In casi come questi valutare strategie di stampo long potrebbe essere rischioso. Gli investitori meno propensi al rischio potrebbero considerare la riduzione dell’esposizione su alcuni indici
In questo 2019 i principali indici azionari mondiali hanno messo a segno performance positive a doppia cifra, recuperando parte di quanto perso durante le ultime battute del 2018.
È però evidente come nelle ultime sessioni il rimbalzo stia perdendo forza: utilizzando il semplice punto di vista grafico si può osservare che i corpi delle barre giornaliere non evidenziano nessuna estensione degna di nota. Vediamo cosa dice un semplice indicatore di analisi tecnica: il Momentum.
Gli indici azionari perdono Momentum
Il Momentum è utilizzato per valutare la velocità con la quale si muovono le quotazioni, misurando la differenza tra due prezzi in due momenti diversi. Per sua costruzione, l’algoritmo non presenta delle fasce di eccesso (come ad esempio l’RSI), ma fornisce delle indicazioni operative sul transito con la linea dello zero e con le tradizionali divergenze.
È proprio su quest’ultimo punto che andrebbe posto il focus: se i prezzi salgono senza essere accompagnati da una buona “velocità”, si ha un segnale di allarme. In questo caso, non è conveniente valutare strategie di stampo long e in caso si fosse in posizione si dovrebbe iniziare a pensare di ridurre l’esposizione.
È quanto sta accadendo a molti listini azionari. Andiamo ad osservare qualche esempio partendo dal FTSE Mib.
FTSE Mib e Dax: analogie preoccupanti con aprile 2018
FTSE Mib, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Per il nostro indice si sta verificando una situazione simile a quella di aprile dello scorso anno. La divergenza, accompagnata ad un ritorno al di sotto della linea dello zero, ha portato a copiose vendite. Non è detto che ciò sia destinato ad accadere anche ora, ma si dovrebbe porre una certa attenzione, specie considerando che l’attuale divergenza ha iniziato a formarsi durante la seconda metà di gennaio 2019.
Affiancando all’analisi dell’algoritmo anche quella grafica, è chiaro che l’indice FTSE Mib ha risentito del mancato breakout della coriacea resistenza a 21mila punti, zona dove si conferma forte la presenza dei venditori.
Dax, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Scenario simile anche sul Dax tedesco, dove questi giorni e la situazione di maggio 2018 hanno ancora più punti in comune. Anche questi casi, la divergenza di inversione unita al transito da parte dell’indicatore al di sotto della “0 line” sono risultati fatali per l’indice.
S&P 500 e Nasdaq 100: imminente l’incrocio con la «zero line»
Passando ora Oltreoceano e osservando la situazione degli indici statunitensi, l’S&P 500 è in una zona particolarmente critica.
S&P 500, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Nell’ultimo periodo, è stata costruita una divergenza ben più marcata della precedente. Oltre a questo, il momentum è prossimo al passaggio al di sotto della “0 line” e i corsi si trovano a ridosso di una coriacea resistenza in area 2.815 punti.
Nasdaq 100, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Interessanti le analogie con il passato dell’indice Nasdaq 100. La struttura della divergenza tra momentum e andamento delle quotazioni tra le sedute di inizio anno e quelle di luglio, agosto e settembre 2018 è molto simile.
Una conferma di questi segnali si avrà al transito dell’indicatore sotto la linea dello zero. La prima estensione ribassista potrebbe infatti far scattare gli stop loss dei compratori e una serie di short dettati dalla paura. Si dovrà quindi restare particolarmente cauti in questo periodo, in quanto sembra che una correzione o quanto meno una battuta d’arresto del rally sia probabile.
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