Hezbollah, chi sono e cosa vogliono (e perché non sono ancora intervenuti a Gaza)

Luna Luciano

12/10/2023

20/10/2023 - 10:13

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Hezbollah è un’incognita nella guerra in Palestina. Pur sostenendo Hamas, l’organizzazione militare libanese filo-iraniana, ancora non è intervenuta contro Israele: ecco perché e cosa vogliono.

Hezbollah, chi sono e cosa vogliono (e perché non sono ancora intervenuti a Gaza)

Hezbollah, la milizia sciita libanese guidata da Hassan Nasrallah rimane una grande incognita del conflitto israeolo-palestinese, che Tel Aviv deve monitorare con attenzione.

Tra gli attori principali dell’escalation di tensioni in Medio Oriente, Hezbollah ha aperto un secondo fronte in Israele, attaccando i confini del Paese a Nord, in sostegno ad Hamas.

Il numero due Sayyed Hashem Safieddine, capo del comitato esecutivo del movimento, ha lodato pubblicamente l’aggressione dell’organizzazione paramilitare palestinese e ha minacciato Israele, ricordando che la “battaglia non si limita a Gaza” e che Hezbollah non sarà mai neutrale e che “i combattenti della resistenza sono pronti a entrare in guerra”.

Hezbollah, infatti, si è da sempre dichiarato nemico giurato e avversario di Israele, eppure, pur giungendo notizie su brevi incursioni sul fronte Nord, al momento non sembra che il “Partito di Dio” (significato del nome di Hezbollah) stia progettando un grande attacco come quello condotto da Hamas.

Le ragioni potrebbero essere diverse. Infatti, non è scontato che Hezbollah decida di non partecipare attivamente all’attacco contro Israele, viste le condizioni economiche del Libano che si trova in default.

Eppure, le mosse di Hezbollah possono essere imprevedibili e potrebbe non escludere un attacco diretto a Israele nel momento di massima debolezza. L’organizzazione libanese è quindi tornata al centro dell’attenzione, soprattutto perché potrebbe aver giocato un ruolo non indifferente nella preparazione degli attacchi palestinesi.

Per avere un quadro il più esatto possibile, è opportuno capire chi è e cosa vuole Hezbollah e perché ancora non sono intervenuti a Gaza: di seguito tutto quello che serve sapere sull’argomento.

Hezbollah, chi sono: la storia dell’Organizzazione

Hezbollah è un’organizzazione paramilitare islamista libanese, nata nel giugno 1982 e diventata successivamente anche un partito politico islamista sciita del Libano. Hezbollah nasce come braccio armato durante l’invasione di Israele del Libano, grazie allo sforzo dell’Iran di aggregare gruppi di militanti sciiti libanesi in un’organizzazione unificata.

Attualmente il segretario generale è Hassan Nasrallah, succeduto nel 1992 all’eliminazione da parte israeliana del suo predecessore Abbas Al-Musawi. Grazie al supporto iraniano, la forza dell’ala paramilitare di Hezbollah è cresciuta a tal punto da essere oggi considerata la più potente dell’esercito regolare libanese.

Ispirata all’Ayatollah Khomeini, le prime azioni dell’organizzazione furono circa trenta attacchi suicidi, ma in pochi anni, nel 1985, Hezbollah si organizzò con principi e obiettivi politici. In poco tempo l’organizzazione si sostituì allo Stato, svolgendo attività statali come la tassazione, la sicurezza fino alla messa a disposizione di servizi basilari agli abitanti di quelle aree in cui la milizia era più presente, assumendo in poco tempo la forma di “uno Stato nello Stato”.

Da quando Israele si è ritirato dal Libano meridionale, nel 2000, Hezbollah ha concentrato il proprio interesse sulla politica interna del Libano. Ha poi eseguito gli ordini dell’Iran anche in Siria durante la guerra civile. Dal 2009 il partito ha partecipato alle elezioni politiche libanesi ed è il secondo partito che rappresenta la comunità sciita, dopo Amal. Ad oggi Hezbollah è l’attore politico predominante e la principale forza destabilizzante del Paese.

Cosa vuole Hezbollah: ideologia e obiettivi

Fin dalla sua creazione come braccio armato, fino a diventare un partito sciita libanese, Hezbollah ha sempre dichiarato cosa vuole e quali sono i suoi obiettivi. Obiettivi politici che sono stati rivisti ed esplicitati nel secondo Manifesto dell’organizzazione redatto nel 2009.

Hezbollah descrivendosi come un movimento jihadista islamico sciita afferma che la sua priorità è la difesa del Libano contro la “probabile aggressione israeliana” e la creazione di uno Stato islamico in Libano. Se in origine l’organizzazione era favorevole a trasformare il Libano in una repubblica islamica teocratica come l’Iran, l’obbiettivo è stato successivamente abbandonato in favore di un approccio più inclusivo nella costituzione di uno stato islamico.

Lo scopo principale non è solo la fondazione di uno Stato islamicocome patria per tutti i musulmani”, 3 sono i nemici fondamentali del partito: Israele, Stati Uniti e l’Isis. Stando all’ideologia dell’organizzazione, l’obiettivo centrale degli Stati Uniti è quello di “un’egemonia americana” capace di “dominare a tutti i livelli le nazioni: politicamente, economicamente, culturalmente o attraverso il saccheggio delle loro risorse, soprattutto del petrolio”, mentre Israele è da considerarsi un nemico per l’egemonia imposta nella regione in cui è stato fondato lo Stato a discapito dei palestinesi.

A causa degli attacchi dell’organizzazione in Siria, alcuni paesi musulmani come Arabia Saudita, Egitto, Giordania insieme agli Stati Uniti e Israele hanno condannato le azioni di Hezbollah, classificandola come organizzazione terroristica. L’azione dell’organizzazione è invece a oggi sostenuta non solo dalla Siria e dall’Iran ma anche dalla Russia.

Perché Hezbollah non è ancora intervenuta a Gaza?

Nonostante Hezbollah dichiari di essere nemico giurato di Israele, ancora non ha sferrato un vero attacco ai danni del Paese e non è intervenuta su Gaza. In questi giorni ha lanciato quattro operazioni, che non ha rivendicato e sparato sporadicamente colpi di mortaio come gesto di sostegno nei confronti di Hamas, e ha inviato una squadra di quattro persone per infiltrarsi in territori israeliani.

Eppure Hezbollah, il Partito di Dio, ha a disposizione dieci volte il numero di razzi e missili di Hamas, e questo perché a differenza di Gaza, in Libano Hezbollah gode di una libertà per la quale riesce a ricevere più armi, senza contare che gode del sostegno finanziario dell’Iran, che ogni anno stacca un assegno di 700 milioni di dollari per il partito e milizia libanese (fonti statunitensi).

La domanda è dunque lecita: perché non attacca Israele? Un attacco combinato, aprendo un secondo fronte al Nord sulla Linea Blu, potrebbe mettere in seria difficoltà Tel Aviv che si troverebbe schiacciata in una guerra a tenaglia con Gaza a Sud e il Libano al Nord, con il rischio effettivo di un’escalation a tutto il Medio Oriente.

Hezbollah, attaccando Israele, potrebbe sovraccaricare i sistemi di difesa Iron Dome, al punto da bucarli e attaccare il Paese. Eppure le ragioni per cui ancora non ha attaccato potrebbero essere diverse. La minaccia di un attacco, per quanto non ancora effettivo, potrebbe avere lo scopo di costringere le forze israeliane a essere vigili e a non concentrare tutte le forze a Sud.

E per quanto un escalation in Libano sembra scontata, proprio perché Israele non può permettersi di lasciarsi alle spalle una minaccia mentre combatte a Sud, al momento Hezbollah potrebbe decidere di non attaccare a causa delle devastanti condizioni economiche in cui versa il Paese da ormai due anni. Se Hezbollah attaccasse, infatti, le conseguenze, quali raid aerei israeliani, potrebbero avere un costo politico troppo elevato, con il rischio di perdere il controllo sul Paese.

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