%, contro il 20,6% del grillino Michel Barbet.
Di Silvio ha trattato a lungo con il civico Aldo Cerroni, terzo arrivato con più di 6.000 preferenze, ma alla fine non si è registrato nessun apparentamento ufficiale. Anche qui quindi i 5 Stelle sognano il sorpasso al ballottaggio.
Più ardua la situazione a Canosa in Puglia. Qui Sabino Silvestri del centrodestra ha ottenuto al primo turno il 45%. Al ballottaggio quindi gli basterà portare al voto il proprio elettorato per avere la meglio sul grillino Roberto Morra, che con il 18,5% aveva superato i due candidati del centrosinistra che si sono ostacolati a vicenda.
Più speranze invece ad Acqui in Piemonte. Anche qui al primo turno il centrodestra con Enrico Silvio Bertero ha ottenuto il 45,5%, ma ottimo è stato anche il risultato del pentastellato Lorenzo Giuseppe Lucchini che ha superato di 100 voti il centrosinistra con il 27,6%.
Il divario è ampio ma non impossibile da recuperare, con il dato dell’affluenza alle urne che potrà fare la differenza. Al primo turno hanno votato il 63,5% degli aventi diritto, se la percentuale dovesse scendere allora per il Movimento ci potrebbero essere chance.
Il bilancio per il Movimento 5 Stelle
Al termine del primo turno di queste elezioni amministrative, tutti gli analisti politici hanno concordato nel definire il Movimento 5 Stelle come il vero grande sconfitto del voto dell’11 giugno.
Dopo gli exploit dello scorso anno, quando i pentastellati furono capaci di strappare al centrosinistra Roma e Torino, era lecito infatti aspettarsi qualcosa in più dal Movimento 5 Stelle, in virtù anche dei vari sondaggi che attestavano i grillini come il primo partito in Italia.
Il caso Marika Cassimatis a Genova, quello antecedente riguardante Federico Pizzarotti a Parma, le polemiche a Palermo e le divisioni a Taranto, hanno di fatto compromesso il risultato dei pentastellati in alcune delle maggiori città al voto.
Una serie di pasticci e incomprensioni che hanno evidenziato come, a livello locale, sia ancora tanto il lavoro da fare per poter competere con i partiti tradizionali, da anni ben radicati e inseriti nel territorio.
Altri hanno anche puntato il dito contro la regola interna che stabilisce in massimo due mandati la vita politica per un esponente del Movimento 5 Stelle. Una particolarità questa che avrebbe spinto le personalità più in vista a livello locale a non candidarsi alle amministrative per poi puntare a entrare nel prossimo Parlamento.
Errori e problematiche di cui il Movimento 5 Stelle deve far tesoro per continuare il suo progetto di crescita fino all’obiettivo, da sempre dichiarato, di arrivare a governare il paese per poterlo cambiare in maniera radicale.
Il ballottaggio di domenica prossima quindi può essere un’occasione per infliggere altri colpi al centrodestra e al centrosinistra, anche per dare una sorta di messaggio al proprio elettorato che l’avanzata del Movimento 5 Stelle non si è arrestata.