Recovery Fund, Marcotti: “É peggio del MES, se non arriva tanto meglio”

Martino Grassi

26 Settembre 2020 - 08:30

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Secondo Giancarlo Marcotti, il direttore responsabile di Finanza in Chiaro, il Recovery Fund è una manovra peggiore del MES. Ecco perché.

Continua ad incalzare il dibattito sul Recovery Fund, il fondo europeo che dovrebbe permettere la ripartenza delle economie degli Stati membri dopo l’arresto subito durante la fase pandemica che ha colpito il vecchio continente e il mondo intero.

Questa manovra, fortemente voluta dal governo Conte, continua a non convincere Giancarlo Marcotti, il direttore responsabile di Finanza in Chiaro, che nel corso di un’intervista per Money.it, l’ha definita come una strategia addirittura peggiore rispetto al MES, il meccanismo salva Stati.

Il Recovery Fund è peggiore del MES, secondo Marcotti

Non ha dubbi Marcotti, “il Recovery Fund è la cosa più pericolosa che sia capitata al popolo italiano dal dopo guerra in poi”. Secondo il direttore di Finanza in Chiaro infatti questa manovra, non si discosta di molto dal MES, essendo due provvedimenti simili, ma ciò che la rende peggiore è il fatto che, con questa operazione, l’Italia chieda in prestito 209 miliardi di euro, anziché 36 come nel caso del MES. Infatti Marcotti spiega che:“Più ci indebitiamo in valuta straniera, perché ricordiamo che per noi l’euro è una valuta straniera, e più corriamo dei rischi”.

Qualora infatti questa manovra dovesse saltare, “bisogna fare i salti di gioia”, poiché affinché tutto nasca, precisa Marcotti, il nostro Paese dovrà prima versare 90 miliardi di euro, e “se mantengono le promesse” ne riceverà 209, di cui di fatto 175 miliardi saranno sotto forma di prestito, mentre quelli a “fondo perduto sono le briciole. In quella maniera ci mettiamo legati mani e piedi all’Europa.

Le tempistiche del Recovery Fund

Marcotti passa poi ad analizzare le tempistiche di questo provvedimento, sottolineando che “gli accordi erano che l’erogazione dei fondi avvenisse dopo che venivano accettati questi progetti”. In sostanza quindi, anche se vengono definiti come prestiti, il nostro Paese non sarebbe libero di spendere questo denaro nel modo in cui ritiene più opportuno, ma dovrebbe comunque ricevere l’approvazione dell’Europa, la quale a sua volta può concederci la liquidità oppure no.

L’Italia avrebbe dovuto presentare i progetti entro la prossima primavera, mentre i primi soldi sarebbero dovuti arrivare solamente verso la fine della prima metà del 2021. A causa dell’emergenza economica dovuta alla diffusione del coronavirus, il nostro Paese ha provato a chiedere un anticipo di questi fondi, ma senza la presentazione dei progetti questo non può avvenire. Marcotti conclude affermando che:

“I progetti di cui si parla in questo momento sono assolutamente generici e non specifici, per il momento si sta parlando del nulla. Con ogni probabilità è un accordo che non piace a gran parte degli stati europei. Quindi questo Recovery Fund io mi auguro che alla fine non vada in porto, ma per noi non sarebbe una cosa negativa, anzi sarebbe una cosa estremamente positiva”.

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