Azioni Mps: aumento capitale dipende da esito referendum

Antonio Atte

03/11/2016

03/11/2016 - 15:21

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Azioni Mps: Passera ritira la proposta non vincolante e la Consob scende in campo per fare luce sulla vicenda. Intanto prosegue il roadshow di Morelli.

Azioni Mps: aumento capitale dipende da esito referendum

Azioni Mps positive: cosa succede dopo l’addio dell’ex ministro - Corrado Passera esce dall’“affare” Mps sbattendo la porta. L’ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo ha ritirato l’offerta per l’istituto senese, lamentando un “atteggiamento di totale chiusura” da parte della banca. Mps, infatti, ha negato a Passera la possibilità di avviare la due-diligence sui conti di Rocca Salimbeni, consentendogli solo l’accesso alle informazioni che saranno rese disponibili con la data room.

Dopo la rottura, la Consob ha deciso di scendere in campo per stabilire se esiste un nesso tra la vicenda e l’andamento del titolo Mps nelle ultime settimane. Un portavoce dell’authority di Borsa ha confermato che sono in corso colloqui con tutti i soggetti coinvolti.

Ieri il titolo di Rocca Salimbeni è stato protagonista di un’altra giornata difficile, chiusa a -4,2% a quota 0,23 euro. Al momento le azioni Mps si muovono in territorio negativo a -0,43% a 0,23 euro.

Mps: la lettera di Passera al cda

In una lettera indirizzata al cda di Mps e al collegio sindacale, Passera ha spiegato le ragioni del ritiro della proposta non vincolante:

“Da subito ci è stato richiesto di interrompere ogni contatto con investitori e intermediari e di passare i loro riferimenti alla banca che li avrebbe contattati direttamente. Abbiamo dato la disponibilità a chiedere il permesso agli investitori - legati da patto di riservatezza con noi - di trasmettere i loro riferimenti alla banca, ma abbiamo rifiutato lo standstill totale che la banca ci richiedeva perché paralizzante per noi. Successivamente la stessa banca ha ritenuto di ritirare tale richiesta, palesemente eccessiva, che ha avuto l’unico risultato di far passare del tempo in modo infruttuoso per tutti”.

Per quanto riguarda la due-diligence, il manager ha affermato:

“abbiamo chiarito che non avremmo voluto avvantaggiarci di nessuna informazione esclusiva e che tutti gli approfondimenti concessi a noi potevano/dovevano essere forniti anche agli altri potenziali investitori e al mercato. Abbiamo cioè richiesto di seguire una procedura tipica di dual track. Ci è stato detto di attendere un information package standard del quale ad oggi non abbiamo ricevuto né l’indice dei contenuti, né le tempistiche per poterne usufruire”.

Mps: prosegue il roadshow di Morelli

Nel frattempo prosegue il roadshow dell’ad di Mps, Marco Morelli. Dopo la tappa di giovedì in Qatar, dove avrebbe incontrato il fondo sovrano QIA, il manager è volato negli States per sondare la disponibilità di alcuni fondi come Rhone Capital, Appaloosa e Paulson.

Stando alle ultime indiscrezioni di stampa, si sarebbe fatto avanti anche Atlas Merchant Capital, il fondo guidato da Bob Diamond, ex CEO di Barclays, che nelle scorse settimane era sceso in campo con Corrado Passera.

Mps: il cda di lunedì e la corsa alla presidenza

Per quanto riguarda il piano di messa in sicurezza della banca toscana, dettagli relativi all’aumento di capitale e alle modalità di conversione dovrebbero trapelare dal prossimo cda di lunedì 14.

Ad ogni modo, l’esito della ricapitalizzazione è legato a quello del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre e a metterlo nero su bianco è la stessa Mps. Nella relazione all’assemblea sull’aumento di capitale si legge infatti che

“I riscontri ottenuti dalle banche del consorzio di collocamento evidenziano la sostanziale indisponibilità manifestata dagli investitori istituzionali ad assumere importanti decisioni di investimento relative a società italiane prima di conoscere l’esito del referendum costituzionale”.

Intanto entra nel vivo la corsa per la successione di Massimo Tononi alla presidenza di Mps. Tra i nomi selezionati dal cacciatore di teste Spencer Stuart ci sarebbero Alessandro Falciai, Lorenzo Bini Smaghi e l’ad di Wind Luigi Gubitosi.

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