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Draghi ultimo della classe. Le pagelle dei banchieri centrali
sabato 18 maggio 2013, di
Mentre l’anno scolastico volge al termine, ecco le pagelle di alcuni dei banchieri centrali più influenti del mondo. Chi ha superato a pieni voti l’anno, e chi è rimandato…a settembre? Jim McCaughan, CEO di Principal Global Investors, società globale di gestione del risparmio, ha assegnato i voti ai capi delle principali banche centrali tra cui, naturalmente, compaiono Ben Bernanke, Mario Draghi e Haruhiko Kuroda.
Il Governatore della Banca del Giappone (BOJ) Haruhiko Kuroda ha ricevuto il massimo dei voti aggiudicandosi una ’A-’. Alle sue spalle si posiziona il numero uno della Federal Reserve (Fed), Ben Bernanke che ha ricevuto una ’B’, mentre al Presidente della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi, va il titolo di “peggiore della classe”. Draghi non va oltre una ’C’.
Nel corso degli ultimi due anni la politica monetaria della BCE è stata particoalrmente aggressiva: la banca è intervenuta in maniera massiccia aumentando la liquidità alle banche e tagliando i tassi di interesse, ma le misure adottate non si sono tradotte in una reale crescita economica. L’economia della zona euro si è contratta dello 0,2 per cento nel primo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti e ora la BCE potrebbe essere costretta a tagliare ulteriormente i tassi, portandoli in territorio negativo. Secondo McCaughan l’Istituto di Francoforte potrebbe in futuro rappresentare un fattore di estrema volatilità e incertezza.
Al contrario, Bernanke ha svolto molto abilmente il proprio lavoro, anticipando le prossime mosse della Fed e indicando la disoccupazione e l’inflazione tra gli obiettivi prioritari della Federal Reserve. Nel mese di dicembre, la banca centrale degli Stati Uniti si è impegnata a mantenere i tassi di interesse vicino allo zero -
in una forchetta tra lo 0 e lo 0,25% -, almeno fino a quando la disoccupazione scenderà al di sotto del 6,5 per cento e l’inflazione si attesterà al 2 per cento.
Nonostante l’acceso dibattito pubblico sulla durata del quantitative easing (si fa un gran parlare della possibilità che, già a partire dall’estate, il programma di acquisto di bond possa subire una battuta d’arresto), McCaughan ha dichiarato: "Non importa, perché la Fed è molto trasparente in proposito. E’ chiaro che vi è la maggioranza intorno a Bernanke e al cammino che sta percorrendo".
Al pari di Bernanke, Kuroda della BOJ ha posto l’obiettivo dell’inflazione al 2 per cento. Fino ad allora, come ha precisato molto chiaramente la stessa banca centrale, il programma di acquisto di obbligazioni continuerà. Ecco le certezze che fanno bene ai mercati…!
Vogliamo tuttavia spezzare una lancia in favore di Draghi. Il presidente della BCE, nell’ambito dell’Unione Europea, è costretto ad una difficile mediazione tra le varie banche centrali che ostacola e rallenta il campo d’azione ed impedisce il prodursi di effetti diretti e incisivi...Quella della FED o della BoJ, è un’altra storia. Ma non è tutto. Va infatti precisato che Trichet, predecessore di Draghi al timone della BCE, non è mai stato completamente indipendente...dalla Germania! (A tratti sembrava più tedesco degli stessi tedeschi!). Draghi, nello scenario attuale, sta facendo tutto quanto è in suo potere. Probabilmente di più non potrebbe fare. Forse, se l’UE fosse una costruzione meno imperfetta, i risultati di Draghi sarebbero migliori…e i voti in pagella più alti!
Fonte: cnbc.com