Terza dose dopo soli 5 mesi e ritorno della mascherina all’aperto in Italia: la proposta

Stefano Rizzuti

16 Novembre 2021 - 13:10

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Ritorno alle mascherine all’aperto e somministrazione della terza dose a cinque mesi di distanza dal completamento del ciclo vaccinale primario: ecco le proposte dell’assessore del Lazio D’Amato.

Terza dose dopo soli 5 mesi e ritorno della mascherina all’aperto in Italia: la proposta

Per frenare la risalita dei casi e la cosiddetta quarta ondata bisogna accelerare sulle terze dosi e tornare all’utilizzo della mascherina all’aperto. Ne è convinto Alessio D’Amato, assessore alla Salute della Regione Lazio. Intervistato dal Messaggero D’Amato parla di segnali negativi: “Vediamo troppi casi, anche gravi, tra chi è stato vaccinato sei mesi fa”.

Partendo da questa premessa l’assessore regionale del Lazio lancia la sua proposta: cambiare strategia e seguire il Regno Unito, anticipando la somministrazione della terza dose. L’idea di D’Amato è quella di vaccinare con la terza dose non più a sei ma a cinque mesi di distanza dal completamento del ciclo vaccinale.

La terza dose dopo 5 mesi: l’esempio del Regno Unito

Nel Regno Unito si è deciso di accelerare con la terza dose, anticipandone la somministrazione a cinque mesi di distanza dal completamento del ciclo vaccinale primario. Un mese in meno rispetto all’Italia, di fatto.

Il modello britannico potrebbe essere importato in Italia, come suggerito anche da Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, il quale chiede di fare non solo come il Regno Unito ma anche come Israele. Dove la terza dose anticipata al quinto mese ha già dimostrata la sua efficacia.

La terza dose dopo 5 mesi anche in Italia?

La proposta viene rilanciata da D’Amato, che chiede più coraggio perché arrivare alla conclusione dei sei mesi è rischioso. Come spiega l’assessore del Lazio “l’immunità non scende all’improvviso al centottantesimo giorno, si tratta di un processo graduale. Per questo chiediamo di intervenire prima, offrendo, specialmente ai soggetti più anziani, la terza dose già al quinto mese”. In modo da non aspettare di raggiungere il momento più basso della protezione dei vaccini.

Il possibile ritorno della mascherina all’aperto

D’Amato lancia anche un’altra proposta: tornare all’obbligo di mascherine all’aperto. Secondo l’assessore regionale bisogna fare qualcosa in più per limitare l’aumento dei casi e per questo sarebbe importante, a suo giudizio, introdurre l’obbligo anche all’aperto, indipendentemente dal colore - zona bianca o gialla - di una Regione.

Peraltro nel Lazio l’obbligo di mascherina all’aperto è già tornato ad Aprilia, dove si è sviluppato un focolaio ritenuto preoccupante. Non solo, perché per D’Amato si dovrebbe nuovamente tornare alla quarantena per chi arriva da Paesi con un’alta circolazione del virus, anche all’interno dell’Ue.

Il lockdown dei non vaccinati

Altro esempio che l’Italia potrebbe seguire è quello dell’Austria, dove si è deciso di imporre il lockdown solamente ai non vaccinati per frenare la risalita dei contagi e incentivare le persone a ricevere le prime dosi del vaccino anti-Covid. Per D’Amato pur di non tornare a chiudere in maniera generalizzata le attività sarebbe “meglio il lockdown dei non vaccinati”. Ipotesi che inizia a essere caldeggiata da più parti politiche e anche da qualche esperto.

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