Nomadi digitali: sai chi sono? Sarà la modalità di lavoro del futuro?

Giorgia Bonamoneta

30 Ottobre 2021 - 17:57

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Chi sono i nomadi digitali? Un settore lavorativo proiettato al futuro secondo alcuni e che ha caratteristiche simili allo smartworking. Ecco chi sono e cosa fanno per vivere.

Nomadi digitali: sai chi sono? Sarà la modalità di lavoro del futuro?

Sempre più spesso sentiamo parlare di nomadi digitali e forse qualche ragazzo o ragazza avrà già espresso ai propri genitori e tutori di voler diventare un nomade digitale. Ma chi sono i nomadi digitali? Andiamo con ordine.

Gli ultimi due anni (2020-2021) hanno costretto molti settori a velocizzare un processo già iniziato in altri Paesi, ovvero quello dello “smartworking”. Per chiarezza sarebbe meglio distinguere homeworking, smartworking e nomadi digitali.

In questo articolo non solo capiamo le differenze, ma ci focalizzeremo sulla figura del nomade digitale, su cosa fa per vivere e dove vive. Cercheremo anche di dare dei consigli per diventare un nomade digitale e i migliori luoghi per vivere ed essere un lavoratore e viaggiatore.

Chi sono i nomadi digitali?

L’essere umano è curioso per natura e per molti, soprattutto la generazione nata negli anni Ottanta e Novanta, poter viaggiare è una priorità, più di avere una casa, più di comprare un’auto. La stabilità non è più il metro di giudizio di una vita piena, anzi. In questa categoria troviamo molti esperti, lavoratori dei servizi digitali, persone che spesso per fare gavetta ed esperienza hanno dovuto lavorare principalmente da casa con un pc davanti. Possiamo dire che il nomadismo digitale è una rivoluzione del lavoro da casa.

I nomadi digitali sono i lavoratori da remoto, coloro che non lavorano direttamente con il pubblico — cioè non lavorano nella ristorazione, a un desk informativo ect- e che possono svolgere il proprio lavoro attraverso strumenti come computer portatile, tablet, smartphone o macchina fotografica.

I nomadi digitali possono scegliere dove vivere e soprattutto dove lavorare, se da una spiaggia in Spagna o da una baita in Canada. L’importante è avere una connessione internet, uno strumento tecnologico e, ovviamente, avere lo spirito avventuroso.

La differenza tra nomade digitale e gli altri lavoratori da remoto

Potremmo definire il nomade digitale come un libero professionista che viaggia per turismo e lavora online. Ci sono poi nomadi digitali che viaggiano per lavoro e chi lavora tramite i social, sfruttando la propria capacità di attirare un pubblico, riuscendo così a guadagnare con sponsorizzazioni e affiliazioni.

Questa definizione è molto lontana da quella di smartworker che abbiamo adottato in Italia per intendere chi lavora tramite il computer. Eppure neanche questo termine è usato correttamente. Vediamo in che modo si possono dividere i lavoratori digitali.

La differenza tra:

  • Homeworker: chi trasferisce il lavoro da ufficio a casa, con orari da azienda;
  • Smartworker: chi non ha ora e si organizza il lavoro in base a target, cioè obiettivi, decisi dall’azienda;
  • Nomade digitale, una diretta conseguenza dello smartworking, ma che decide di viaggiare e lavorare in Paesi e situazioni diverse.

Come diventare nomadi digitali?

Chiunque può diventare un nomade digitale, infatti la regola di base è avere una vena avventurosa. L’alternativa dopotutto è continuare a lavorare in smartworking, cioè da casa. Diventare nomadi ha vantaggi e svantaggi e in base a questi si può capire se questo metodo di lavoro è adatto al proprio stile di vita.

Prima di elencare pregi e difetti di questo “stile di vita”, dobbiamo rispondere alla domanda: come diventare nomadi digitali? La risposta è più semplice di quanto sembri. Infatti per diventare nomade digitale bisogna trovare un lavoro che si può svolgere online. In altre occasioni abbiamo parlato di lavori nuovi, del futuro e questa è un’occasione simile.

Molti dei lavori di domani si possono svolgere attraverso l’utilizzo di un computer, per esempio programmatore informatico, web designer, scrittore, traduttore e molti altri. Se si hanno capacità attrattive verso un determinato pubblico si può pensare di fare l’influencer (esiste anche un corso di laurea) o lo youtuber. Insomma, per essere nomade digitale bisogna prima di tutto trovare o creare un lavoro digitale.

Vantaggi e svantaggi di essere un nomade digitale

Perché lavorare come nomade digitale? Ci sono pregi e difetti, come in ogni altro metodo di lavoro. La lista vuole rimanere generica e per questo alcuni difetti potranno sembrare pregi e viceversa.

I vantaggi della vita da nomade digitale:

  • viaggiare in giro per il mondo
  • risparmiare soldi (se si scelgono Paesi poco costosi)
  • essere liberi d’investire il proprio tempo

Gli svantaggi della vita da nomade digitale:

  • non avere un posto fisso dove vivere
  • è difficile mantenere una relazione

Dove vivono i nomadi digitali?

Pensare di lavorare come nomade digitale vuol dire iniziare a entrare in un modo, in un settore lavorativo nuovo. Inizia a essere sempre più gettonato e molti Paesi si sono organizzati per accogliere la migrazione di questi.

I nomadi digitali si riuniscono in alcuni Paesi specifici, poco o molto costosi che hanno però un’ottima connessione internet. Vediamo quali sono i luoghi più gettonati.

Ecco i Paesi e le città dove i nomadi digitali hanno creato una vera e propria comunità:

  • Chiang Mai, Tailandia
  • Canggu/Ubud, Bali, Indonesia
  • Valencia, Spagna
  • Lisbona, Portogallo
  • Praga, Repubblica Ceca
  • Catania, Sicilia, Italia

Sarà la modalità di lavoro del futuro?

Dopo la pandemia molti di coloro che hanno sperimentato lo smartworking non vogliono tornare in ufficio. Il nomadismo digitale è un nuovo punto di riferimento in questo senso.

Inoltre il nomade digitale ha creato un settore turistico, quello per un lungo soggiorno e che cambia l’economia locale, soprattutto nei Paesi meno costosi.

Intercettare questo settore è essenziale per capire il futuro del lavoro. Lavorare online ovunque, quando si vuole vuol dire infatti soffrire uno scherma più rigido. In futuro quindi si potrebbe iniziare ad applicare sistemi di lavoro più simili al nomadismo digitale per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni e non più il contrario.

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