Ma quale lockdown: più del 50% dei lavoratori di fabbriche e servizi privati continua ad andare ogni giorno al lavoro e la maggioranza si trova al Sud secondo gli ultimi dati Istat.

Ma quale lockdown ci verrebbe da dire se oltre il 50% degli italiani continua ad andare al lavoro e la maggioranza al Sud.
A fare la fotografia del Paese in distanziamento sociale e isolamento in tempi di COVID-19 è l’Istat.
In particolare l’Istituto italiano di statistica evidenzia che nei settori dell’industria e dei servizi privati, ad esclusione delle banche, si continua a lavorare e molto.
Nonostante il lockdown imposto al Paese, e che tanto ci è costato, e nonostante lo smart working attivo per chi può, il 55,7% dei lavoratori ogni giorno raggiunge la fabbrica e il proprio ufficio e la maggioranza al Sud. Vediamo cosa dicono i dati Istat.
Ma quale lockdown: oltre il 50% lavora
Ma quale lockdown: oltre il 50% dei lavoratori dei servizi privati e industria lavora, specie al Sud. I dati vengono dall’Istat che analizza la situazione del nostro Paese in tempi di coronavirus.
In particolare la maggioranza sembra attiva al Sud dal momento che il Nord è stato interessato da maggiori contagi e restrizioni. Vediamo dunque che secondo Istat per i settori aperti secondo il decreto ministeriale nelle regioni del Sud la quota di addetti è maggiore, è superiore al valore medio nazionale. In particolare sono tre le regioni che fanno registrare questo dato:
- Basilicata;
- Calabria;
- Sicilia.
Istat fa anche la sua classifica in cui evidenzia quali sono i comuni in cui si lavora di più durante il lockdown in Italia (la lista è di 100, ma forniamo solo i primi) e sono:
- Priolo Gargallo (Siracusa) con l’82,3% dei lavoratori attivi nei settori aperti;
- Rutigliano (Bari) con il 79,2% di lavoratori attivi;
- Fiumicino con il 78,4%.
Queste sono i comuni del Sud che si posizionano ai primi tre posti. Solo in quinta posizione troviamo un comune del Nord del Paese, vale a dire Somma Lombardo in provincia di Varese con 77,2% di addetti al lavoro nei settori ancora aperti.
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Si lavora di più nelle grandi città
Secondo i dati Istat si lavora di più nelle grandi città durante il lockdown. Infatti questa analisi, come chiarisce il rapporto dell’Istituto, non guarda tanto alla distinzione tra Nord e Sud, ma dipende dalla vocazione economica dei territori. Pertanto nella classifica e al di sopra della media nazionale troviamo in ordine le seguenti città:
- Genova (69,6%);
- Bari (68,7%);
- Roma (68,5%);
- Ancona (68,4%);
- Trento (68,3%);
- Bologna (67,7%);
- Milano (67,1%);
- Palermo (66,6%).
Ciò che fa riflettere tuttavia è che si continui a lavorare, se guardiamo le percentuali, in territori tra i primi e più colpiti dai contagi di COVID-19 e vale a dire nelle città di Lodi (73,1%) e Crema con il 69,2%.
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