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Grecia, FMI, OCSE, Russia e Cina: ecco quali sono le possibili soluzioni alternative al fallimento dell’Eurogruppo
giovedì 12 febbraio 2015, di
La riunione straordinaria dell’Eurogruppo tenutasi ieri a Bruxelles finisce con un nulla di fatto: troppo inconciliabili le posizione europee con le richieste della Grecia, troppi i dubbi dei partner europei nei confronti del piano di risanamento targato Tsipras.
Tra tutte le posizioni messe in campo spicca, ovviamente, il rifiuto tedesco anche se l’idea di non concedere alcuno sconto sul debito greco è un’opinione diffusa tra i ministri delle finanze dell’Eurozona. Per quanto riguarda i prestiti straordinari un’accordo di massima sembra sia stato quasi raggiunto anche se, alla fine, nessuna delle ipotesi messe in campo si è concretizzata, dal momento che sia Varoufakis che Schaeuble hanno rivisto le loro posizioni.
Alla fine dell’incontro il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloemha dichiarato che si è
“discusso della possibilità di una estensione dell’attuale programma. Per alcuni è certamente l’opzione migliore, ma non siamo ancora arrivati a questa conclusione. Abbiamo ancora bisogno di tempo”
Appuntamento rimandato, quindi, a Lunedì 16 Febbraio, quando si terrà una nuova riunione dei ministri finanziari europei per cercare una possibile via d’uscita alla situazione greca, soprattutto su due fronti:
- Cosa succederà dopo la scadenza della fase attualmente in corso (fino al 28 Febbraio) del piano di salvataggio della Troika? Alla Grecia servono di certo nuovi fondi per finanziare le riforme e scongiurare il pericolo di un default bancario: il nuovo esecutivo greco ha richiesto un prestito ponte, l’Europa preferisce parlare di proroghe del piano di salvataggio o di nuovi programmi;
- Quali saranno le condizioni a cui saranno vincolati i nuovi finanziamenti? I greci parlano di prestito ponte perché non hanno alcuna intenzione di sottostare ancora alle misure imposte dalla Troika - misure che peraltro hanno ridotto in stato di povertà un terzo della popolazione greca - l’Europa, con sfumature diverse, potrebbe decidere di rivedere le proprie condizioni ma, di sicuro, non cambierà la propria strategia complessiva di politica economica.
FMI, Ocse, Cina e Russia
Nel frattempo però gli interlocutori con cui la Grecia sta intavolando trattative sono anche altri e, forse, almeno in un’ottica geopolitica, al di là dei vari scenari legati all’uscita della Grecia dall’Euro, è proprio questa l’eventualità che l’UE deve temere di più.
Anche se la parte più consistente del debito greco è detenuta dagli altri Paesi europei, una porzione di esso (pari a circa il 12%) è detenuta dal Fondo Monetario Internazionale. A tal proposito è opportuno rilevare che, sebbene l’FMI sia uno dei tre soggetti che animano la Troika (insieme a Unione Europea e BCE), nella giornata di ieri il direttore del Fmi, Christine Lagarde, ha parlato dell’incontro avuto recentemente con il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, a proposito del quale ha notato che
"Abbiamo avuto un buon incontro, un primo scambio di vedute molto buono, è l’avvio di un processo"
Anche se l’ipotesi di un’aiuto straordinario dell’FMI appare come quella meno realistica occorrerà comprendere quali sono i reali margini di trattativa e le reali concessioni che questa istituzione è disposta a fare, riguardo alla sua fetta di debito.
In attesa del prossimo incontro dell’Eurogruppo, Alexis Tsipras è tornato a segnalare la necessità di elaborare un nuovo piano di riforme assieme all’Ocse che si baserà
“sul mandato popolare e sul nostro programma politico e non su quello che era stato deciso in precedenza”
L’intenzione è chiaramente quella di tagliare fuori la Troika da qualunque progetto di riforma messo in campo dal momento attuale in poi sebbene, anche in questo caso, pur a fronte di riforme maggiormente eque, rimarrebbe invariato il nodo delle coperture ovvero delle risorse finanziarie necessarie per attuare quelle stesse risorse.
I punti su cui il nuovo governo greco si concentrerà maggiormente nei prossimi incontri con l’Ocse, saranno comunque quelli della lotta alla corruzione e dell’evasione fiscale, sui quali l’Ocse indicherà strumenti efficaci, già utilizzati da altre nazioni.
Gli scenari più alternativi e più interessanti si aprono però su altri due fronti, il primo di essi è quello cinese. Il premier cinese Li Keqiang avrebbe telefonato, infatti, telefonato ad Alexis Tsipras per congratularsi della vittoria elettorale e per invitarlo in Cina, dove sarebbe possibile
“approfondire e allargare i legami storici tra i due Paesi"
Nella giornata di ieri, infine, è avvenuto anche un incontro a Mosca tra il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias, a margine del quale il primo dei due ha dichiarato che la Russia, qualora Atene lo richiedesse, sarebbe disposta a considerare la possibilità di concedere aiuti finanziari alla Grecia.
Insomma, un piano B tutto orientale di cui ha rilevato la necessità anche Panos Kammenos, leader del partito nazionalista Greci indipendenti e ministro della Difesa e Vice premier del nuovo governo ellenico, qualora l’Europa restasse ferma sulle sue posizioni. Posizioni che di certo, accanto all’irremovibilità finanziaria, dimostrano anche scarsa lungimiranza riguardo agli equilibri dell’attuale scenario geopolitico non solo europeo ma anche mondiale.
