Cina aumenterà riserve d’oro per favorire ascesa dello yuan

La scorsa settimana Gao Wei, funzionario del Dipartimento degli Affari economici internazionali del Ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato che la Cina ha la necessità di aumentare le proprie riserve d’oro per garantire la sicurezza economica e finanziaria nazionale. Nei primi nove mesi dell’anno la Cina ha importato 582 tonnellate d’oro rispetto alle 558 dell’India e alle 502 della Bce.

La Cina provvederà ad aumentare il peso delle riserve auree, per limitare i rischi connessi alla detenzione di titoli di stato stranieri (in dollari americani, euro e yen in primis) e per promuovere lo yuan come valuta internazionale. Tre anni fa si parlò già dell’obiettivo di aumentare le riserve auree di 10.000 tonnellate in 8-10 anni. Il target potrebbe essere raggiunto in tempi decisamente più rapidi.

Basta pensare che ai valori attuali, ovvero intorno ai 1.730$ l’oncia, alla Cina l’acquisto di 582 tobbellate è costato poco più di 35,5 miliardi di dollari, una cifra irrisoria rispetto ai 200 miliardi di avanzo commerciale degli ultimi 12 mesi e ai 120 miliardi di interessi su titoli esteri.

Utilizzando tutte queste risorse finanziarie la Cina impiegherebbe solo un paio d’anni per superare le riserve auree complessivamente detenute da Stati Uniti e Germania (oltre 11.530 tonnellate). In questo modo avrebbe tutto il diritto di rivendicare per la propria valuta un ruolo di riserva internazionale. Inoltre, se Bce, Fed, BoJ e BoE tendono a distruggere il valore reale delle proprie monete con politiche iperinflazionistiche, la Cina non vorrà seguire questo esempio per facilitare l’ascesa dello yuan come valuta di riserva nel sistema monetario internazionale.