Chi è Elisabetta Belloni e perché potrebbe essere il nuovo Presidente della Repubblica

Giorgia Bonamoneta

27/01/2022

27/01/2022 - 17:29

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Sarà Elisabetta Belloni il prossimo Presidente della Repubblica italiana? Ecco chi è e perché potrebbe essere il nome che avrà la meglio nelle trattative di palazzo.

Chi è Elisabetta Belloni e perché potrebbe essere il nuovo Presidente della Repubblica

Elisabetta Belloni piace a tutti (o quasi): ecco perché potrebbe essere lei, a sorpresa ma neppure troppo, il nuovo Presidente della Repubblica italiana.

Enrico Letta ritiene si tratti di una “candidatura onorevole”, Luigi Di Maio pensa sia “un alto profilo”, mentre anche Giorgia Meloni sembra essersi convinta riguardo a un’eventuale proposta del Centrodestra per un nome istituzionale come Presidente della Repubblica, quale appunto potrebbe essere quello di Elisabetta Belloni.

La quarta giornata di votazioni si è conclusa con un nulla di fatto, ma tra i partiti c’è la convinzione che domani, venerdì 28 gennaio, verrà raggiunta la soglia di voti utili per l’elezione del Presidente della Repubblica. E chissà se la scalata di Elisabetta Belloni non porterà proprio lei al Quirinale, per quella che potrebbe essere la prima Presidente donna della storia della Repubblica italiana.

Molto stimata in ambienti istituzionali, Elisabetta Belloni è tuttavia poco conosciuta dall’opinione pubblica. Per questo motivo nelle ultime ore molti si stanno chiedendo chi è Elisabetta Belloni, interrogandosi sui suoi trascorsi.

Elisabetta Belloni: chi è la prima donna a capo dei servizi segreti e nome adatto al Quirinale

L’ambasciatrice Elisabetta Belloni, 63 anni a settembre, è già stata nominata da Mario Draghi nuova autorità a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Una nomina che l’ha portata ad essere la prima donna a capo dei servizi segreti, dopo essere già stata “la prima donna” a capo dell’Unità di crisi della Farnesina nel 2004. Tra le prime volte Belloni sarebbe dunque adatta al ruolo di prima donna Presidente della Repubblica.

Elisabetta Belloni ha frequentato il liceo Massimo di Roma, lo stesso frequentato dal Primo Ministro Mario Draghi. Nel 1982 si laurea con lode in Scienze Politiche all’Università Luiss (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli) con una tesi in tecnica del negoziato internazionale. Comincia la sua carriera diplomatica presto: già nel 1985 ricopre incarichi di varia natura, di particole importanza quelli tra Vienna e Bratislava.

Nel 2004 Elisabetta Belloni è la prima donna a ricoprire il ruolo di capo dell’Unità di crisi della Farnesina (Ministero degli Affari Esteri), gestendo tra le varie emergenze anche quella dello tsunami nel sudest asiatico. Nel 2014 è ambasciatrice di ruolo e nel frattempo ottiene altri prestigiosi incarichi: dal 2013 al 2015 è direttore generale per le Risorse e l’Innovazione e nel 2016 è la prima donna segretario generale della Farnesina.

Dal 2021 è invece a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), scelta direttamente da Mario Draghi.

I ruoli di spicco descritti poco sopra e la nomea di essere senza alcuna identificazione partitica la rendono una perfetta candidata, più di molti altri nomi fatti in questi giorni. Inoltre nel 2018 il suo nome era già emerso tra quelli di “garanzia” quando Sergio Mattarella stava cercando una guida per il Governo.

Per gli italiani però è un nome privo di curriculum personale, per quanto quello della carriera sia ricco. Non si conoscono le idee di Belloni sulle riforme, sulle politiche e sui diritti. Insomma è una scelta al buio e una personalità tutta da scoprire.

Quale ruolo ha svolto Elisabetta Belloni per il DIS

Il DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) si occupa di coordinare le attività di altre due agenzie: AISI e AISE, rispettivamente l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che si occupa delle minacce alle istituzioni e del controspionaggio, e l’Agenzia per informazioni e la sicurezza interna che si occupa delle stesse minacce, ma in chiave estera.

Il DIS è la cabina di regia del Presidente del Consiglio o, in questo caso, dell’autorità delegata. Dal 2007, infatti, i servizi segreti sono di competenza del Primo Ministro, ma finora tutti i premier hanno delegato qualcuno, come fatto da Mario Draghi con Elisabetta Belloni. Solo Paolo Gentiloni non delegò il ruolo a nessuno, svolgendo dal 2016 il compito di capo del DIS.

Il DIS si occupa, oltre che di sicurezza e coordinazione delle informazioni, anche della sicurezza informatica e finanziaria del Paese. Per la sicurezza finanziaria sono stati proposti in bozza di legge di Bilancio circa 10 milioni di euro, ma Partito Democratico e Italia Viva si sono opposti e la proposta è tutt’ora in stallo.

In generale i servizi segreti costano molto a un paese. Dal 2011 - con una spesa di 650 milioni euro - ad oggi gli investimenti sono cresciuti di 200 milioni (tranne nel 2013-2016 quando sono scesi sotto i 600 milioni). Fino al 2023 la cifra che l’Italia spenderà per la propria sicurezza interna è di 850 milioni di euro.

Elisabetta Belloni, ammirata da molti per il suo lavoro, è stata insignita dell’onorificenza di Cavalier di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2017 e del titolo di Dama di Gran Croce per la Romania nel 2018. Finalmente un’altra donna porterà competenza nelle alte cariche dello Stato e lustro al nostro Paese.

Belloni, un nome all’ultimo per il Quirinale: perché

Elisabetta Belloniè un nome non divisorio”; così viene presentata dai giornali italiani in queste ore. Ed è giusto che sia così, dopotutto è questa la qualità più richiesta per un (magari per la prima volta “una”) Presidente della Repubblica. Non la rappresentazione della maggioranza degli italiani, rappresentante di forze di partito, ma qualcuna sopra i giochi di palazzo.

È Belloni il nome perfetto? È un’esperta diplomatica, un’ambasciatrice da prime volte importanti. Ha sempre ricoperto ruoli destinati fino a quel momento a uomini. L’ultimo dei soffitti di cristallo da superare sarebbe proprio quello del Quirinale e aprirebbe la strada a nuove opportunità per le donne.

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