Aprire una Partita IVA: quando conviene, quando non conviene e quando è obbligatorio

Claudia Cervi

09/10/2023

11/04/2024 - 14:30

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In alcuni casi aprire una Partita IVA è vantaggioso, in altri non lo è ma ci sono circostanze in cui è obbligatorio. Guida completa ai diversi scenari (sfatando il mito delle soglie di guadagno).

Aprire una Partita IVA: quando conviene, quando non conviene e quando è obbligatorio

L’apertura di una partita IVA rappresenta un passo di fondamentale importanza per molti professionisti e imprenditori in Italia, portando con sé diverse implicazioni dal punto di vista fiscale e legale. Questa guida fornirà un’analisi dettagliata su quando conviene aprire una Partita IVA, quando non conviene e quando è obbligatorio farlo.

Quando conviene aprire la partita IVA

Aprire una Partita IVA può essere una scelta conveniente in molti scenari lavorativi. Se confrontata con la prestazione occasionale o il lavoro dipendente, emerge come scelta più conveniente quando i guadagni netti superano il costo di apertura della Partita Iva, nonché tutte le spese legate all’attività.

Quando vale la pena aprire partita IVA?

Ecco alcune ragioni per cui potrebbe valere la pena aprire una Partita IVA:

  • Minore pressione fiscale: con una partita IVA, si pagano generalmente meno tasse rispetto alla prestazione occasionale, dove bisogna calcolare una ritenuta d’acconto del 20% e successivamente l’IRPEF, che varia dal 23% al 43% per entrate superiori a 4.800 euro all’anno.
  • Professionalità percepita: presentare la propria attività con una partita IVA può conferire maggiore professionalità agli occhi dei clienti. Questo consente di giustificare prezzi più alti per i servizi offerti, il che può portare a guadagni più elevati.
  • Libertà e autonomia: a differenza del lavoro dipendente, che comporta un reddito fisso mensile e un certo grado di sicurezza, il libero professionista ha una maggiore libertà e autonomia. Può scegliere di lavorare con più clienti contemporaneamente e guadagnare di più.
  • Accumulo di contributi pensionistici: aprire una partita IVA consente di accumulare contributi per il futuro pensionistico, garantendo una maggiore sicurezza economica.
  • Promozione dell’attività: con la partita IVA, è possibile promuovere l’attività sia attraverso canali tradizionali come stampa e volantini, sia tramite i social media organici o con pubblicità a pagamento.

Quanto guadagnare prima di aprire la partita IVA?

Non esiste un ammontare specifico che determini l’opportunità di aprire una partita IVA. La necessità di aprire la partita IVA dipende infatti dalla natura dell’attività e dalla modalità di svolgimento della stessa.
Non esistono più limiti sui guadagni o sulla durata per il lavoro occasionale autonomo, precedentemente imposti dalla Legge Biagi. Questa legge, che prevedeva al massimo 30 giorni di lavoro all’anno per lo stesso datore di lavoro e compensi lordi massimi di 5.000 euro, è stata abolita il 25 giugno 2015, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/2015. Pertanto, per stabilire se l’attività svolta rientra nella fattispecie del lavoro autonomo occasionale occorre far riferimento all’articolo 2222 del codice civile, che riguarda l’esecuzione di un’opera. In base a questa definizione, un lavoratore autonomo occasionale è colui che si impegna a svolgere un’opera o un servizio principalmente con il proprio lavoro, senza essere subordinato o coordinato dal datore di lavoro, e lo fa in modo del tutto sporadico.

Quali sono i vantaggi di avere la partita IVA?

Oltre ai benefici fiscali, aprire una Partita IVA offre una serie di vantaggi aggiuntivi:

  • Regime forfettario: per chi soddisfa i requisiti, il regime forfettario consente un’imposta sostitutiva al 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività.
  • Semplificazioni contabili: il regime forfettario elimina alcune complicazioni nella gestione contabile.
  • Lavoro remoto: la possibilità di lavorare da qualsiasi parte del mondo offre una flessibilità notevole.

Quando non conviene aprire la partita IVA

L’apertura della partita IVA potrebbe non essere la scelta più adeguata in alcune circostanze. Ad esempio, se si desidera evitare la responsabilità di trovare i clienti da soli o se si preferisce lavorare in un contesto dipendente, la partita IVA potrebbe non essere la soluzione ideale.

Ecco 4 motivi per cui non conviene aprire una Partita IVA:

  • Preferenza per un lavoro dipendente: per chi predilige un lavoro con un reddito fisso e stabile, l’apertura della partita IVA potrebbe non essere la scelta migliore.
  • Autonomia limitata: nel caso in cui il lavoro viene svolto principalmente per un unico datore di lavoro, il lavoro dipendente potrebbe risultare più adatto rispetto all’apertura della partita IVA.
  • Gestione autonoma non conveniente: la gestione autonoma potrebbe non risultare conveniente se la persona desidera ridurre la propria responsabilità nella gestione del lavoro ed evitare le spese amministrative legate all’apertura della partita IVA. In questo caso, tale opzione potrebbe non essere l’ideale.
  • Tassazione sfavorevole: se una persona non soddisfa i requisiti per il regime forfettario o ritiene che la tassazione per i lavoratori autonomi non sia vantaggiosa rispetto al lavoro dipendente, potrebbe preferire quest’ultimo.

Per decidere se conviene o meno aprire una Partita IVA, è fondamentale valutare in modo oggettivo se i potenziali guadagni saranno sufficienti a coprire tutte le spese legate all’attività. Occorre considerare i prodotti o servizi offerti, la domanda del mercato, la previsione di clienti realistici, la concorrenza e le spese come l’affitto, le utenze, le tasse e i costi associati all’apertura della partita IVA, come le imposte, i contributi previdenziali, le quote di iscrizione ad albi professionali o alla Camera di commercio e gli onorari del commercialista.

Quando è obbligatorio aprire la partita IVA

La partita IVA diventa obbligatoria quando si svolge un’attività in modo abituale e continuativo, anche se non in modo esclusivo. Questo obbligo si applica indipendentemente dal volume dei compensi percepiti durante l’anno o dal numero di giorni in cui si è svolta l’attività. Alcuni elementi chiave da considerare includono:

  • Continuità e abitualità dell’attività: se l’attività viene svolta in modo regolare e sistematico nel tempo, è considerata abituale.
  • Professionalità e organizzazione dell’attività: la predisposizione di mezzi necessari e l’impegno intellettuale o materiale sono indicatori di un’attività svolta in modo professionale e organizzato.

Ecco i casi in cui è obbligatorio aprire la partita IVA:
Imprenditori Individuali: coloro che operano nell’ambito dell’agricoltura o del commercio come imprenditori individuali devono aprire una partita IVA.

  • Società: l’apertura della partita IVA è necessaria quando due o più persone intendono svolgere un’attività in modo organizzato e continuativo nell’ambito dell’industria, dell’intermediazione di beni, delle attività assicurative e bancarie. Ciò si applica a diverse tipologie di società, come le società di capitali e le società di persone.
  • Professioni e arti: se si svolge un’attività autonoma, senza vincoli di subordinazione, in modo continuativo e abituale, con compensi differenti rispetto al lavoro dipendente, è obbligatorio aprire la partita IVA.
  • Secondo lavoro: nel caso di un secondo lavoro, se l’attività occasionale diventa abituale, è consigliabile valutare l’apertura della partita IVA. Ad esempio, se si inizia un’attività collaterale che nel tempo diventa abituale e prevalente.
  • Attività hobbistiche: nel caso di attività legate all’hobbistica, l’apertura della partita IVA non è obbligatoria se l’attività è occasionale e i guadagni sono modesti, nel rispetto delle norme che disciplinano tale attività. Tuttavia, se la vendita diventa frequente e i guadagni aumentano, diventa necessario aprire la partita IVA e adempiere agli obblighi fiscali previsti dalla legge.

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