Covid: molti Paesi diffondono dati non veritieri

Marco Ciotola

07/03/2021

22/06/2021 - 17:49

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Un approfondimento della CNN fa luce sui Paesi che diffondono dati su contagi e decessi molto dubbi, e a come un simile comportamento possa penalizzare il mondo intero

Covid: molti Paesi diffondono dati non veritieri

Sul coronavirus sono molti i Paesi che, fin da inizio pandemia, hanno diffuso e continuano a diffondere dati dubbi e con grossa probabilità non veritieri.

È un approfondimento della CNN a far luce sulla circostanza, per molti versi già nota ma in ogni caso estremamente dannosa per il mondo intero.

Mentre infatti nell’ultimo anno le nazioni di tutto il mondo si sono impegnate a condividere i dati sui casi di Covid-19 e sui decessi con l’Organizzazione mondiale della sanità, fornendo così informazioni cruciali per contribuire alla lotta globale contro il virus, altri si distinguono per atteggiamenti molto poco trasparente o addirittura perché intenti a negare l’entità del problema.

Nella sua analisi, la CNN si concentra in particolare su tre Paesi, tra i casi più eclatanti e pericolosi.

Covid: i Paesi che diffondono dati dubbi

La prima evidenza di un simile deleterio atteggiamento arriva dalla Tanzania, paese dell’Africa orientale. Qui infatti non arrivano aggiornamenti dei dati relativi alla Covid-19 da inizio di maggio, lasciando l’ultimo bollettino a 509 casi e 21 vittime.

Mentre la nazione dell’Asia centrale del Turkmenistan, stato dove prevale un regime autoritario, non ha segnalato alcun caso di Covid-19 all’OMS fino ad oggi, malgrado diversi gruppi per i diritti umani continuino a sostenere che il virus si sta diffondendo sempre di più di mese in mese sul territorio.

Allo stesso modo, la Corea del Nord non ha registrato neanche un caso di coronavirus, mentre la maggior parte degli esperti fa luce su quanto un simile dato sia sospetto in un Paese che conta circa 26 milioni di abitanti e che confina con la Cina.

Ma queste 3 realtà, probabilmente le più eclatanti, non esauriscono del tutto il fenomeno delle informazioni dubbie o fuorvianti diffuse sul coronavirus.

Tanto che Dorit Nitzan, a capo dell’unità emergenze per l’OMS in l’Europa, ha spiegato alla CNN che finora ben 14 Paesi hanno finora segnalato zero casi, aggiungendo anche che l’Organizzazione “non può verificare in modo indipendente se i casi segnalati rappresentano o meno la situazione reale”:

“Incoraggiamo tutti i Paesi a condividere i propri dati - pubblicamente o in privato con l’OMS - perché è proprio questo che ci consente di monitorare la malattia a livello globale. Visto che la Covid-19 è una malattia facilmente trasmissibile, il monitoraggio dei casi è particolarmente importante, in quanto aiuta a fornire una risposta sanitaria pubblica tempestiva e appropriata. Ma la cosa veramente preoccupante, in posti come la Tanzania e non solo, è che non abbiamo nemmeno dei dati minimi”.

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