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Riforma elettorale: le tre proposte di Matteo Renzi

giovedì 2 gennaio 2014, di Vittoria Patanè

Il segretario del PD detta le linee guida per il 2014: riforma elettorale, job act e tagli ai partiti. Non si puà più rimandare e Matteo Renzi non ha intenzione di perdere tempo.

Nella lettera inviata questa mattina alle segreterie dei vari partiti e successivamente diffusa attraverso la propria eNews, il sindaco di Firenze mette in chiaro quali sono le priorità per il nuovo anno e si concentra in primis sulla legge elettorale.

Non si può tornare alle urne con il Porcellum, questo ormai è chiaro a tutti, in particolar modo dopo l’ultimo verdetto della Corte Costituzionale che ha ufficialmente dichiarato il sistema creato nel 2005 da Roberto Calderoli incostituzionale.

«Noi oggi togliamo gli alibi a tutti, inserendo 3 modelli di legge elettorale che nel passato tutte le forze dell’arco costituzionale hanno dichiarato accettabili»

Ha dichiarato Renzi hai microfoni di Sky24.

Vediamo dunque quali sono queste tre proposte.

Modello spagnolo

La prima delle tre proposte formulate dal leader del partito democratico prevede una riforma basata sul modello spagnolo. Il sistema ha due pilastri: il proporzionale si applica solo ed esclusivamente dentro ogni circoscrizione che sono presenti in un numero molto elevato.

La proposta si basa dunque su una divisione del territorio in 118 circoscrizioni. In ciascuna di esse, la lista vincente ottiene un premio di maggioranza pari al 15% e cioè 92 seggi.

Ciascuna porzione di territorio poi eleggerà 4-5 deputati con una soglia di sbarramento fissata al 5%.

Mattarellum rivisitato

La seconda proposta prevede di far resuscitare il vecchio sistema elettorale italiano, il cosiddetto Mattarellum, modificando alcune caratteristiche fondamentali.

Ci sarebbero dunque 475 collegi uninominali, mentre il 25% rimanente verrebbe assegnato tramite l’attribuzione di un premio di maggioranza fissato al 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.

Doppio turno

La terza e ultima proposta formulata da Matteo Renzi si basa sul doppio turno di coalizione con il quale vengono eletti i sindaci.

In parole povere, al vincitore verrebbero attribuiti il 60% dei seggi, mentre il restante 40% verrebbe distribuito in maniera proporzionale a tutti gli altri “perdenti”. La soglia di sbarramento dovrebbe essere al 5 per cento, mentre si parla anche di un sistema a liste bloccate basato su preferenze o su collegi.

Queste sono dunque le tre alternative suggerite oggi dal sindaco di Firenze. Renzi ha ribadito che il suo partito non sosterrà una singola ipotesi, ma cercherà di mediare tra la volontà di tutti.

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