Rimborso spese autonomi e professionisti, quando non fa reddito imponibile?

Patrizia Del Pidio

22 Agosto 2023 - 13:18

condividi

Quando un autonomo o un professionista sostiene spese per conto del cliente, il rimborso concorre alla formazione del reddito imponibile? Vediamo cosa chiarisce l’Agenzia delle Entrate.

Rimborso spese autonomi e professionisti, quando non fa reddito imponibile?

Il lavoratore autonomo e il libero professionista si trova, in molti casi, nella situazione di dover anticipare spese vive per conto del proprio cliente o del proprio committente, spese che poi recupererà con un rimborso spese. In questo articolo cercheremo di capire se il rimborso delle spese sostenute partecipa alla formazione del reddito imponibile su cui l’autonomo e il professionista pagano le tasse e quando, non concorre alla formazione di tale reddito.

Intanto partiamo con il dire che il rimborso spese è un pagamento che esula dalla parcella del professionista o dell’autonomo stabilito per la prestazione o il servizio. Si tratta, infatti, di un rimborso di costi che il lavoratore ha sostenuto per conto del cliente proprio per svolgere il lavoro affidatogli.

Quanti tipi di rimborso spese esistono?

Il rimborso spese può essere di due tipi. Da una parte troviamo quello per costi anticipati dal professionista, ovvero spese pagate di tasca propria nell’interesse del cliente o del committente. Dall’altra troviamo, invece, le spese che l’autonomo o il professionista sostengono per svolgere in modo adeguato il proprio incarico.

Il rimborso spese fa reddito nella maggior parte dei casi

I rimborsi spese che il professionista o l’autonomo riceve dal cliente per costi sostenuti per suo conto, rientrano a tutti gli effetti nel reddito da lavoro autonomo e a specificarlo è l’Agenzia delle Entrate. Si tratta, infatti, di un rimborso per spese che sono state sostenute per produrre il reddito in questione e proprio per questo motivo va considerato tra i redditi che concorrono alla formazione dell’imponibile su cui calcolare la tasse.

Il rimborso spese, quindi, per l’Agenzia delle Entrate rientra tra i redditi imponibili anche se si tratta di rimborsi per spese di trasporto, vitto, alloggio, spese documentate anticipate per il cliente e poi rimborsate.

Il rimborso forfetario

Per alcuni professionisti, poi, è previsto anche un rimborso forfetario per spese generali. Per gli avvocati, ad esempio, ammonta al 15% dell’onorario. Anche questo tipo di rimborso rientra nella base imponibile su cui calcolare le tasse.

Il rimborso spese non fa reddito per le spese vive

Esiste, però, una tipologia di rimborso spese che non rientra nel reddito imponibile. Si tratta dell’anticipo delle spese vive che il professionista o l’autonomo sostiene a nome del committente o per suo conto. In questo caso, però, il documento di spesa dovrà essere intestato al cliente stesso e questo significa che si tratta di spese che il professionista non potrà portare in deduzione dal proprio reddito.

Quando il cliente provvede a rimborsare le spese sostenute il professionista o l’autonomo dovranno, a loro volta, emettere un documento in cui verranno evidenziate le spese anticipate che non saranno soggette a ritenuta d’acconto ai fini Irpef e saranno esclude ai fini Iva.

Per il lavoratore dipendente il discorso è diverso

Affrontare l’argomento per i professionisti e lavoratori autonomi appare necessario perché la normativa, per quanto li riguarda, è profondamente diversa rispetto a quello che è previsto per i lavoratori dipendenti.

Il datore di lavoro, infatti, può aggiungere nella busta paga dei propri dipendenti rimborsi spese per trasferte o altre spese sostenute dal dipendente. Questi rimborsi, anche se forfettari, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e vi rientrano anche spese per viaggi, vitto, alloggio, trasporti, trasferte e indennità chilometriche.

Argomenti

Iscriviti a Money.it