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Una nuova riforma pensioni? Sulla Fornero finora solo pericolosi spot elettorali

lunedì 15 gennaio 2018, di Alessandro Cipolla

Una riforma delle pensioni che però questa volta volta sia “vera” e radicale. Questo è quello a cui l’Italia dovrà andare incontro se veramente la legge Fornero, così come promesso dalla Lega Nord e dal Movimento 5 Stelle in caso di vittoria, sarà cancellata.

Il problema però è che, oltre a un generico passaggio alla Quota 41 per tutti e un’età pensionabile che si fermerebbe a quella attuale, di questa ipotetica riforma delle pensioni che sarebbe necessaria se si vuole smantellare la Fornero ancora poco o nulla è stato detto. Una sorta di pericoloso salto del buio che potrebbe spingere l’Italia verso un disastroso buco di bilancio.

Una perenne riforma delle pensioni

Nell’ultimo anno probabilmente si è parlato in maniera impropria di riforma delle pensioni nel descrivere le trattative tra governo e sindacati in merito alla famigerata Fase 2. Alla fine infatti i provvedimenti che sono stati licenziati dal governo sono stati molto meno, causa ristrettezze di bilancio, di quelli paventati mesi fa.

Come sottolineato in un’intervista da Luciano Cecchin, uno dei responsabili del gruppo Facebook “41 X tutti lavoratori uniti”, in verità nell’ultima legge di Bilancio non è stata fatta alcuna riforma delle pensioni, ma soltanto degli accorgimenti utilizzando i pochi spiccioli rimasti in cassa.

Da quando a fine 2011 la riforma Fornero è diventata legge, è stato tutto un susseguirsi di salvaguardie e misure correttive come l’Ape Social oppure quella Volontaria. Una serie di toppe queste che comunque hanno prodotto un esborso non indifferente.

Come ammesso anche dalla stessa Elsa Fornero, la riforma sulle pensioni che porta il suo nome non è stata una legge perfetta. Le lacune sono apparse subito evidenti, ma bisogna anche considerare che questa venne emanata in fretta e furia e in una situazione molto delicata visto lo spread che galoppava.

Nonostante queste problematiche, ad oggi la nostra legge sulle pensioni è il miglior spot possibile all’estero quando si parla di stabilità economica del nostro paese. I risparmi già portati, oltre a quelli che arriveranno, sono una sorta di garanzia sulla tenuta del bilancio.

Il rovescio della medaglia sono però le tante difficoltà che si sono riversate sulle spalle dei lavoratori, esodati in primis. In campagna elettorale adesso tanto si parla di una cancellazione della legge. Senza però avere chiaro in mente come fare, i rischi per l’Italia sono altissimi.

Le pensioni e le elezioni

Essendo quella delle elezioni politiche del 4 marzo una campagna elettorale molto breve, tutti i partiti si stanno focalizzando su pochi punti programmatici per cercare di convincere un elettorato come quello italiano ancora molto confuso e indeciso.

Usare termini però come “la riforma Fornero va cancellata e basta”, non è segno di spessore politico visto anche che la legge in questione è uno dei pilastri sui quali si reggono le tremolanti casse statali.

L’attuale legge sulle pensioni può e deve essere migliorata, ma ridurre tutto il discorso a uno spot elettorale è un comportamento scellerato. Anche perché un colpo di spugna sulla Fornero metterebbe in moto un meccanismo molto pericoloso.

Per prima cosa andrebbero trovati i 20 miliardi extra che servirebbero a tappare il buco dei mancati risparmi. Considerando che nel 2019 l’Italia dovrà pagare le ultime cambiali da 12,4 miliardi delle clausole di salvaguardia innescate, si rischierebbe un grosso rosso di bilancio.

Un’eventualità del genere comporterebbe una possibile procedura di infrazione da parte di Bruxelles, quindi flessibilità addio, oltre che una perdita di credibilità nei mercati internazionali che sono quelli che acquistano i nostri titoli del debito per circa 400 miliardi l’anno.

Venendo meno quella stabilità che una legge come quella Fornero garantisce in termini di contenimento della spesa pubblica, soprattutto in un paese anziano come l’Italia, gli investitori stranieri potrebbero non fidarsi più nell’acquistare i nostri Titoli di Stato.

Sulle pensioni quindi non si può scherzare. Qualunque proposta di riforma che non venga correlata da un preciso e dettagliato piano di copertura finanziaria è da considerarsi un pericolosa e avventata, un rischio che l’Italia in questo momento non può permettersi.

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