3,35 milioni di bitcoin che rappresentano il 17% dell’offerta totale sono stati congelati e resi dormienti: ecco perché.
Nel mondo ci sono 3,35 milioni di bitcoin «congelati» e sottratti al mercato. Questi rappresentano il 17% dell’offerta totale. Perché? A detenerli sono investitori che non si interessano alle fluttuazioni, ossia detentori di lungo periodo indifferenti ai cicli di mercato e alla volatilità quotidiana.
Si tratta di persone che anni fa hanno acquistato grosse quantità di bitcoin e oggi li conservano congelati nel lungo termine, senza alcuna attenzione al valore attuale della moneta digitale. Questa massa enorme di valuta tenuta ferma sta generando conseguenze importanti, soprattutto in questo momento in cui Bitcoin è molto richiesto a causa del suo elevato prezzo e dell’interesse crescente degli investitori istituzionali.
Bitcoin congelati: quali conseguenze
Un incremento della quota di bitcoin detenuti a lungo termine comporta inevitabilmente una riduzione dell’offerta, con meno monete disponibili per il trading speculativo. Un aumento della domanda, in queste condizioni, può innescare rapide correzioni al rialzo dei prezzi e favorire dinamiche tipiche di mercati con scarsa liquidità.
Che cosa accade oggi? La quantità di Bitcoin realmente disponibile per gli scambi si sta riducendo, perché molte delle monete più datate rimangono ferme nei portafogli degli investitori. Questa base crescente inattiva riduce la pressione di vendita e fa sì che ogni nuova domanda abbia un impatto più marcato sul prezzo. In passato, simili situazioni hanno spesso anticipato grandi rialzi, anche se è presto per dire se accadrà ancora nello stesso modo.
Nel frattempo, negli ultimi giorni Bitcoin attraversa una fase di flessione scendendo sotto i 110.000 dollari. Molti analisti hanno collegato il movimento alla possibilità di un taglio dei tassi USA da parte della Fed, stimando una riduzione di 25 punti base a settembre con probabilità vicina al 90%. Questa attesa sta generando un clima di incertezza tra trader e investitori.
Crescita dell’adozione sovrana di Bitcoin
Arrivano intanto segnali positivi dal fronte dell’adozione sovrana di Bitcoin. In Brasile è all’esame una proposta di legge per creare una riserva nazionale in BTC fino a 19 miliardi di dollari, pari al 5% delle riserve valutarie. In Giappone, il ministro delle Finanze si è espresso a favore di investimenti più diversificati in cripto asset, di un regime fiscale più leggero e il Paese sembra pronto ad approvare ETF su Bitcoin già dal prossimo anno, segnale di maturazione del mercato.
Tutto ciò indica che la «corsa sovrana» verso Bitcoin stia guadagnando ulteriore slancio. Negli Stati Uniti il BITCOIN Act 2025 resta fermo in commissione, ma l’accelerazione a livello internazionale potrebbe fungere da catalizzatore anche per il Congresso americano e spingere a decisioni più rapide.
In sintesi, Bitcoin e i cripto asset, pur avendo vissuto giornate di flessione, continuano a muoversi in un contesto rialzista, sostenuto da tre fattori chiave: l’espansione dell’offerta monetaria globale, i tagli dei tassi Fed ormai imminenti e una probabile ripresa della liquidità negli Stati Uniti, elementi che potrebbero alimentare nuove fasi di crescita sostenuta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA