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Elezioni politiche: si voterà il 4 marzo ma niente dimissioni per Gentiloni
mercoledì 13 dicembre 2017, di
La road map verso le elezioni politiche 2018 ormai sembrerebbe essere delineata. La data infatti ormai sulla bocca di tutti è quella del 4 marzo o, al più tardi, una settimana dopo con l’attuale legislatura che così si andrebbe a concludere con un paio di mesi di anticipo.
La particolarità però è che formalmente Paolo Gentiloni non rassegnerà le proprie dimissioni: il Presidente Sergio Mattarella scioglierà le Camere ma il premier rimarrà in carica fino a che non si formerà un nuovo governo. Il rischio di un pareggio elettorale infatti alle prossime elezioni politiche è molto alto.
Elezioni politiche: si vota il 4 marzo?
La scadenza naturale dell’attuale legislatura è quella del 15 marzo 2018. Se quindi si dovessero rispettare i tempi si tornerebbe al voto entro massimo 70 giorni, ovvero al più tardi domenica 20 maggio.
Tra tutti i partiti politici però, tranne Forza Italia che spera sempre di poter candidare Silvio Berlusconi, c’è la volontà di andare alle urne il prima possibile. Una scelta questa che vedrebbe d’accordo anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che avrebbe già trovato il modo per gestire il tutto.
Al momento tutte le attenzioni sono rivolte alla legge di Bilancio 2018 che deve essere approvata, pena l’attivazione delle tanto temute clausole di salvaguardia, in maniera tassativa entro la fine dell’anno.
Visto che la Finanziaria, ora in commissione a Montecitorio, arriverà alla Camera per essere votata lunedì 18 dicembre, a meno di clamorosi intoppi l’approvazione definitiva dovrebbe arrivare prima di Natale.
Ecco dunque che a quel punto, una volta licenziata la legge di Bilancio, il premier Paolo Gentiloni potrebbe considerare essere concluso il mandato del proprio governo. Si parla quindi del 27 dicembre come il giorno in cui Mattarella possa di conseguenza sciogliere le Camere.
Vista la regola dei 70 giorni entro i quali si deve tornare alle urne, la data più probabile per le prossime elezioni politiche sarebbe quella di domenica 4 marzo 2018. Al massimo ci potrebbe essere uno slittamento di una settimana ma i giochi sembrerebbero essere praticamente fatti.
Niente dimissioni per Gentiloni
Come sempre è massima la sintonia tra Gentiloni e Mattarella. La decisione quindi di sciogliere le Camere a fine anno e di andare al voto a marzo sarebbe pienamente condivisa sia dal premier che dal capo dello Stato.
Le elezioni politiche anticipate di due mesi però non dovrebbero portare anche a delle dimissioni di Paolo Gentiloni. Come già avvenuto in passato infatti il premier anche nei prossimi mesi continuerà a sbrigare la gestione ordinaria.
Una necessità questa dettata anche dallo scenario elettorale che si starebbe prefigurando. Stando agli ultimi sondaggi, al momento nessuna coalizione o partito riuscirebbe a ottenere la maggioranza alle prossime elezioni.
Le larghe intese di conseguenza sembrerebbero essere d’obbligo, ma anche in questo caso potrebbe non essere facile riuscire a trovare i numeri necessari pure per formare governi trasversali come quello Letta che uscì fuori dal voto del 2013.
Con tre grandi blocchi tutti attestati intorno al 30%, il centrodestra dovrebbe essere più avanti ma lontano dal poter vincere da solo, più la lista di sinistra Liberi e Uguali, il prossimo Parlamento potrebbe essere sostanzialmente ingessato.
Visto quello che sta succedendo in Germania, dove dopo due mesi ancora la Merkel non è riuscita a formare un governo, oltre all’esperienza in Spagna dove lo stallo è durato quasi un anno, è necessario che Gentiloni rimanga in sella per sbrigare gli affari correnti nei prossimi mesi.
A breve quindi gli italiani torneranno a votare ma, vista la nuova legge elettorale, difficile che una volta chiuse le urne il 4 marzo subito si saprà chi governerà il paese nei prossimi cinque anni. Il sentore è che Gentiloni dovrà aspettare ancora molto prima di traslocare da Palazzo Chigi.