Quanto vale il rifiuto organico: ce ne parla Massimo Centemero, direttore di CIC

Chiara Ridolfi

18 Febbraio 2019 - 13:33

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Dopo l’emanazione dei dati annuali sulla raccolta differenziata di CIC - Consorzio Italiano Compostatori, abbiamo intervistato Massimo Centemero, direttore dell’associazioni.

Quanto vale il rifiuto organico: ce ne parla Massimo Centemero, direttore di CIC

Continua ad aumentare in Italia la raccolta dell’organico, confermandosi come la frazione più importante per la RD: lo ribadisce il CIC - Consorzio Italiano Compostatori, nell’annuale analisi sulla raccolta differenziata del rifiuto organico e degli impianti italiani, realizzata a partire dai dati del Rapporto Rifiuti ISPRA 2018.
Abbiamo chiesto a Massimo Centemero, direttore del CIC, di raccontarci meglio la situazione della raccolta differenziata dell’organico e dei suoi potenziali sviluppi.

Nel 2017 sono state 6,6 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde e altre matrici organiche) provenienti dalla raccolta differenziata in Italia nel 2017. La raccolta dell’organico è dunque aumentata dell’1,6%, registrando un minore incremento rispetto all’anno precedente, ma è pur vero che in generale si è riscontrato un calo nella produzione dei rifiuti in Italia e che, andando nello specifico, il trend della raccolta della frazione umido ha mantenuto gli stessi andamenti degli scorsi anni, mentre la frazione verde è rimasta costante. In ogni caso quella dell’organico (umido e verde) si conferma la frazione più importante per la Raccolta Differenziata nel Paese rappresentando il 40,3% di tutte le raccolte.

Come si comportano gli italiani nella raccolta differenziata dell’organico?

A livello procapite il dato risulta in leggero aumento, passando da 107 a 108 kg per abitante l’anno. Le regioni più virtuose sono quelle del Nord (127 kg/abitante per anno), seguite da quelle del Centro (114 kg/abitante per anno) e infine da quelle del Sud (83 kg/abitante per anno).
Al primo posto per quantità di frazione organica raccolta si conferma la Lombardia, con 1,2 milioni di tonnellate annue, nonostante una leggera flessione rispetto all’anno precedente quando la raccolta si attestava su 1,3 milioni. Seguono poi il Veneto con 764.000 tonnellate e l’Emilia Romagna (708.000 t), seguita a breve distanza dalla Campania (678.000 t). Interessanti i dati registrati nel Lazio (532.000 t) e in Sicilia (208.000 t), dove la raccolta della frazione organica è aumentata rispettivamente di 27.000 t e 67.000 t.

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

Senza dubbio bisogna lavorare per far sì che in tutta Italia si raggiunga l’obiettivo di 9.150.000 tonnellate di rifiuto organico raccolte al 2025, ovvero 150 kg/ab/anno. Una spinta potrà arrivare grazie al recepimento del Pacchetto sull’Economia Circolare approvato dalla Unione Europea nel giugno 2018, che ha imposto come obbligatoria la raccolta differenziata del rifiuto organico entro il 2023.

Qual è la situazione impianti in Italia?

L’impiantistica è aumentata, passando da 326 a 338 strutture: questo ha consentito di trattare nel 2017 circa 7,4 milioni di tonnellate (+4%) considerando il trattamento, oltre che dell’umido e del verde, anche di altri materiali di scarto a matrice organica. Al momento l’impiantistica dedicata al trattamento del rifiuto organico è in grado di soddisfare le esigenze di produzione nazionale, tuttavia emerge una concentrazione geografica degli impianti soprattutto nel Nord Italia. Questa squilibrio costringe il Centro e il Sud Italia a trasferire i propri rifiuti organici in altre regioni con enorme dispendio di denaro e CO2. Per risolvere questo problema stiamo lavorando insieme al Ministero dell’Ambiente per delineare un percorso strategico che definisca le aree in cui mancano gli impianti e su cui intervenire con tempestività.

Perché è importante spingere sulla raccolta differenziata dell’organico?

Oltre al compost - che si utilizza come fertilizzante naturale - i biodigestori possono produrre anche il biometano, che rappresenta una fonte di combustibile naturale e chiaramente una preziosa ed innovativa fonte di energia rinnovabile.
Come CIC ci siamo fatti promotori della filiera di produzione del Biometano e i risultati sono stati decisamente positivi: tra il 2017 e il 2018 sono entrati in funzione, primi in Italia, 8 impianti consorziati CIC (di cui 2 sperimentali) in grado di produrre biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana e di immettere il biometano nella rete di nazionale o di impiegarlo per l’autotrazione. Si prevedono sviluppi ulteriori per questo prodotto che potrebbe, entro il 2019, raggiungere una produzione nazionale 200 milioni di m3.

A livello ambientale qual è il valore del riciclo dell’organico in Italia?

Abbiamo stimato che dai rifiuti organici raccolti nel corso del 2017 siano stati prodotte quasi 2 milioni di tonnellate di compost, il 64% da compostaggio e il restante 36% da digestione anaerobica e successivo compostaggio, che hanno contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e risparmiare 3,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica. Senza dimenticare che il compost è uno strumento efficace contro erosione, impermeabilizzazione, perdita di materia organica, perdita di biodiversità e contaminazione. Promuovere le buone pratiche per la raccolta dei rifiuti organici significa anche difendere il suolo.

Economicamente quali sono i numeri del settore del biowaste?

La filiera del rifiuto organico coinvolge numerose attività, dai servizi di raccolta e trasporto, ai servizi di studio, ricerca e progettazione e delle tecnologie per il trattamento del rifiuto organico. Con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia si potrebbe arrivare a 13.000 addetti e 2,56 Mld € comprensivi dell’indotto generato.

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