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Berlusconi strizza l’occhio a Gentiloni, Salvini furioso. Quale futuro per il centrodestra?

giovedì 14 dicembre 2017, di Alessandro Cipolla

Tornano a essere tesi i rapporti tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Le parole di apprezzamento verso l’attuale premier Paolo Gentiloni e lo stop di Forza Italia all’iter veloce della legge Molteni, quella contro lo sconto di pena per i reati gravissimi, hanno mandato su tutte le furie il leader del carroccio.

Ora che è quasi certo che si voterà il 4 marzo e con il pareggio elettorale alle elezioni politiche 2018 sempre più probabile, Berlusconi ha aperto alla possibilità di un traghettamento di Gentiloni verso un nuovo voto. Parole queste che si sommano allo sgarbo parlamentare, con Salvini che al momento ha interrotto ogni incontro con l’alleato. Che ripercussioni ci saranno per il centrodestra?

Gelo tra Berlusconi e Salvini

Quella di mercoledì non è stata una giornata qualsiasi per il centrodestra. Per prima cosa, c’è stata la conferma di come con ogni probabilità le prossime elezioni si terranno domenica 4 marzo, con le Camere che verranno sciolte prima della fine dell’anno.

In commissione Giustizia del Senato poi è arrivato il decisivo parere negativo di Forza Italia all’iter veloce per la legge Molteni, Lega prima firmataria, che prevede la cancellazione degli sconti di pena per i reati gravissimi come per esempio l’omicidio oppure lo stupro.

Infine ospite della presentazione del libro di Bruno Vespa, Silvio Berlusconi si è detto favorevole a un proseguimento del governo Gentiloni in caso che dalle prossime urne non esca fuori nessun vincitore.

Sarebbe giusto proseguire con questo governo per consentire alle forze politiche di proseguire una campagna elettorale non brevissima, che possa durare almeno tre mesi.

Come ha poi precisato l’ex premier questo è quello che prevede la Costituzione, con Berlusconi che però già sembrerebbe guardare oltre al probabile pareggio elettorale di marzo, auspicando magari un nuovo voto in autunno dopo una adeguata campagna elettorale.

Un particolare non da poco questo visto che, in caso di una sentenza favorevole da parte del Tribunale di Strasburgo attesa per l’estate, se si dovesse tornare alle urne magari a settembre il leader di Forza Italia potrebbe essere candidabile.

Tutto questo però ha suscitato l’ira di Matteo Salvini, che ha dichiarato che al momento è sospeso qualsiasi tavolo e incontro con Silvio Berlusconi fino a quando non saranno pervenute delle spiegazioni ufficiali.

Poche parole ma molto dure, con la terza alleata Giorgia Meloni che prova a fare da paciere tra i due “galli nel pollaio” proponendo un incontro chiarificatore prima di Natale. A prescindere però tutti i vari nodi presenti nel centrodestra stanno venendo al pettine.

Aria di crisi?

Quello tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini è un classico matrimonio di interesse. I due infatti si detestano amorevolmente a vicenda ma, visto che solo insieme possono sperare di vincere, la convivenza è obbligata.

L’esempio delle elezioni amministrative di giugno prima e di quelle regionali in Sicilia in autunno poi, hanno fatto capire a tutto il centrodestra che uniti e lasciando da parte le incomprensioni la coalizione è la prima forza politica del paese.

Ecco dunque che anche in vista delle prossime elezioni politiche si è deciso di correre insieme, cercando di sotterrare per qualche mese l’ascia di guerra e tutte le incomprensioni tra la varie anime della coalizione.

Il problema però è che anche tutto unito il centrodestra, nonostante i sondaggi favorevoli, è ancora lontano dal poter ottenere una maggioranza parlamentare alle urne. Il pareggio elettorale quindi è al momento l’esito più probabile dell’imminente sfida elettorale.

Berlusconi, Salvini e la Meloni quindi da tempo stanno ragionando anche in quest’ottica. Lega e Fratelli d’Italia temono un “tradimento” dei forzisti che, chiuse le urne, potrebbero poi strizzare l’occhio a Matteo Renzi assieme ai centristi.

Non è un caso che i due abbiano chiesto un patto scritto da far firmare ai prossimi parlamentari eletti nel centrodestra, dove si mette nero su bianco il rifiuto di ogni possibile “inciucio” con il Partito Democratico.

Peccato però che non si parla di divieto anche per possibili alleanze post voto con il Movimento 5 Stelle, che potrebbe essere il piano di riserva di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni.

Vedremo dunque se anche questo screzio sarà altra polvere da mettere sotto al proverbiale tappeto. Se questi però sono gli inizi, quando si inizierà a parlare di candidature o di programma i toni si potrebbero fare ancor più incandescenti, con la campagna elettorale che potrebbe diventare un colossale tutti contro tutti.

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