A colf e badanti va consegnata la busta paga?

Claudio Garau

11 Aprile 2023 - 13:29

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Come è noto, la busta paga consiste in un documento molto importante per il lavoratore o la lavoratrice con regolare contratto. Ma l’obbligo di consegnarlo vale anche verso colf e badanti?

A colf e badanti va consegnata la busta paga?

Assai varie possono essere le ragioni per le quali assumere una colf o badante: pensiamo ad esempio alla necessità di accudire una persona anziana e non autosufficiente oppure agli impegni quotidiani di lavoro - e non solo - che impongono la presenza di qualcuno all’interno dell’abitazione, con l’incarico di compiere le attività domestiche quotidiane.

Il punto qui è capire se, con l’assunzione di un assistente domestico, tra i vari adempimenti da porre in essere vi sia anche quello relativo alla busta paga. Vero è che il rapporto di lavoro delle colf e delle badanti - rispetto ad un normale rapporto di lavoro dipendente - è caratterizzato da più elasticità ma è vero che anch’esso - al pari della generalità dei rapporti di lavoro - deve essere caratterizzato da una serie di elementi obbligatori - pensiamo ad es. alla disciplina dell’orario di lavoro e delle ferie. Ebbene, tra essi, vi è anche la consegna della busta paga alla colf o badante?

Per rispondere a questa domanda, faremo riferimento al contratto collettivo nazionale di categoria, ovvero il testo chiave per tutto ciò che attiene alla disciplina del rapporto di lavoro di colf e badanti. Sussiste dunque un obbligo di consegnare la busta paga? E se sì, talvolta vi possono essere eccezioni? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

Busta paga: cos’è in breve

Inquadrando subito il contesto di riferimento, e in particolare a chi accinge a svolgere un lavoro di ambito domestico per la prima volta, ricordiamo in sintesi che la busta paga altro non è che un documento, predisposto dal datore di lavoro, in cui è indicato quanto percepito e trattenuto al lavoratore in un certo lasso di tempo (solitamente un mese), sulla scorta delle disposizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato.

Con quanto appena detto si può immediatamente capire perché la busta paga sia molto importante per il lavoratore o alla lavoratrice. Grazie ad essa è possibile infatti sapere che la somma liquidata al lavoratore corrisponde alla voce “netto in busta”, ovvero il risultato della differenza tra le competenze del lavoratore e le trattenute del mese di riferimento.

Più nel dettaglio, onde giungere al netto in busta paga si devono togliere dalla somma delle competenze - vale a dire dei componenti positivi - i contributi previdenziali o assistenziali, le imposte al netto delle detrazioni e le ulteriori trattenute in busta, come ad es.la cessione del quinto dovuta a un prestito.

Perché il lavoratore ha interesse a ricevere la busta paga?

Come si può agevolmente intuire da quanto abbiamo appena detto, la busta paga consiste in un documento utile a certificare la retribuzione e le ritenute fiscali, previdenziali ed assistenziali trattenute dal datore di lavoro per conto del dipendente. Attraverso la busta paga il lavoratore può dunque controllare periodicamente l’ammontare dello stipendio ricevuto e verificare una ampia serie di utili informazioni legate alla sua vita lavorativa. Pensiamo al numero di ore, di ferie e permessi maturati, ad esempio, ma anche ai contributi previdenziali effettivamente versati dal datore di lavoro.

Più in generale, nella busta paga - oltre le voci che definiscono lo specifico rapporto di lavoro - sono presenti quelle relative ai rapporti intercorrenti con Stato ed enti previdenziali. Proprio alla luce di quanto detto finora, possiamo allora ben comprendere il ruolo chiave della busta paga per ogni lavoratore, e al contempo intuire quale potrà essere la risposta alla domanda che ci siamo posti in apertura.

Il rilievo del contratto collettivo colf e badanti

Non dimentichiamo che, in linea generale, il rapporto di lavoro subordinato non è regolato solo dagli accordi tra le parti, vale a dire dal contratto tra il lavoratore e il datore di lavoro. Infatti le regole fondamentali del rapporto sono contenute anche e soprattutto nella legge e nei contratti collettivi. Questi ultimi altro non sono che accordi firmati dai sindacati e dalle associazioni dei datori di lavoro, grazie ai quali sono disciplinati gli aspetti giuridici ed economici del rapporto lavorativo non riservati alla legge. E questo vale anche per il Ccnl colf e badanti e per la disciplina della busta paga.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro che qui interessa regola, in modo unitario per tutto il territorio nazionale, il rapporto di lavoro domestico. Proprio per questo ci è fondamentale ricordarlo e tenerne conto per capire se a colf e badanti va sempre consegnata la busta paga.

Ebbene, come indicato all’art. 1 del Ccnl in oggetto, il contratto si applica all’insieme degli assistenti familiari occupati nel nostro paese. Ci riferiamo dunque a colf, badanti, babysitter ed altri profili professionali anche di nazionalità non italiana o apolidi, comunque retribuiti.

Interessante notare che da alcuni anni nel testo del contratto collettivo lavoro domestico abbiamo l’abolizione della formale suddivisione in categorie (colf, badanti, babysitter), ma troviamo comunque la suddivisione in livelli sulla scorta delle mansioni svolte e dell’esperienza - avente però ad oggetto la categoria unica degli assistenti familiari.

All’interno del Ccnl colf e badanti possiamo trovare - ad esempio - regole sull’assunzione dei collaboratori domestici, sull’orario di lavoro, sulle ferie, sulla malattia, sul licenziamento. Ma all’interno del testo non mancano ovviamente anche le regole in tema di retribuzione e proprio queste sono di estremo rilievo per rispondere alla domanda iniziale, come adesso vedremo.

Rapporto di lavoro colf e badanti e busta paga: c’è obbligatorietà?

Veniamo al nocciolo della questione. Come abbiamo detto all’inizio, anche se il rapporto di lavoro della colf o badante è meno rigido di quello di un classico lavoratore dipendente, tuttavia sussistono alcuni generali obblighi gravanti sul datore di lavoro, che valgono anche nella gestione del rapporto di lavoro domestico. Ci riferiamo in particolare al dovere di consegnare la busta paga, anche detto cedolino o prospetto paga.

Infatti in linea generale la legge stabilisce che i datori di lavoro siano tenuti a consegnare firmato ai lavoratori subordinati - al momento del versamento della retribuzione - un prospetto o busta paga, nel quale devono essere dettagliate una serie di informazioni. Tra esse troviamo nome, cognome e qualifica professionale del lavoratore, il lasso di tempo al quale la retribuzione si riferisce, gli elementi che la compongono, come anche le singole trattenute effettuate a favore del Fisco o degli enti previdenziali.

Ebbene, non vi sono dubbi a riguardo: quest’obbligo si applica anche al rapporto di lavoro con le colf o le badanti. Il Ccnl per i lavoratori domestici - all’art. 34 - lo ribadisce e dispone in particolare che il datore di lavoro, insieme alla corresponsione periodica della retribuzione, debba predisporre un prospetto o busta paga in duplice copia, una per il lavoratore, sottoscritta dal datore di lavoro, e l’altra per il datore di lavoro, siglata dal lavoratore.

Non solo. Il Ccnl di categoria dà anche specifiche indicazioni circa le voci che devono comporre lo stipendio erogato alla lavoratrice o al lavoratore domestico. Di dette voci deve esservi menzione nella busta paga, perché questo permetterà a colf o badante di controllare la correttezza del documento.

Vi sono eccezioni alla regola generale?

Nella prassi si concorda con la collaboratrice il giorno del mese in cui consegnare la busta paga, che va dal primo al 10 del mese posteriore. Va da sé dunque che non vi siano eccezioni alla regola: la busta paga va comunque sempre consegnata, corrispondendo all’obbligo di consegna un diritto del lavoratore o della lavoratrice.

Ricordiamo anche che il Ccnl colf e badanti indica che, oltre alla busta paga colf o badante, va redatta obbligatoriamente ogni anno anche la Certificazione Unica - CU, ossia il cud, da consegnare al dipendente per la sua dichiarazione dei redditi. Da notare che è molto semplice stampare la Certificazione Unica se si sono già calcolate le buste paga ogni mese, siccome essa include tutti gli importi dei lordi pagati, dei contributi e del TFR.

Concludendo, oltre alla legge, che disciplina in generale l’obbligo per il datore di lavoro di consegnare la busta paga al dipendente, anche il contratto collettivo di lavoro di settore ribadisce detto obbligo. Perciò tutti i datori di lavoro che hanno una colf o badante alle proprie dipendenze sono tenuti ad osservarlo e rispettarlo.

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