Allarme scorie chimiche Nord Stream: cosa sappiamo dei rischi e del sabotaggio

Luna Luciano

02/10/2022

03/10/2022 - 15:09

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Dopo il sabotaggio dei gasdotti di Nord Stream 1 e 2, è stato lanciato l’allarme scorie chimiche. Ecco di cosa si tratta e quali sono i rischi.

Allarme scorie chimiche Nord Stream: cosa sappiamo dei rischi e del sabotaggio

Oltre al disastro ambientale causato dal riversamento di metano in mare e nell’aria, a seguito del sabotaggio delle condotte sotterranee di Nord Stream 1 e 2, si aggiunge l’allarme per le scorie chimiche.

Infatti, le perdite di metano dalle condotte, stimate per 80mila tonnellate, sono avvenute in una zona in cui sono state sepolte armi chimiche dismesse, come rivelato dall’agenzia per l’ambiente finlandese Syke. Alla preoccupazione quindi della nube di metano che dovrebbe raggiungere il sud Europa, si aggiunge anche il timore per possibili rischi per delle scorie chimiche.

E mentre gli osservatori ed enti di competenza continuano a monitorare la situazione, continuano anche le indagini per spiegare come sia avvenuto il sabotaggio. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Nord Stream, allarme scorie chimiche: cosa sappiamo dei rischi

Un vero disastro ambientale quello causato dalle perdite di metano, a seguito della manomissione dei gasdotti Nord Stream della società russa Gazprom.

Oltre ad aver perso quasi il 96% del gas presente nelle condotte, l’agenzia per l’ambiente finlandese, Syke, ha lanciato l’allarme per le scorie chimiche. Stando a quanto riportato dall’agenzia, il sabotaggio, causato da delle esplosioni, sarebbe avvenuto in una zona del bacino Baltico in cui sarebbero sepolte delle armi chimiche dismesse.

Il bacino danese di Bornholm, infatti, è storicamente la “discarica” di quel tipo di armamenti nel Mar Baltico. Per il momento le autorità finlandesi hanno cercato di tranquillizzare la popolazione, convinte che la distanza di diversi chilometri tra la zona di “sepoltura” delle armi chimiche e i punti in cui sono avvenute le perdite, sia sufficiente per aver evitato ulteriori danni. Non ci sarebbero rischi per il momento, ma si attendono ulteriori aggiornamenti a riguardo.

Nord Stream, la nube di metano: quali i rischi per l’ambiente?

Intanto la fuoriuscita di gas dai gasdotti del Nord Stream 2 nell’atmosfera sarebbe cessata. Eppure, non si può non essere preoccupati per la nube di metano, formatasi sopra il Baltico, giunta nel Regno Unito e che dovrebbe raggiungere il sud dell’Europa, e quindi anche l’Italia.

In questo caso, almeno per l’Italia, sembrerebbe che si possa tirare un sospiro di sollievo. Stando agli esperti è probabile che la nube si sia diluita nell’aria prima di raggiungere il sud dell’Europa. Come spiegato da Paolo Cristofanelli, ricercatore dell’Isac-Cnr per il progetto Rete Icos (Integrated Carbon Osbservation System), la nube al momento non è stata rilevata sul nord Italia.

Potrebbe dunque essersi diluita nel tragitto, aver cambiato traiettoria o, e questa è l’opzione meno auspicabile, non è ancora stata rilevata sul nostro Paese. Gli esperti in ogni caso si sono detti preoccupati per il possibile contributo della nube alle emissioni, contribuendo ad aggravare e velocizzare il cambiamento climatico

Nord Stream, cosa sappiamo del sabotaggio?

Se l’attenzione rimane alta per i possibili rischi per l’ambiente, continuano anche le indagini per riuscire a individuare: chi ha sabotato i gasdotti. E se la Russia punta il dito contro gli Stati Uniti, l’Ue guarda a Mosca, consci della guerra alle sanzioni nata in parallelo e per il conflitto russo-ucraino.

Stando a una ricostruzione del The Gurdian il sabotaggio potrebbe essere stato causato dai robot che solitamente effettuano la manutenzione alle tubature. Questa volta i robot sarebbero stati utilizzati come un “cavallo di Troia” per piazzare l’esplosivo: 500 chilogrammi di tritolo.

La ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, ha confermato che sarà formato un gruppo investigativo congiunto con Danimarca e Svezia per indagare sulle esplosioni. Intanto l’Ue guarda con preoccupazioni alle infrastrutture critiche per la fornitura energetica e per quelle che assicurano la connessione digitale.

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