Fondata nel 2021, Newcleo ha raggiunto un fatturato di 50 milioni nel 2024 e punta a rivoluzionare il nucleare con reattori modulari innovativi e investimenti pubblici.
Fondata nel 2021 da Stefano Buono, ex ricercatore del CERN, Newcleo si è rapidamente affermata come una delle startup italiane più promettenti nel settore dell’energia nucleare di nuova generazione.
La giovane realtà punta a sviluppare reattori modulari di quarta generazione, i cosiddetti Small Modular Reactors (SMR), raffreddati a piombo liquido e con una potenza di circa 300 MW. Questi reattori utilizzano come combustibile il MOX (Mixed Oxide Fuel), ricavato dal riciclo delle scorie nucleari tradizionali, permettendo così di valorizzare i rifiuti radioattivi e ridurre drasticamente i rischi associati ai reattori tradizionali.
L’azienda ha scelto di investire fortemente in Italia, con un progetto da 28 milioni di euro per nuovi laboratori a Torino, inseriti in un piano più ampio da 3 miliardi di euro di investimenti europei entro il 2030. Il primo reattore dimostrativo è previsto in Francia entro il 2031, mentre in Italia sarà realizzato un impianto non nucleare per testare componenti e tecnologie.
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Newcleo: fatturato in crescita e partecipazione statale per il ritorno del nucleare in Italia
Nel 2024 Newcleo ha registrato un fatturato di 50 milioni di euro, confermandosi come uno degli attori più promettenti nell’innovazione energetica a livello europeo. Questo risultato è frutto di una strategia di crescita che combina ricerca, sviluppo e acquisizioni di aziende con competenze chiave nell’ingegneria nucleare, nella produzione e nella gestione dei rifiuti nucleari.
La startup ha raccolto oltre 537 milioni di euro in finanziamenti privati e ha in corso un piano di investimenti da 1 miliardo di euro, con 133 milioni destinati all’Italia tra il 2025 e il 2027. L’azienda impiega oggi più di 1.100 persone, di cui circa 400 in Italia.
Il governo italiano ha annunciato un investimento pubblico di 200 milioni di euro nella startup, che potrebbe portare lo Stato a detenere fino al 10% del capitale tramite strumenti come Invitalia e la newco nucleare partecipata da Enel, Leonardo e Ansaldo. Questo intervento rappresenta un segnale forte della volontà italiana di rientrare nella partita del nucleare civile dopo quasi quarant’anni di stop, puntando su tecnologie innovative e sostenibili.
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Espansione internazionale e collaborazioni
Il piano industriale di Newcleo prevede il completamento di un prototipo non nucleare denominato “Precursor” in Italia entro il 2026, che si aggiunge al primo reattore dimostrativo da 30 MWe in Francia entro il 2031 e il primo impianto commerciale da 200 MWe nel Regno Unito entro il 2033.
La startup ha inoltre stretto più di 100 partnership e collaborazioni industriali e accademiche, consolidando la propria posizione nella filiera europea del nucleare avanzato. Tra i partner industriali figurano gruppi come Danieli, Saipem, Maire e Fincantieri, mentre sul fronte della ricerca spicca la collaborazione con ENEA, che svolge un ruolo chiave nel centro di Brasimone. Ha anche acquisito società specializzate nella progettazione e produzione di componenti nucleari, rafforzando la filiera europea del nucleare avanzato.
Con sedi operative in Italia, Francia, Regno Unito, Svizzera e Slovacchia, l’azienda punta quindi a una continua espansione internazionale. Tra gli accordi strategici più rilevanti c’è quello con Emirates Nuclear Energy Company (ENEC), per sviluppare progetti nucleari innovativi in Europa e nella regione MENA.
Newcleo si candida così a diventare uno dei protagonisti principali nel mercato globale per le tecnologie SMR e AMR (Advanced Modular Reactors), che si stima possa superare i 100 miliardi di euro entro il 2050.
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