Un’arma nucleare nello Spazio capace di distruggere tutti i satelliti. Il piano della Russia

James Hydzik

20 Febbraio 2024 - 16:47

L’arma anti-satellite della Russia potrebbe devastare l’industria satellitare mondiale che oggi vale 564 miliardi di dollari (e molto altro ancora).

Un’arma nucleare nello Spazio capace di distruggere tutti i satelliti. Il piano della Russia

Il 13 febbraio, il politico americano Mike Turner ha lanciato un duro avvertimento su una “questione urgente riguardo ad una capacità militare straniera destabilizzante che dovrebbe essere conosciuta da tutti i policy maker del Congresso”. Il 14 febbraio, la statunitense ABC News ha affermato che la minaccia era un satellite “anti-satellite” russo a propulsione nucleare o con a bordo armi nucleari.

Sebbene la Russia non lo abbia confermato, l’opinione generale è si tratti di dispositivi satellitari con all’interno delle bombe nucleari.

Le conseguenze politiche sono state considerevoli, l’avvertimento lanciato dal deputato Turner è stato un evento politico. Dal punto di vista economico, tuttavia, a essere vulnerabile è un settore che attualmente genera 564 miliardi di dollari di utili a livello globale.

I rischi dei satelliti nucleari in mano alla Russia

La minaccia diretta sollevata di Turner, membro della Camera dei Rappresentanti, sottolinea l’intenzione della Russia di distruggere l’infrastruttura di comando e controllo satellitare statunitense, legata alle forze nucleari del Paese. Tuttavia, circa il 90% dei satelliti nel cielo sono satelliti commerciali. Sebbene alcuni di essi siano importanti a fini militari, non sono direttamente collegati alle armi nucleari.

A differenza di altri sistemi anti-satellite attualmente in fase di sviluppo, il dispositivo nucleare russo colpirebbe direttamente ogni satellite, militare o commerciale, entro una certa distanza. Gli effetti di un’esplosione nucleare possono durare per anni. I test condotti dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti negli anni ’50 e ’60 mostrano che una bomba nucleare esplosa nello spazio può influenzare anche i sistemi sulla Terra. Il test Starfish Prime condotto dagli americani nel 1962 a 400 km sul Pacifico occidentale creò un impulso elettromagnetico che spense centinaia di lampioni a Honolulu, nelle Hawaii, a 1440 km di distanza. L’esplosione dell’ordigno nucleare, che ebbe una potenza di poco superiore a 1 Mt, distrusse giorni dopo i satelliti mentre attraversavano i campi generati. Nel 1962 c’erano 22 satelliti operanti in orbita e quasi la metà di essi fu colpita.

Anche se il dispositivo Starfish Prime è esploso ad un’altitudine inferiore a quella della maggior parte dei satelliti in orbita, oggi colpirebbe migliaia di satelliti e potenzialmente tutti i satelliti sull’orbita terrestre bassa (in lingua inglese low Earth orbit, in sigla LEO) nei giorni successivi all’esplosione. Nel 2022, l’88% dei satelliti risulta essere in LEO.

Quali conseguenze economiche dall’esplosione nucleare nello Spazio?

Quasi tutte le imprese sarebbero colpite, anche se non direttamente, a causa degli effetti a catena. Quindi qualsiasi impresa o istituzione con un’antenna parabolica in uso diretto o via partner, che sia una banca, una stazione televisiva o una piattaforma petrolifera, può dirsi a rischio in vista di un’interruzione del funzionamento del satellite. Le banche e le imprese di investimento, che fanno affidamento sulle comunicazioni satellitari per offrire delle transazioni più veloci possibili, sarebbero particolarmente vulnerabili.

L’effetto più devastante potrebbe essere avvertito dalla stessa industria spaziale. Se l’esplosione di Starfish Prime ha messo fuori uso i satelliti pochi giorni dopo l’evento, gli effetti collaterali sono stati rilevati nello Spazio anche a sei anni di distanza.

I programmi della Russia

L’uso di un ordigno nucleare nello spazio sarebbe in grado di colpire ogni satellite nel suo raggio d’azione, indipendentemente dal Paese da cui proviene. Quindi, perché la Russia dovrebbe distruggere intenzionalmente i propri satelliti? A differenza dell’Occidente, l’economia russa non è molto legata allo spazio.
In un articolo del 17 gennaio sul New York Times, gli autori hanno sottolineato che:

“La Russia, tuttavia, ha meno da perdere: il suo programma spaziale, un tempo decantato, è in declino, indebolito dalle sanzioni, e ha dichiarato che intende ritirarsi dal programma della Stazione Spaziale Internazionale dopo il 2024. Mosca è ora molto indietro rispetto alla Cina sul numero totale di voli operativi e satelliti in orbita”.

Molti Paesi, inclusa la Russia, hanno lavorato su delle soluzioni anti-satellite che hanno preso di mira con successo dei singoli satelliti. Anche se il programma anti-satellite nucleare della Russia non è ancora operativo, il fatto che stia lavorando su di esso dimostra che l’intento non è solo quello di mettere fuori uso un satellite o degradare una forza militare.

Per prendere in prestito un concetto espresso nel libro Dune di Frank Herbert, chiunque possa distruggere una cosa la controlla. Bisogna tenere conto di questo modo di pensare che hanno coloro a cui meno interessa che la cosa venga controllata o distrutta. L’industria spaziale può tenere conto degli effetti del nucleare? Quanto costerebbe al mondo perdere tutti i suoi satelliti? Politicamente, la notizia ha già avuto effetto: il governo americano sta già parlando con Cina e India per spingere la Russia a non sviluppare un’arma del genere.

Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2024-02-19 14:21:19. Titolo originale: Russia and the $564 Billion Nuclear Space Threat

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