Partita Iva: cos’è, come funziona, costi e apertura

condividi

Aprire una partita Iva è più facile e meno costoso di quello che si possa immaginare. Vediamo cos’è e come funziona l’apertura e quali sono i costi da sostenere.

Partita Iva: cos’è, come funziona, costi e apertura

Aprire una partita Iva con il passare degli anni è diventata una pratica sempre più semplice. Coos’è e come funziona una partita Iva e soprattutto quali sono i costi da sostenere? Molto spesso a frenare autonomi e professionisti dall’aprire una partita Iva è la troppa burocrazia che si pensa si celi dietro la pratica, così come lo sono gli ipotetici costi di gestione. Se fino a qualche decennio fa potevano essere paure più che lecite, oggi si tratta di preoccupazioni superate, visto che per chi apre un’attività di lavoro autonomo o professionale vi è la possibilità di poter scegliere anche il regime forfettario che ha costi molto contenuti (anche nella gestione) e prevede molte agevolazioni.

Partiamo subito con lo sfatare un mito: se non si fattura non si pagano tasse e non si versano contributi (questi ultimi sono dovuti anche in assenza di fatturazione solo nel caso si intraprenda attività commerciale o artigianale).

La procedura per aprire una partita Iva è abbastanza semplice ed è possibile procedere anche in autonomia, senza rivolgersi a un commercialista. Vediamo di seguito come fare e quali sono i costi da mettere in preventivo, con tutti i fattori da considerare per assumere questa importante scelta per chi è nel dubbio.

Come si apre una partita Iva? L’apertura ha un costo? Quali sono le spese da sostenere? Risulta conveniente o meno?

Andiamo a vedere, punto per punto, tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è e come funziona una partita Iva?

La partita Iva è un elemento fondamentale per liberi professionisti e lavoratori autonomi. Si tratta di un codice composto da 11 cifre che servono:

  • le prime 7 legano il titolare alla Partita Iva;
  • le successive 3 identificano il Codice dell’Ufficio delle Entrate;
  • l’ultima cifra ha carattere di controllo.

La partita Iva, di fatto, identifica chi è titolare dell’attività e gli permette di versare le imposte, i contributi e di poter procedere all’iscrizione alla Camera di commercio.

Apertura partita Iva: come fare?

Aprire una partita Iiva è molto semplice e assolutamente gratuito.

L’apertura di una partita Iva comporta la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dell’inizio della propria attività, entro 30 giorni dall’avvio dell stessa, con apposita dichiarazione, redatta su modello AA9/12 (ditta individuale e lavoratori autonomi) oppure modello AA7/10 (società), forniamo entrambi i modelli di seguito:

Modello AA9/12
Aprire partita Iva
Modello AA7/10
Partita Iva società

La presentazione dei modelli può essere effettuata attraverso i seguenti modi:

  • recandosi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con apposito documento di riconoscimento;
  • invio con raccomandata con ricevuta di ritorno, con in allegato fotocopia del documento di riconoscimento;
  • invio per via telematica, tramite il software apposito che si scarica dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Quando si apre una partita Iva, bisogna, poi, scegliere il codice Ateco che si riferisce alla pecifica attività che si esercita, e bisogna scegliere anche il tipo di regime contabile tra: regime forfettario o contabilità ordinaria.

Una volta rilasciata o inviata la dichiarazione firmata, è assegnato il numero di partita Iva, che rimarrà sempre lo stesso fino al termine dell’attività.

Ultima tappa da seguire è l’Inps, dove recarsi per aprire una posizione previdenziale (i professionisti con cassa dovranno procedere ad aprire la posizione previdenziale presso la propria cassa professionale; per i giornalisti, ad esempio, è l’Inpgi).

Per chi deve registrare una ditta individuale, dovrà inoltre iscrivere l’impresa alla Camera di Commercio, e comunicare al Comune l’avvio della propria attività.

Come aprire una partita Iva gratuitamente online

Se si vuole procedere all’apertura della partita Iva direttamente da casa, è possibile procedere anche online alla richiesta. Le modalità in questo caso sono semplicissime. Innanzitutto è necessario compilare il modulo di inizio attività (modello AA9/12 oppure modello AA7/10).

Prima di provvedere alla compilazione, in ogni caso, è necessario scegliere il giusto codice Ateco, quello che si riferisce all’attività che si vuole svolgere. La lista dei codici Ateco è in continua evoluzione e piuttosto articolata ed è proprio il codice Ateco, nel regime forfettario, a determinare il coefficiente di redditività su cui, poi, si calcoleranno le imposte da versare. Per questo motivo bisogna dedicare la giusta attenzione nella scelta del codice Ateco.

Compilato il modello è necessario trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate e la trasmissione può avvenire dopo la registrazione a Fisconline. Per accedere alla piattaforma Fisconline è richiesto l’utilizzo dell’identità digitale.

Chi può aprire una partita Iva

I titolari di società e professionisti autonomi, (ovvero chi esercita un’attività economica organizzata allo scopo di vendere, produrre e scambiare beni o servizi) possono aprire una partita Iva.

Quali sono i costi di una partita Iva?

Aprire una partita Iva non costa nulla, ma vi sono da considerare le spese di mantenimento, che possono essere anche sostanziose.

I regimi di contabilità tra cui scegliere sono:

  • Regime di Contabilità ordinaria: chi apre una partita Iva a regime di contabilità ordinaria deve guadagnare abbastanza in generale, al fine di affrontare comodamente le spese di gestione;
  • Regime forfettario: questo regime agevolato, rivolto alle partite Iva con ricavi fino a 85.000 euro, prevede l’esenzione dall’Iva e una tassazione ad aliquote molto ridotte rispetto alla normale Irpef, pari al 15% e al 5% per i primi cinque anni di attività. Di contro non è possibile portare in deduzione o detrazione le spese sostenute, ad esclusione dei contributi previdenziali obbligatori.

Chi deve iscrivere una ditta alla Camera di Commercio, pagherà all’istituto una quota che si aggira attorno agli 80-100 euro l’anno; a questa spesa va aggiunto naturalmente il costo del commercialista (circa 1.000 euro l’anno), e i contributi Inps. Da non sottovalutare anche il pagamento delle imposte Irpef e Irap, calcolate rispettivamente sul reddito e sul valore aggiunto prodotto.

Quando non conviene aprire la partita Iva

Aprire una partita Iva ha i suoi vantaggi, ma ha anche un costo (di mantenimento): pertanto, prima di aprirla, meglio fare due calcoli su quanto ammonta il nostro guadagno annuale e se l’attività che si intende svolgere rientri tra quelle redditizie.

Se si è lavoratori indipendenti e gli introiti superano i 5.000 euro annui, è consigliabile aprire una partita Iva per regolarizzare la propria posizione fiscale, ma sotto i 5.000 euro è meglio valutare attentamente poiché le spese di gestione potrebbero incidere pesantemente sui guadagni.

Quanto costa mantenere una Partita Iva?

Il costo annuale di una partita Iva varia fondamentalmente a seconda del regime fiscale prescelto.

Nella città di Roma, per esempio, i prezzi medi che vengono praticati dagli studi dei commercialisti possono essere così suddivisi:

  • partita Iva in regime agevolato forfettario: si va dai 200,00 agli 800 euro più Iva all’anno, a seconda della tipologia di consulenza di cui il contribuente ha bisogno. Ovviamente un negozio o un e-commerce avrà costi di gestione più alti del piccolo professionista che “stacca” una fattura al mese. Attenzione: un aspetto molto particolare di questo regime è l’esclusione dall’Iva. Ciò significa che il forfettario emette fatture senza addebitare l’IVA; di conseguenza, sulle fatture ricevute l’Iva rappresenta un costo vero e proprio non detraibile/deducibile;
  • partita Iva in regime contabile semplificato (ditte individuali e società di persone): qui il prezzo aumenta, variando da 900,00 a 5.000,00 euro all’anno a seconda del volume dell’attività svolta;
  • partita Iva in regime contabile ordinario (ditte e società di persone al di sopra di certi volumi di fatturato più società di capitali): qui la gestione richiede più adempimenti e quindi il costo è decisamento più elevato (anche se varia da professionista a professionista).

Attenzione: i prezzi sopra esposti rappresentano una rilevazione su un campione limitato di dati, riferiti alla città di Roma.

I relativi valori sono comunque ed in ogni caso legati a molteplici fattori, tra i quali:

  • volume dell’attività;
  • tipologia di consulenza richiesta (consulenza di base e/o specialistica);
  • regime contabile e fiscale utilizzato;
  • costi di gestione del personale dipendente e dei collaboratori in genere.

Gli adempimenti per il mantenimento della Partita Iva

Come anticipato i costi di gestione della Partita Iva variano a seconda della tipologia dell’attività e del regime di contabilità scelto.

Come esempio generale prendiamo una ditta individuale che ha optato per il regime di contabilità semplificata.

Questa ai costi strettamente necessari per lo svolgimento della propria attività (affitto del locale, stipendio di eventuali dipendenti, bollette della luce, acquisto dei beni strumentali) dovrà aggiungere l’onorario al commercialista che si occupa della tenuta della contabilità.

Sul calcolo dell’onorario del commercialista incidono diversi fattori, quali ad esempio:
-* tipologia dell’attività;

  • regime fiscale;
  • volume d’affari;
  • numero delle fatture annue;
  • il professionista al quale ci si rivolge.

Da pagare poi c’è il diritto camerale, ossia il contributo che tutti gli iscritti al Registro delle Imprese devono pagare annualmente alla Camera di Commercio competente sul territorio.

Gli importi vengono aggiornati annualmente dal Mise.

Ci sono poi i contributi previdenziali che artigiani e commercianti devono pagare all’Inps, in quattro rate trimestrali. I contributi previdenziali sono composti da una parte fissa e da una quota percentuale calcolata sul reddito dichiarato, e gli importi vengono aggiornati annualmente.

Inoltre ci sono aziende - o attività professionali considerate ad alto rischio - per le quali è obbligatoria l’iscrizione all’Inail, con tutti gli oneri che ne conseguono.

Infine, al reddito dichiarato si applicano imposte e tasse, quali:

  • Irpef: imposta progressiva sul reddito delle persone fisiche che si calcola applicando diverse aliquote in base agli scaglioni di reddito;
  • Irap: imposta regionale sulle attività produttive che è a carico delle imprese, pari al 3,90% sul fatturato (ma che non si applica all’utile di esercizio).

Gli obblighi fiscali da rispettare

Concludiamo con un sunto degli obblighi fiscali che il titolare di partita Iva nel regime ordinario deve rispettare:

  • Emissione di fattura elettronica, che deve contenere:
    • data di emissione;
    • numero di partita Iva e codice fiscale dell’emittente;
    • ditta, denominazione e ragione sociale dell’emittente e del cliente;
    • residenza e domicilio dell’emittente e del cliente;
    • natura, quantità e qualità dei beni, comprensivi di aliquota;
    • corrispettivi con aliquota Iva applicata;
    • ammontare Iva distinta per aliquota.
  • Compilare gli appositi registri contabili con fatture (emesse e ricevute), bolle doganali e corrispettivi.
  • Detrazioni riguardanti le operazioni soggette a imposta e le operazioni non imponibili.
  • Liquidazione, versamento e dichiarazione periodica dell’Iva.
  • Dichiarazione annuale Iva con il Modello Unico, o separata.

Insomma, iniziare non è particolarmente costoso, ma la gestione nel tempo di un’attività in proprio presuppone una serie importante di impegni e costi.

Tutto però si affronta con il giusto spirito se si apre la partita Iva per avviare un’impresa o un’attività professionale destinata al successo: la soddisfazione data dal raggiungere questo obiettivo ripaga di tutti i costi e i sacrifici, in Italia certamente superiori alla maggior parte dei paesi avanzati.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO