Quanto guadagna un Architetto: un confronto tra Italia ed Europa

Redazione Lavoro

05/09/2019

24/02/2021 - 17:05

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Quanto guadagna un Architetto? Ecco come cambia lo stipendio passando dal mercato del lavoro italiano a quello estero.

Quanto guadagna un Architetto: un confronto tra Italia ed Europa

Quanto guadagna un Architetto, questa la domanda che giustamente circola all’alba del test d’ingresso alla Facoltà di Architettura 2019. La risposta potrebbe non essere però quello ci si aspetta.

Oggi essere un architetto che si sposta nel mercato del lavoro italiano è decisamente più difficile e soprattutto meno remunerativo rispetto a qualche decennio fa. Anche gli architetti, da professionisti di un certo prestigio, sono finiti sbalzati nel calderone bollente della crisi economica.

A fare da contorno al crollo degli stipendi ci ha pensato poi il tracollo del mercato edilizio, il dilagare dei liberi professionisti e il costante aumento di neolaureati che va ben oltre le richieste effettive del mercato.

Conclusione? Le opportunità di lavoro diminuiscono ed entrare in mercato del lavoro saturo come quello italiano, diventa sempre più difficile.

Parlare di stipendi in ogni caso non è semplice, il guadagno di un architetto è soggetto a molte variabili che finiscono per influire sull’andamento del portafoglio.

Bisogna infatti distinguere tra chi lavora in proprio e chi lavora presso uno studio, così come tenere conto che la retribuzione cambia con l’aumento dell’esperienza.

Proviamo a fare chiarezza restituendo una panoramica degli stipendi che un architetto si può aspettare in base ai vari step di anzianità e alle diverse opzioni lavorative, facendo un confronto tra la situazione portafoglio in Italia e negli altri Paese d’Europa.

Quanto guadagna un architetto in Italia

Dopo aver completato il proprio percorso universitario e prima di sostenere l’Esame di Stato per l’iscrizione all’albo professionale, il giovane neolaureato ha la sua prima esperienza professionale all’interno di uno studio in cui svolge il tirocinio obbligatorio ai fini della partecipazione all’Esame. Il compenso per il tirocinio varia a seconda della Regione di impiego: in ogni caso, questo, non può essere inferiore ai 300€ mensili.

Una volta iscritti all’albo si comincia a lavorare come professionisti: secondo le statistiche, la retribuzione media per i primi 5 anni è di circa 850€ netti al mese, per poi salire a 1.300€ netti dopo aver maturato maggiore esperienza nel settore.

Ovviamente quello indicato è un valore medio: ci sono architetti, infatti, che riescono a guadagnare cifre più alte già nei primi anni di lavoro, ad esempio perché hanno il vantaggio di avere uno studio di famiglia già avviato.

Una cosa è certa, come confermato da diverse testimonianze di architetti junior e senior: i primi anni sono duri per la maggior parte dei professionisti, l’importante è mettersi alla prova, maturare esperienza e stringere più contatti possibili.

C’è da dire comunque che essere assunti dagli studi per gli architetti è molto difficile, ecco perché in molti decidono di intraprendere la carriera come liberi professionisti aprendo Partita Iva e stringendo delle collaborazioni - non tutelate da contratti - con degli studi.

In tal caso la retribuzione finale è persino più bassa di quella riconosciuta ad un architetto assunto direttamente dallo studio: buona parte del compenso percepito, infatti, se ne va con il pagamento delle tasse e per sostenere i costi della Partita Iva.

Il guadagno di un architetto libero professionista dipende ovviamente anche dal numero - e dalla tipologia - dei clienti dello studio; per chi ha una buona mole di lavoro mensile, ad esempio, si parla indicativamente di 3.000€, fino ad arrivare a 5.000€.

Queste cifre si abbassano notevolmente per chi non ha molti clienti: ecco perché prima di aprire uno studio da architetto - e farvi carico di tutte le spese annesse - consigliamo di farvi un’idea di quelli che potrebbero essere i vostri guadagni futuri in base ai potenziali clienti che potreste avere.

Stipendio degli architetti in Europa

Viste le difficoltà di lavorare come architetti in Italia, molti professionisti del settore decidono di tentare fortuna all’estero dove gli stipendi - ma in molti casi anche il costo della vita - sono più elevati.

Ad esempio, in molti decidono di trasferirsi nella vicina Svizzera, dove anche un semplice praticante può arrivare a guadagnare circa 2.000€ l’anno; una retribuzione che aumenta progressivamente con l’avanzare di carriera, visto che già alla prima esperienza un architetto iscritto all’albo arriva a guadagnare circa 55.000€ l’anno, per poi salire a 77.000€ una volta maturata maggiore esperienza nel settore.

Buoni i guadagni percepiti in Germania, anche se comunque inferiori a quelli svizzeri. Qui, infatti, si parte da uno stipendio base di 1.500€ (al quale vanno aggiunti eventuali premi) per poi salire fino a 3.500€ per un architetto professionista.

Ottima la retribuzione percepita dagli architetti a Londra, dove per una prima esperienza si va dai 20.000€ ai 28.000€ l’anno, per poi salire a 45.000€. È bene ricordare, però, che per poter lavorare a Londra bisogna chiedere la convalida del proprio titolo di studio presso l’Architects Registration Board.

Secondo i dati del Rapporto Cresme (l’ultimo risale al 2015) il reddito imponibile medio degli architetti italiani è stimato a 19.000€; un dato che posiziona il nostro Paese al 19° nella classifica europea (che ne conta 27 in totale).

Il motivo di questa disparità ve lo abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo: il rapporto professionisti-popolazione che in Italia è il più alto d’Europa. Nel 2015, infatti, il numero di architetti ogni 1.000 abitanti era pari a 2,5, mentre la media europea è di 0,96.

Insomma, troppi architetti a fronte di un mercato edilizio in crisi che ha portato ad una diminuzione degli incarichi: ecco perché essere un architetto non è più sinonimo di guadagno come lo era agli inizi del millennio.

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