Aperol Spritz e Negroni, Campari aumenta i prezzi dal 2022: anche l’aperitivo costerà di più

Luna Luciano

01/11/2021

24/11/2021 - 16:55

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Con la ripresa dalla pandemia, i locali tornano a riempirsi ma i famosi aperitivi costeranno di più. È previsto l’aumento del costo di Campari, Aperol Spritz e Negroni. Ecco perché.

Aperol Spritz e Negroni, Campari aumenta i prezzi dal 2022: anche l’aperitivo costerà di più

Dopo l’aumento di alcuni prodotti alimentari, come la pasta, e del costo della benzina, è in arrivo una nuova stangata, stavolta per gli aperitivi. Adesso che i Paesi sono in lenta ripresa, i locali ritornano a riempirsi di persone, con cene e apericene, ma con un aumento dei prezzi che rattristerà i fan degli Aperol Spritz e dei Negroni. Infatti sono queste le bevande alcoliche che costeranno di più a partire dal 2022.

Aperitivi più costosi: Campari aumenta i prezzi dal 2022

Addio agli Spritz a basso costo. Dal 2022 è previsto l’arrivo di una stangata sul consumo di Aperol, Negroni e Campari. Una triste notizia per i fan degli aperitivi del week end che a breve vedranno aumentare i costi delle bevande alcoliche da loro preferite. Ad annunciarlo è stato l’amministratore delegato del gruppo Campari. Bob Kunze-Concewitz, il quale ha giustificato la stangata su questi brand a causa dell’aumento dei costi logistici e delle materie prime. La speranza dell’amministratore delegato è quella di continuare a registrare uno “slancio positivo” del marchio e del mix di vendite, in modo da compensare le tensioni, e far sì che il gruppo possa adottare nuove misure per essere più efficiente e provvedere in futuro alla ristrutturazione dei costi.

Spritz più cari: ecco perché Campari aumenta i prezzi

L’aumento degli Spritz, simbolo delle serate passate in compagnia a ridere e scherzare, è di sicuro una triste notizia per gli amanti degli aperitivi. Eppure Campari, azienda fondata a Milano nel 1860, non ha potuto fare altrimenti per proteggere la propria produzione. Una decisione che apparentemente sembra essere un controsenso, dato che il gruppo ha registrato un aumento annuo del 12,8% delle vendite da luglio a settembre, periodo in cui sono state allentate le norme anti-Covid e si è potuti tornare al consumo di bevande, tramite aperitivi e cibo da asporto. L’utile operativo rettificato, o EBIT, è stato di ben 137 milioni di euro, pari 159,4 milioni di dollari. Si sta parlando quindi di una crescita del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ovviamente escludendo acquisizioni, dismissioni e cambi. L’Aperol Spritz, L’aperitivo più venduto del gruppo, ha registrato un aumento delle vendite del 15,5% solo nel terzo trimestre.

Tuttavia Campari non ha potuto ignorare i rischi derivanti dall’aumento dei costi logistici. Per questo Bob Kunze-Concewitz ha dovuto avvertire gli investitori raccontando di possibili ed eventuali interruzioni nella catena di approvvigionamento negli Stati Uniti e in Asia. Infatti proprio negli USA l’azienda ha registrato un boom dei consumi, ma allo stesso tempo ha avuto seri problemi con le consegne nei porti e a terra. A questi costi bisogna aggiungere l’aumento dei prezzi delle materie prime: vetro, alcol e zucchero infatti aumentano sempre di più il loro valore, ecco perché Campari aumenterà i prezzi di Aperol e Negroni.

Campari aumenta i prezzi dei brand: soprattutto Aperol

Un aumento consistente per Aperol, ma non solo. I prezzi cresceranno in tutti i principali mercati del gruppo Campari, e ad aumentare non saranno solo gli Spritz. Il marchio conta circa 39 brand e sicuramente ci saranno ripercussioni su molti di questi come:

  • Aperol;
  • Skyy Vodka;
  • Bulldog Gin;
  • Cynar;
  • Averna;
  • Vermouth Cinzano;
  • Glen Grant;
  • Crodino;
  • Zedda Piras.

Kunze-Concewitz ha aggiunto che però bevande speciali come Aperol e Campari potrebbero vedere aumentare maggiormente i propri prezzi rispetto a bevande più competitive, come la vodka. È lo stesso CEO a spiegare che ad esempio i prezzi della tequila sono aumentati due volte in 18 mesi e probabilmente dovranno alzarli nuovamente entro il 2022. L’aumento dei prezzi sembra quindi essere l’unica soluzione per proteggere la redditività di questo importante gruppo.

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