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Bolletino BCE, rialzo del pil al 2,2%. Immigrazione e donne determinanti per la ripresa
giovedì 21 settembre 2017, di
Il Bollettino della BCE conferma le stime al rialzo del Pil per il 2017 dall’1,9% al 2,2%, mentre non variano quelle per il 2018 (+1,8%) e il 2019 (+1,9%). Il calo della disoccupazione in Italia non è stato significativo come in altri Stati membri. Ripresa economica determinata soprattutto dalla forza lavoro immigrata, in particolar modo da chi proviene dai nuovi Stati membri dell’UE e dalle donne, che hanno un’istruzione terziaria più elevata rispetto agli uomini.
Bollettino BCE molto positivo per l’eurozona
Il Pil 2017 visto al rialzo da 1,9% a 2,2% era stato anticipato dall’ultima conferenza di Mario Draghi, oggi c’è stata la conferma per iscritto.
L’eurozona è in salute e ciò lo dimostra anche la politica monetaria della BCE che è rimasta invariata, lasciandosi un possibile spazio di manovra in autunno se la situazione lo permettesse. L’inflazione è aumentata lievemente, dato fisiologico visto il basso costo del denaro, ottenuto grazie al Quantitative easing e ai tassi di interesse pari allo 0%.
L’aumento dell’inflazione, però, non preoccupa l’Eurotower dal momento che è rimasta su livelli sufficientemente accettabili. Ciò porta la BCE a sostenere che è ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario. Frase fondamentale che potrebbe ritardare il tapering sul Quantitative easing.
Eventualmente ci potremmo aspettare del disappunto da parte dei falchi tedeschi, che vorrebbero un’inversione della politica monetaria europea al più presto, considerando maturi i tempi.
Immigrazione e forza lavoro femminile fondamentali per la ripresa
Sebbene arrivi la stoccata da parte della BCE per il nostro Paese sul calo della disoccupazione, considerata non significativa, l’Italia è stata menzionata dal bollettino, insieme alla Germania, per essere lo Stato che più di tutti ha avuto vantaggi dalla forza lavoro immigrata.
Da sottolineare come la BCE parli in particolar modo di immigrati provenienti dai nuovi Stati membri dell’Unione Europea, dunque comunitari e regolari. Il loro apporto è stato determinante per la ripresa economica dell’Eurozona.
Altro aiuto fondamentale viene dalla forza lavoro femminile, che ha trainato la crescita negli ultimi anni. Infatti la popolazione femminile con un’istruzione terziaria è superiore a quella maschile