Si possono non pagare le spese condominiali?

Caterina Gastaldi

12 Ottobre 2022 - 14:50

condividi

Ci possono essere situazioni in cui si è legittimati a non pagare le spese condominiali, quando ci si oppone alle decisioni condominiali, entro certi termini.

Si possono non pagare le spese condominiali?

Il pagamento delle spese condominiali è uno dei doveri dei proprietari degli appartamenti all’interno di un condominio. Generalmente si è sempre obbligati a pagarle, partecipando così alle spese di manutenzione e di eventuali lavori per il palazzo, oltre che per quelle relative ad attività straordinarie.

In quest’ultimo caso è possibile non pagare quanto dovuto, agendo secondo un iter preciso entro 30 giorni dalla delibera della riunione condominiale. Non è invece mai possibile evitare di pagare le spese mensili, e il condominio ha il diritto di muoversi per recuperare quanto dovuto dal singolo condomino e recuperare le somme mancanti.

Quando si possono non pagare

Generalmente si è sempre tenuti a pagare le spese condominiali e, in particolare, la quota mensile richiesta per la manutenzione ordinaria è sempre dovuta.
Può accadere, però, di non essere d’accordo con una decisione presa durante la riunione di condominio relativa a lavori da farsi nel palazzo e per questo non si voglia contribuire alle spese.

In questo caso ci si può trovare di fronte a due situazioni:

  • se la tipologia di lavori lo permette, si può venire esclusi dal pagamento delle spese, senza però poter usufruire delle migliorie in questione. È il caso, per esempio, dell’installazione di un ascensore per cui tutti i condomini non sono d’accordo: verrà aggiunta una serratura all’ascensore e la chiave e la possibilità di utilizzarlo saranno disponibili solo per coloro che hanno partecipato;
  • la seconda opzione è quella di non dare il proprio consenso. In questo caso si potrà impugnare la decisione condominiale per farne valere l’invalidità e annullarla. Questo procedimento può essere fatto solo entro un massimo di 30 giorni dalla delibera. Una volta superato il termine questa non potrà più essere contestabile, neanche rivolgendosi all’autorità giudiziaria.

Delibera nulla e annullabile

Per poter impugnare la delibera della riunione di condominio è necessario conoscere la differenza tra delibera nulla e annullabile. Se infatti una delibera è annullabile entro i 30 giorni, può anche accadere che sia nulla fin dall’inizio. In questo caso i 30 giorni massimi previsti per la contestazione non sussistono e sarà sarà sempre possibile dichiararne la sua nullità.

In generale una delibera è nulla nel momento in cui si trova di fronte a gravi violazioni della legge. Quelle contestabili invece, e quindi annullabili entro 30 giorni, possono presentare vizi di minore gravità, e alla scadenza del termine ultimo se nessuno si sarà fatto avanti per far notare l’errore, il vizio verrà considerato sanato.

Nello specifico, a rientrare in questa seconda categoria sono le delibere che presentano decisioni che violano norme relative a:

  • procedimento di convocazione dell’assemblea o sulla sua costituzione;
  • sulla ripartizione dei contributi condominiali;
  • sulle deleghe relative alla partecipazione all’assemblea;
  • sul raggiungimento dei quorum richiesti.

Per poter contestare la decisione dell’assemblea ci si deve muovere entro 30 giorni dalla delibera oppure, nel caso in cui non si fosse stati presenti, dalla ricezione del verbale. Verrà quindi avviato, sempre entro tale termine, un procedimento per mediazione attraverso un organismo apposito. Se non si raggiungesse un risultato neanche in questa modalità, allora si potrà ricorrere all’intervento del tribunale.

Chi non deve pagare le spese condominiali

A dover pagare le spese condominiali sono i proprietari degli appartamenti. Solitamente queste, in caso di affittuari, vengono aggiunte al canone di affitto come spese extra o, se l’appartamento fosse stato suddiviso tra più inquilini, anche questa spesa mensile verrà divisa tra i diversi abitanti.

Le spese sono sempre dovute, mensilmente, e l’unico motivo per cui si potrebbe non pagare è quando il condominio è di proprietà di un’unica famiglia che si occupa di gestire le spese in maniera autonoma.

Queste spese infatti non vanno solo a creare lo stipendio dell’eventuale amministratore, ma anche un fondo per il pagamento delle pulizie, delle bollette elettriche, e qualsiasi altra spesa di ordinaria amministrazione.

Spese non pagate: cosa succede

Nel caso in cui un condomino non pagasse il canone richiesto oppure l’extra previsto per dei lavori straordinari, allora l’amministratore di condominio avvierà tutte le azioni necessarie per recuperare la somma.

Si riceverà quindi la comunicazione di messa in mora da parte dell’amministratore, e l’invito a pagare entro una scadenza precisa. Nel caso in cui si continuasse a rimanere morosi, allora l’amministratore richiederà un’ingiunzione al tribunale e il condomino avrà 40 giorni di tempo per procedere con il pagamento. Superato questo limite allora si procederà con l’esecuzione forzata del condomino debitore.

Il debitore si potrà quindi trovare di fronte a diverse possibilità, dal pignoramento mobiliare, il pignoramento verso terzi ove possibile, fino ad arrivare al pignoramento immobiliare, in cui la casa verrà venduta all’asta perché il palazzo possa rientrare in possesso di quanto dovuto.

Il condomino può anche incorrere nel blocco di alcuni servizi, se moroso da più di sei mesi, a patto che questo blocco non crei problemi agli altri condomini. Inoltre, finché non verranno versate le somme dovute, se fosse necessario saranno gli altri condomini a doverle anticipare per poter permettere il regolare svolgimento dei lavori previsti.

Argomenti

Iscriviti a Money.it