Fine del mondo nel 2050: un rapporto mostra le conseguenze del cambiamento climatico

Chiara Ridolfi

4 Giugno 2019 - 16:24

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La fine del mondo si avvicina? Secondo uno studio del Breakthrough National Center for Climate Restoration di Melbourne la data della conclusione dell’umanità sarebbe intorno al 2050.

Fine del mondo nel 2050: un rapporto mostra le conseguenze del cambiamento climatico

Il pianeta Terra sta morendo, il riscaldamento climatico porta all’estinzione di sempre più specie e ben presto potrebbe toccare proprio all’uomo. La data fissata per la fine del mondo sarebbe il 2050 o almeno questo è ciò che emerge dallo studio del Breakthrough National Center for Climate Restoration di Melbourne.
I cambiamenti climatici porterebbero nel breve periodo ad avere effetti devastanti sul Pianeta, conseguenze che l’uomo non riuscirebbe a gestire.

Lo scenario sulla Terra per i prossimi 30 anni non è proprio rincuorante, dato che gli effetti del cambiamento climatico sarebbero «estremamente gravi». Un triste futuro quello del nostro ecosistema che porterà 1 miliardo di persone a diventare migranti climatici e ad abbandonare la propria città. In tutti gli scenari che sono stati simulati dal think tank capitanato da un ex capo militare australiano non ci sono grandi chance per l’uomo.
Quelli che vengono proposti sono scenari possibili (non si tratta infatti di uno studio scientifico), ma tutti mostrano come il cambiamento climatico potrebbe portare a gravissimi e irreversibili problemi per il nostro Pianeta. Il 2050 sarebbe la data entro la quale la Terra potrebbe, a causa del cambiamento delle temperature, essere per metà inabitabile.

Il documento proposto dal Breakthrough National Center for Climate Restoration mostra tra le conseguenze non solo gli oltre 1 milione di profughi in fuga dalle proprie città, ma anche un grave e pesante taglio della produzione alimentare. A proporre questi scenari sono David Spratt e Ian Dunlop, due climatologi, che mettono in guardia il mondo e che mostrano la necessità di trovare nel breve periodo soluzioni efficaci, per riuscire a evitare la comparsa di questi scenari apocalittici.
In base ai dati scientifici attualmente a disposizione, i meteorologi hanno calcolato che entro il 2050 ci sarà un innalzamento delle temperature di ben . Questo incremento sarebbe costante per 20 giorni consecutivi, un periodo di tempo che il corpo umano non è in grado di sopportare e che porterebbe alla conseguente estinzione della specie.

Nello scenario prefigurato molti ecosistemi, per l’incremento delle temperature, non riuscirebbero a resistere e si direbbe addio a Foresta Amazzonica e Barriera corallina. Molte zone del mondo, come ad esempio Medio Oriente e nel Sud-Est asiatico, avrebbero oltre 100 giorni l’anno di caldo letale, che porterebbero quindi queste zone ad essere invivibili. L’abbandono di vaste aree del Pianeta obbligherebbero a dover anche dire addio ai raccolti e alle zone attualmente coltivate in quelle parti del globo, con un conseguente aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.
Nel rapporto Breakthrough National Center for Climate Restoration si spiega che città quali Mumbai, Giacarta, Hong Kong, Canton, Shanghai, Bangkok e Manila (tutte densamente popolate) sarebbero abbandonate per l’aumento del livello del mare e per le pesanti condizioni climatiche che si avrebbero in questi punti del mondo. Principalmente da queste zone arriverebbero poi i migranti climatici, in cerca di luoghi dove poter ancora vivere.

Una soluzione si deve trovare al più presto quindi e soprattutto deve essere drastica e deve portare a riconvertire le industrie di tutto il globo. In caso non venissero apportate modifiche si arriverebbero ad avere milioni di morti a causa dell’inquinamento atmosferico e delle condizioni climatiche estreme. La Terra diventerebbe quindi un luogo ostile e non più idoneo per la sopravvivenza della specie umana.
Un allarme lanciato anche da un recente rapporto dell’ONU. A marzo l’organizzazione ha infatti spiegato che se si continuerà in questo modo nel 2050 si avranno problemi di siccità, acqua potabile inquinata, mancanza di cibo e infezioni resistenti agli antibiotici.

I governi devono quindi intervenire immediatamente, solo così si potrà riuscire a contrastare per tempo l’incremento delle temperature e i conseguenti problemi che sono stati illustrati da David Spratt e Ian Dunlop.

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