Con piccole attenzioni è possibile evitare i controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate sul modello 730/2023 precompilato. Ecco quali elementi fanno scattare i controlli.
L’Agenzia delle Entrate ha reso noti gli elementi di incoerenza che portano controlli preventivi sulla dichiarazione dei redditi con il modello 730/2023 precompilato.
Ecco a cosa prestare attenzione per evitare i controlli dell’Agenzia delle Entrate ed eventuali sanzioni e ritardi nei rimborsi.
Modello 730/2023 precompilato termini
La stagione della dichiarazione dei redditi è ufficialmente aperta: dal giorno 2 maggio è possibile visionare il modello 730/2023 precompilato, mentre dal giorno 11 maggio lo stesso può essere inviato senza modifiche o con modifiche. Prima si procede all’inoltro e prima si ottengono i rimborsi.
Nel 2023 i dati già disponibili nel modello pre-compilato sono aumentati, si tratta di oltre un miliardo e 300 milioni i dati ricevuti a sistema che riguardano i redditi prodotti, ma anche le detrazioni e deduzioni maturate, ad esempio per le spese sanitarie, rette scolastiche, bonus edilizi.
Tra le novità vi è la procedura semplificata per procedere all’inoltro del modello 730 da parte degli eredi.
Ricordiamo che il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi è il 2 ottobre 2023.
Deve inoltre essere ricordato che nel caso di 730 a debito, inviando fin da subito la dichiarazione dei redditi, è possibile ottenere la rateizzazione in 6 rate, la prima con scadenza al 30 giugno e l’ultima con scadenza al 30 novembre 2023. In caso contrario le rate diminuiscono, l’ultimo versamento infatti deve comunque essere fatto entro il 30 novembre.
A cosa prestare attenzione per evitare i controlli dell’Agenzia delle Entrate?
Nel caso di invio del modello 730/2023 precompilato senza modifiche non vi sono controlli da parte dell’Agenzia in quanto il modello è stato creato già con i dati in possesso dell’AdE e quindi non vi possono essere incoerenze.
In caso contrario, cioè se il contribuente decide di modificare i dati può emergere una base imponibile minore rispetto a quella rilevata dall’AdE oppure possono esservi detrazioni in quantità maggiore rispetto a quanto risultante dai dati in possesso dell’Agenzia. Ecco che in questi casi possono esservi dei controlli.
I controlli in particolare prendono il via in caso di:
- scostamento tra quanto dichiarato dal contribuente e i dati rilevati dai modelli CU inviati dai datori di lavoro;
- elementi di incoerenza tra quanto certificato da enti esterni e quanto dichiarato dal contribuente, ricordiamo ad esempio che le spese sanitarie da portare in detrazione/deduzione sono comunicate all’AdE direttamente dai soggetti che hanno effettuato le prestazioni;
- scattano i controlli preventivi nel caso in cui emerga una minore imposta da versare o una minore base imponibile;
- infine, sono sottoposte a controllo preventivo le dichiarazioni dalle quale emerge un rimborso in favore del contribuente di importo superiore a 4.000 euro.
Le verifiche devono essere eseguite entro 4 mesi dal termine di scadenza dell’invio della dichiarazione dei redditi, questo implica che se sono rispettati tutti i termini previsti dalla normativa per l’inoltro della dichiarazione, c’è tempo fino al 2 ottobre 2023, i controlli devono essere eseguiti entro il mese di febbraio 2024.
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