Oro crolla a 1.260$ ai minimi da febbraio. Pesa euforia sulle borse (Wall Street a livelli record)

I nuovi record storici toccati ieri dall’indice americano S&P500 e dall’indice tedesco Dax30 hanno spinto gli investitori a liquidare grosse posizioni sull’oro, con i grandi speculatori internazionali che hanno incrementato l’esposizione short in vista di nuovi pesanti cali nei prossimi giorni. Nonostante il clima di forte tensione geopolitica in Ucraina, dove nella regione di Donetsk si contano oltre 100 morti negli scontri tra i militari di Kiev e i ribelli filorussi, il metallo prezioso ha subito una pesante battuta d’arresto in scia al mood di euforia presente sui principali mercati azionari. Il sentiment positivo tra gli investitori, che hanno ripreso a comprare azioni e bond a mani basse, non ha di certo giovato al mercato dell’oro, che ieri ha registrato un calo del 2,24%. Male anche l’argento, che ha subito una perdita dell’1,85% scendendo in area 19$ l’oncia.

L’oro spot è sceso sui mercati asiatici a 1.260$ l’oncia, dopo che negli ultimi giorni si era mosso in un clima di bassa volatilità poco sotto i 1.300$ l’oncia. Il sell-off scattato ieri è un chiaro segnale di debolezza, che dovrebbe ora facilitare un nuovo deciso ribasso verso il prossimo supporto di 1.240$ l’oncia. Gli esperti concordano sul fatto che l’oro sia destinato ad aggiornare nuovi minimi, dopo quelli a 1.180$ dello scorso anno, o quantomeno effettuare il test dell’ampia zona di supporto di lungo periodo posta tra 1.200$ e 1.180$. Gli specialisti di Goldman Sachs si aspettano un calo fino a 1.050$ entro la fine del 2014. Intanto nella settimana al 23 maggio, l’oro detenuto dagli Etf è sceso a 1.716,5 tonnellate (-6,3 tonnellate), segnando il livello più basso da ottobre 2009. Da segnalare, invece, che i fondi stanno acquistando a mani basse platino e palladio: qui le posizioni long sono cresciute a livelli record.