David Bowie: con i suoi “Bowie bond” ha fatto (anche) la storia della finanza

Flavia Provenzani

12/01/2016

19/02/2016 - 22:52

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David Bowie ha fatto anche la storia della finanza con i suoi «Bowie bond», titoli a 10 anni sui diritti d’autore degli album precedenti al 1997.

David Bowie: con i suoi “Bowie bond” ha fatto (anche) la storia della finanza

David Bowie, il noto cantante inglese morto dopo una lunga battaglia contro il cancro, è stato un innovatore nel campo della finanza tanto quanto in quello della musica.

Con i suoi «Bowie Bond», termine coniato nel 1997, il cantate ha raccolto ben 55 milioni di dollari promettendo ai suoi investitori un’entrata generata dai diritti d’autore dei suoi 25 album già pubblicati.
David Bowie ha venduto i diritti d’autore futuri provenienti dalla musica registrata prima del 1990 ad un gruppo di investitori che ha poi emesso un bond a 10 anni.

L’uomo dietro ai «Bowie Bond» è il banchiere David Pullman ed è stata la prima volta che un musicista ha venduto i diritti di proprietà intellettuale tramite un bond.
Pullman ha creato accordi simili anche per altri artisti, tra cui James Brown, Ashford & Simpson e Marvin Gaye. L’idea sembra essere piaciuta.

Ma, nonostante l’accordo possa anche stato redditizio per Bowie, non sembra aver dato i molti frutti ai suoi investitori.

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L’agenzia di rating Moody’s aveva assegnato inizialmente al «Bowie Bond» un rating “investment grade”, dicendo che era soggetto ad basso rischio di default. Moody’s ha sostenuto che era la prima volta che valutava un accordo legato ai diritti d’autore nel campo della musica.
Ma con i servizi di condivisione di musica e streaming che hanno rivoluzionato l’industria, l’investimento ha cambiato prospettive.

Moody’s ha avvertito che le entrate dagli album di Bowie sono state inferiori del previsto a causa della «debolezza nelle vendite della musica registrata» e ha declassato il bond vicino al rating “junk” a marzo 2004.

Pullman, che continuava a sostenere che le obbligazioni di Bowie erano un investimento migliore di titoli del Tesoro USA, alla fine è andato ai ferri corti con molti dei suoi partner commerciali.

Nonostante i cambiamenti nel settore della musica, e decenni dopo l’arrivo del «Bowie Bond» nei portafogli di alcuni investitori, Pullman rimane rialzista sull’investimento.

"Le fonti di reddito sono in aumento, anche se le vendite di CD sono in calo"

commenta Pullman. Più le canzoni di Bowie verranno utilizzate, più alte saranno le entrate generate, ha detto.

"E dopo la sua morte, aumenteranno ancora di più."

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