Boko Haram: cos’è, cosa vuole e chi finanzia il gruppo terroristico in Nigeria

Violetta Silvestri - Martino Grassi

05/01/2021

20/07/2022 - 15:55

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Boko Haram continua a minacciare seriamente la stabilità del Nord della Nigeria e dei Paesi vicini: come ha origine il gruppo terroristico, cosa vuole e chi lo finanzia?

Boko Haram: cos’è, cosa vuole e chi finanzia il gruppo terroristico in Nigeria

Boko Haram è uno dei gruppi terroristici più brutali del mondo, classificato al secondo posto per atrocità e livelli di letalità nel 2019.

Ma chi c’è dietro questi estremisti jihadisti e chi finanzia l’organizzazione terroristica più efferata della Nigeria e dell’intera Africa subsahariana? Come ha origine il gruppo temuto in tutta la regione del lago Ciad, che a partire dagli inizi del 2000, gli anni in cui si è definita la sua formazione, ha sterminato più di 36mila persone costretto altri 2 milioni di nigeriani ad abbandonare la propria casa?

Nonostante il fragile Stato nigeriano, dalle parole del suo presidente Buhari, abbia diverse volte dichiarato sconfitto il gruppo terroristico, Boko Haram continua a destabilizzare il Nord della Nigeria e i Paesi limitrofi.

Cos’è, quindi, questa organizzazione, come agisce, quali obiettivi ha e come si finanzia per ottenere armi e risorse?

Cos’è Boko Haram e cosa vuole

Boko Haram nasce ufficialmente nel 2002 a Maiduguri, la Capitale dello Stato Nord-Orientale del Borno. Fin dalla sua fondazione, l’organizzazione ha ottenuto l’approvazione di diverse famiglie musulmane della Nigeria, divenendo un punto di riferimento per i jihadisti e sfruttando a proprio favore frustrazione e povertà dei cittadini locali contro lo Stato centrale.

Nella lingua originale hausa il nome dell’organizzazione significa “l’educazione occidentale è proibita”, frase che subito rivela l’estremizzazione - e l’uso speculativo e forzato - dell’islam, considerato in antitesi al mondo dell’Occidente di appartenenza cristiana.

Obiettivo primario di Boko Haram è la creazione di uno Stato islamico nella parte settentrionale della Nigeria. Qui, infatti, sorgeva il califfato di Sokoto in tempi molto remoti, riunendo l’attuale Nigeria, il Niger e il Camerun meridionale.

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Il leader del gruppo - inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche nel 2013 - è Abubakar Shekau. Boko Haram ha conquistato la triste fama di cui oggi gode compiendo atti di inenarrabile violenza come saccheggi di villaggi, distruzione ed esplosioni mortali di chiese, mercati e luoghi pubblici come le scuole e uccidendo civili, uomini politici, religiosi, leader musulmani.

I territori del Borno, Yobe e Adamawa sono diventati i bersagli prediletti delle scorrerie dei jihadisti, che hanno comunque allargato il loro raggio d’azione destabilizzando l’intera area del bacino del lago Ciad.

La regione geografica è ormai in balia di Boko Haram e dello Stato islamico nella provincia dell’Africa occidentale (ISWAP), nato dal gruppo. Qui i terroristi affrontano le istituzioni statali e competono per il potere sulle comunità locali, alimentando l’insicurezza politica ed economica regionale e provocando una delle peggiori crisi umanitarie.

Il gruppo Boko Haram è alleato dell’ISIS ed è stato fondato come setta sunnita fondamentalista islamica nel 2002 e si è sviluppato come gruppo salafita-jihadista estremista nel 2009. Diversi anni fa si contavano più di 9mila persone tra le file del gruppo, tra i quali diversi gruppi tribali e giovani laureti musulmani, che si unirono al gruppo con la speranza di ottenere una sicurezza economica e lavorativa in uno stato che favorisce i cittadini cristiani.

Gli ultimi atti di violenza di Boko Haram

Una violenza infinita caratterizza Boko Haram, che sebbene abbia in parte mutato la sua strategia di attacchi suicidi con assalti e presa di ostaggi civili, continua a terrorizzare la Nigeria e i dintorni, soprattutto Niger e Camerun.

Da quando il gruppo è balzato nelle prime pagine nel 2014, con il rapimento di 276 studentesse nella regione di Chibok vicino Borno, condotte poi al suo campo e ridotte in schiavitù in condizioni disumane di vita, violenze sessuali e orrori, sono state tante le atrocità compiute.

A fine novembre 2020, per esempio, i jihadisti di Boko Haram sono stati individuati come gli artefici di un atto brutale: lo sgozzamento di almeno 110 contadini e il rapimento di 10 donne che stavano lavorando nei campi di riso nelle vicinanze del villaggio di Koshobe. Spesso i contadini sono presi di mira dai miliziani che li accusano di trasmettere informazioni al Governo o di non pagare la tassa jihadista, una sorta di pizzo.

A metà dicembre, un messaggio audio di un uomo identificatosi come il leader del Boko Haram della Nigeria ha affermato che il gruppo armato era responsabile del rapimento di centinaia di studenti da una scuola di soli ragazzi nello stato nord-occidentale di Katsina.

Più recentemente, il giorno della vigilia di Natale, il villaggio cristiano del Borno Pemi è stato preso d’assalto dai terroristi islamici, che hanno ucciso almeno 11 persone, rapito altre 7 e dato fuoco a una chiesa.

Cristiani perseguitati da Boko Haram

La Nigeria si conferma un posto davvero poco tranquillo per i cristiani nel 2020, soprattutto a causa del terrore di Boko Haram contro di essi.

Secondo alcune proiezioni di Intersociaty, nell’anno appena trascorso almeno 2.200 nigeriani cristiani e, in generale, persone che professavano questa religione sono stati uccisi dai diversi gruppi estremisti della nazione. L’organizzazione islamista del Nord della Nigeria sarebbe stata colpevole di almeno 500 vittime. Facendo un conto terribile, in terra nigeriana sarebbero morti sei cristiani al giorno e 180 al mese.

Il fanatismo religioso ha spesso colpito villaggi abitati da comunità cristiane, come è accaduto a Pemi, nel Borno, a metà dicembre.

Da chi viene finanziato Boko Haram?

Quanto al suo finanziamento, diversi anni fa, nel corso di una conferenza stampa, lo stesso generale maggiore aveva affermato che era l’esercito nigeriano a vendere armi al noto gruppo terroristico.

La Nigeria è uno Stato caratterizzato da una vastissima corruzione; nel corso degli anni sono scomparse tra gli approvvigionamenti dell’esercito diversi armamenti e cannoni anti-aerei, che probabilmente sono stati scambiati o venduto con i terroristi. Ai finanziamenti da parte dell’esercito si aggiungono anche quelli di persone più o meno potenti, tra questi anche diversi politici locali. Dichiarandosi apertamente come oppositori del Governo centrali, Boko Haram ha ottenuto anche il supporto del governatore di Kano, Ibrahim Shekaraue e dal governatore di Bauchi, Alhaji Isa Yuguda, entrambi in contrasto con lo Stato nigeriano.

Gli oppositori politici sono malvisti in Nigeria, lottano insieme alle minoranze etniche e gli indigeni contro le compagnie petrolifere straniere e la corruzione del Paese che avalla le attività occidentali illecite nella nazione. Tra gli altri finanziatori di Boko Haram ci sono le organizzazioni islamiche, ma molti dei proventi del gruppo vengono dalle rapine, la presa di ostaggi, le estorsioni, i rapimenti e le tassazioni imposte nei villaggi che gli islamisti controllano.

Il problema maggiore tuttavia resta il finanziamento da parte dell’esercito, che, oltre a privarsi di armi e munizioni, vanifica ogni azione intrapresa per fermare l’avanzata e la violenza di questo gruppo che semina il terrore tra i villaggi e le città della Nigeria. Uno dei casi più eclatanti ha riguardato gli scorsi anni un generale traditore, che è riuscito a sottrarre all’esercito nigeriano 24 milioni di dollari (circa 20 milioni di euro), destinati al pagamento dei soldati, per finanziare la costruzione di un centro commerciale.

Diversi anni fa Abubakar Shekau, il leader del gruppo terroristico, venne ucciso nel corso di un raid aerei avviato dall’esercito nazionale, ma fu sostituito in pochissimo tempo da Abu Musab al-Barnawi, già portavoce di Boko Haram da tempo. L’attenzione mediatica nei confronti dell’organizzazione terroristica nacque in seguito alla diffusione dei rapimenti delle donne da parte dei membri dei terroristi. Anche sui social impazzò l’hashtag #BringBackOurGirl. I membri del gruppo di Boko Haram stanno cercando di fare quello che l’ISIS sta tentando di realizzare in Siria: creare uno Stato Islamico in Nigeria.

La sua ideologia è molto in linea con quella dei militanti jihadisti operanti in Siria: si oppone all’occidentalizzazione della società nigeriana e alla concentrazione della ricchezza del Paese tra i membri di una piccola élite politica, localizzata soprattutto nel sud cristiano del paese. Il 60% della popolazione nigeriana vive infatti in condizioni estreme di povertà con meno di 1 dollaro al giorno e Boko Haram consapevole del disagio sociale ha saputo indirizzare il malcontento popolare nella sua direzione raccogliendo consensi.

I motivi del suo successo

Il gruppo terroristico è riuscito ad ottenere il consenso di migliaia di persone sfruttando la delicata situazione politica e sociale della Nigeria. Fatta eccezione per un breve periodo di governo civile tra il 1979 e il 1983, la Nigeria è stata governata da una serie di dittature militari dal 1966 fino all’avvento della democrazia nel 1999.

Dopo la fine della colonizzazione britannica, a inizio Novecento, il Paese ha visto un’escalation di terrore e violenze in risposta agli anni di oppressione occidentale subita. Questo si è tradotto in una reazione esasperata dei cittadini e in un malcontento generalizzato che ha spianato la strada a Boko Haram, che ha prosperato in condizioni di insoddisfazione e degrado.

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# Isis

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