Il Partito Democratico ci ricasca: zero donne alle amministrative

Giorgia Bonamoneta

15 Agosto 2021 - 18:03

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Il 3-4 ottobre si terranno le elezioni per le amministrative dei capoluoghi d’Italia, ma spunta il solito problema della parità tra candidati. 6 donne su 47 uomini e il Pd non schiera nessuna donna.

Il Partito Democratico ci ricasca: zero donne alle amministrative

Le donne in politica sono ancora troppo poche. Non è un dato nuovo e, dopo un picco positivo nel 2017 con una maggior presenza femminile in politica seppur non in posizioni di potere, si torna a parlare di una carenza netta. I numeri della corsa alle comunali dei capoluoghi italiani parla chiarissimo: solo 6 donne su 47candidati uomini.

In particolare è il Partito Democratico che ne esce ancora una volta con la reputazione sporca e non di “quote rosa”. Non sono solo le comunali, che segnano un pesante zero donne, anche gli altri ruoli di potere sono stati destinati dal PD tutti a ministri. Pensiamo alle nomine del Governo Draghi: su 23 ministri sono solo 8 le donne e nessuna è del Partito Democratico.

Si ripete la critica agli ambienti progressisti: tutto fumo e niente arrosto. Ma quella della presenza femminile in politica e in particolare nel Partito Democratico è un problema culturale che affonda le radici dalla prima Repubblica, come ha portato alla luce Filippo Maria Battaglia in “Stai zitta e vai in cucina - Breve storie del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo”.

Comunali al maschile, scelta territoriale o problema culturale?

Claudio Bozza ha firmato un articolo semplice, ma di enorme impatto per tutto il femminismo: “Comunali, la corsa a sindaco parla al maschile: solo 6 donne su 47 candidati (e nessuna del Pd)”. Non servono molte parole e l’autore non le usa, è bastato fare i nomi dei candidati (maschile non scelto in maniera casuale) per descrivere un fenomeno che non stupisce neanche più: la politica, dal basso verso l’alto, è uomo.

Dopo la critica al Partito Democratico per non aver presentato e posto donne nei ruoli di ministri alle nomine del Governo Draghi a febbraio, ecco che si ripete la nefasta conta: il Pd non ha nemmeno una candidata. Nei 18 capoluoghi dove le liste sono state già definite (su 21 totali), in vista delle comunali del 3-4 ottobre, è il Movimento 5 Stelle che fa meglio e a seguire Lega e Fratelli d’Italia.

Cecilia D’Elia, responsabile delle politiche per la parità del Pd, ha commentato con “per fortuna in Calabria, per la Regione, candidiamo una donna”. Non si è fatta attendere la risposta dell’unico partito con una presidente donna, Fratelli d’Italia: “Ci sono partiti, come il Pd, che hanno speculato sulla questione femminile, ma arrivati al dunque non sono mai stati in grado di esprimere leadership femminile”.

Le difficoltà del Partito Democratico con le donne

Intendiamoci è giusto che sia stata data questa parità (il voto alle donne), ma è evidente che voi non penserete di venire a ripetere in campo politico, sociale, economico, intellettuale, quelle stesse cose che facciamo noi uomini. (Filippo Maria Battaglia in “Stai zitta e vai in cucina”)

Inizia così la storia della Repubblica italiana, con le parole del Presidente del Consiglio Ferruccio Parri all’associazione femminile Udi.

Con il tempo la situazione non è poi migliorata più di tanto, soprattutto nella sinistra e in seguito nel Partito Democratico nel quale ci si aspettava di vedere quel cambiamento. Quello che manca, come fanno notare scritti di filosofia femminista, è la responsabilità, la “colpa”. Anche in questo contesto infatti è alle donne che viene data la colpa di non essere abbastanza forti e di non riuscire a farsi spazio con la stessa irruenza degli uomini.

La verità è che il sistema politico italiano è rappresentato da uomini bianchi, lontano dalle più palese richieste del Paese che non viene rappresentato, come appunto le donne. Le politiche sulla parità, le lotte di genere, manifesto per il Partito Democratico, sono un ambito femminile, o così vengono definiti, ma non ci sono donne tanto nel locale quanto a livelli più alti per portare allo scoperto tali istanze.

Fotografia delle donne nella politica comunale

Non sono solo parole, il sistema patriarcale è un dato di fatto. Sono numeri, statistiche, ricerche, analisi di dati che cadono nel vuoto dell’informazione quotidiana.

Diamo dei numeri: a giugno le donne che ricoprivano il ruolo di sindaca nei comuni dei capoluoghi italiani erano 10 su 109. Un numero in uscita che non potrà essere colmato dalle nomine delle candidate, che a oggi risultano solo 6 su 47.

Ma scendiamo ancora un po’ nel dettaglio dei ruoli nei quali le donne affiancano la nomina più importate a livello locale:

  • Vicepresidente di consiglio comunale 28,20%
  • Vicesindaco 26,70%
  • Presidente di Consiglio comunale 9,30%

Altro che “quote rose” e leggi per la parità dei generi nelle liste comunali, qui la strada da fare è ancora molto lunga. Il Partito Democratico poteva lanciare un segno? La risposta dall’opinione pubblica è un netto “sì”.

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