Home > Altro > Archivio > La Grecia ha detto SI al piano UE: quali sono le conseguenze?
La Grecia ha detto SI al piano UE: quali sono le conseguenze?
giovedì 16 luglio 2015, di
C’è stato sudore, lacrime e sangue per le strade di Atene la notte scorsa; sono infatti scoppiati violenti scontri dopo la notizia che il parlamento greco aveva votato SI alle riforme di vasta portata che sono condizione per il terzo bailout da parte dei creditori.
Nelle prime ore di giovedì mattina, il disegno di legge di austerità, che spianerà la strada per l’aiuto finanziario del valore di 86 miliardi di euro, è stato approvato con 229 voti nella camera di 300 posti. Ci sono stati 64 voti contrari e 6 astensioni.
Mentre la votazione era ancora in corso, tuttavia, sono scoppiate ribellioni sia all’interno del parlamento sia all’esterno. Alcuni membri dello stesso partito del primo ministro Tsipras hanno votato contro le misure, e più di 10.000 manifestanti anti-austerità hanno protestato in tutta la capitale greca. Alcune delle proteste sono diventate violente e la polizia ha dovuto usare gas lacrimogeni per cercare di disperdere i gruppi che lanciavano bombe molotov.
Si del parlamento greco all’austerità: cosa aspettarsi ora?
Anche se le proposte controverse sono state approvate con il sostegno del governo greco e dai partiti di opposizione filo-europei, Tsipras ha perso il sostegno di un quarto dei membri del suo partito Syriza.
39 irriducibili all’interno del suo partito hanno votato contro il pacchetto di salvataggio, che richiede enormi tagli alla spesa, la riforma delle pensioni e aumenti delle tasse, tra questi anche l’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, il ministro dell’energia e il vice ministro del lavoro. Il vice ministro delle finanze Nadia Valavani si è dimesso proprio prima del voto.
Ora è ampiamente previsto un rimpasto di governo, e alcuni analisti hanno avvertito che ci potrebbero essere nuove elezioni all’orizzonte.
Jasper Lawler, analista di mercato per CMC Markets ha detto in una nota giovedì mattina,
Il Primo Ministro Tsipras tenterà un rimpasto di governo, ma se quest’ultimo fallirà ad assicurare fiducia al partito Syriza, uno scenario peggiore sarebbero le elezioni anticipate.
L’ex ministro delle finanze greco Gikas Hardouvelis ha concordato e ha dichiarato a CNBC Europe,
Tsipras ha approvato la legislazione ma ha perso un quarto dei suoi parlamentari che hanno votato di “no”. Il minimo da aspettarsi ora sarebbe un rimpasto del governo.
Per il signor Tsipras è molto importante – se vuole rimanere al potere – garantire che i suoi ministri credano nelle riforme e lavorino sodo. Non può permettersi di avere persone nei suoi ministeri che sono contrari a ciò che è stato appena deciso.
Nonostante Tsipras abbia detto prima del voto che non credeva nell’accordo, Hardouvelis ha detto che il primo ministro potrebbe attuare le riforme se crede siano progressive.
Aprire le professioni, combattere oligopoli, riparare il sistema del settore pubblico, quello della giustizia e quello fiscale, tutte queste cose danno potere al popolo. Se lui è parte di tutto questo e fa le riforme, avrà successo. Ma se non lo fa, sarà fuori dalla scena politica. Dipende da lui a questo punto.
Le elezioni anticipate in Grecia potrebbero accadere a settembre o ad ottobre, ha aggiunto Hardouvelis.
Grecia: problema finanziamento
Giovedì mattina, i ministri delle finanze della zona euro hanno partecipato ad una conference call per discutere circa il voto, a seguito dell’ultima decisione sul tasso di interesse stabilita dalla BCE.
Tuttavia, molto probabilmente, l’attenzione sarà concentrata sulla possibilità o meno da parte della BCE di estendere maggiore liquidità di emergenza (ELA) alle banche greche che sono rimaste chiuse per più di due settimane con controlli sui capitali per i prelievi. A parte il suo sistema bancario, la Grecia ha anche bisogno di aiuto finanziario per ripagare il suo debito alla BCE il prossimo 20 luglio.
Si pensa che l’approvazione dei termini di salvataggio da parte del Parlamento greco spianerà la strada per l’accesso della Grecia ai fondi dell’Unione Europea tramite il Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM), una soluzione di finanziamento a breve termine. Questo, tuttavia, ha causato costernazione tra paesi non appartenenti alla zone euro come il Regno Unito, che teme che i suoi contribuenti finiranno per finanziare parte del salvataggio greco.
Svalutazione del debito
Ma anche se sembra che le sue esigenze di finanziamento a breve termine saranno soddisfatte, la questione del debito greco è ancora presente.
La Grecia ha già ricevuto due salvataggi del valore di 240 miliardi di euro e sta lottando per rimborsare tale cifra ai suoi creditori, dopo aver perso due pagamenti per un valore complessivo di 2 miliardi di euro al FMI.
Infatti, il FMI ha suscitato grande scalpore in vista del voto per la svalutazione del debito greco, anche se la Germania (maggiore finanziatore della zona euro) ha finora condannato la cancellazione del debito, sostenendo che potrebbe innescare un precedente per altri paesi indebitati del blocco della moneta unica.
Giovedì, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che una soluzione ai problemi della Grecia senza un haircut sarà molto difficile.
Tuttavia, ha detto ad una radio tedesca che una mossa del genere sarebbe incompatibile con l’appartenenza del paese all’euro, il che significa che un’uscita temporanea dalla moneta unica sarebbe forse “la soluzione migliore”.
Fonte: CNBC