Trump non si arrende, pressioni sul Segretario di Stato per trovare altri voti in Georgia

Martino Grassi

03/01/2021

28/12/2021 - 11:48

condividi

Trump continua a non accettare la sconfitta e chiede di trovare quasi 12.000 voti in Georgia per ribaltare l’esito delle elezioni nel Paese.

Trump non si arrende, pressioni sul Segretario di Stato per trovare altri voti in Georgia

Donald Trump non sembra essere intenzionato ad accettare la sconfitta e continua imperterrito a cercare di ribaltare l’esito delle scorse elezioni che hanno visto vincitore il neo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

A rendere nota l’ultima mossa disperata del Tycoon, ritenuta illegale da alcuni esperti, è stato il Washington Post che ha pubblicato l’audio di una telefonata durante la quale Trump faceva pressioni al Segretario di Stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, chiedendogli di trovare abbastanza voti per ribaltare la situazione nel Peach State.

Trump, pressioni per trovare altri voti in Georgia

Il presidente uscente degli Stati Uniti non ha intenzione di arrendersi, e ha chiesto con fervore al Segretario di Stato della Georgia di trovare 11.779 voti per poter ribaltare la vittoria dello sfidante Joe Biden, supplicando di agire e minacciandolo anche di possibili conseguenze nel caso in cui si rifiutasse di accertare le sue accuse di brogli.

Da quanto emerge dall’audio della telefonata, Trump afferma: “La gente della Georgia è arrabbiata, la gente del Paese è arrabbiata, e non c’è nulla di sbagliato nel dire, sai, beh, che avete fatto un ricalcolo. Raffensperger risponde affermando che i dati in possesso del presidente sono sbagliati. “Guarda, tutto quello che voglio fare è questo. Voglio solo trovare 11.780 voti, uno in più di quelli che abbiamo, perché abbiamo vinto lo Stato”, ha continuato Trump.

12 senatori repubblicani chiedono il ricalcolo

Secondo alcune indiscrezione sembrerebbe che 12 senatori repubblicani, guidati dall’ex candidato presidenziale Ted Cruz, abbiano intenzione di contestare la vittoria di Joe Biden a meno che non venga nominata dal Congresso una commissione elettorale che riesamini in 10 giorni i risultati negli Stati più contesi, come accadde nelle presidenziali del 1876.

Al termine di questa procedura i vari Stato dovrebbero poi valutare l’esito della commissione e convocare una sessione parlamentare speciale che certifichi un eventualmente cambio del loro voto. Secondo le attuali previsioni tuttavia anche questo disperato tentativo sarebbe destinato a fallire dal momento che, la maggioranza dei senatori si schiererebbe a favore di Biden.

Tutti gli Stati del Paese a stelle e strisce hanno certificato l’esito del voto, alcuni dei quali anche dopo riconteggi e azioni legali, anche i tribunali hanno respinto 60 cause, e le autorità elettorali del Paese hanno escluso frodi. Sembra quindi che non ci siano più chance per Donald Trump, che non potrà far altro che abbandonare la Casa Bianca, nonostante non abbia alcuna voglia di farlo.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO