Perché la Polonia sta per diventare il primo esercito di terra europeo?

Ilena D’Errico

7 Maggio 2023 - 19:11

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La Polonia sta per diventare il primo esercito di terra europeo, ecco perché e cosa sta succedendo.

Perché la Polonia sta per diventare il primo esercito di terra europeo?

La Polonia ha incredibilmente accelerato la modernizzazione militare del paese dopo l’invasione russa in Ucraina, impegnandosi celermente nel sostegno a Kiev e nell’aiuto ai profughi ucraini. Per il momento l’esercito polacco è il ventesimo più potente del mondo e si appresta a diventare il primo esercito di terra europeo. Sin dall’inizio della guerra, la Polonia ha infatti attivato campagne di reclutamento e istituito un nuovo servizio militare di un anno, su base volontaria e retribuito, oltre a incrementare le spese militari.

L’obbiettivo è raddoppiare il numero di soldati arruolati, arrivando a un totale di 300.000 unità entro il 2030, quasi il doppio dell’esercito tedesco, che però si basa su una popolazione altrettanto superiore numericamente. Nel 2021, l’esercito polacco contava 120.000 soldati e ad oggi è vicino alla soglia di 200.000, tanto che nel 2023 il 4% del Pil è stato impiegato per le forze armate (superando così gli altri paesi della Nato).

Al centro del programma di modernizzazione militare vi è poi la Pgz (Polska grupa zbrojeniowa, ossia Gruppo d’armamento polacco), che comprende una sessantina di aziende per la produzione di attrezzature e tecnologie per la difesa. Non solo, la Polonia sta provvedendo anche all’acquisto di attrezzature e mezzi militari, soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Corea del Sud e dalla Turchia.

Polonia, presto il primo esercito di terra europeo, ecco perché

La Polonia si appresta a diventare una super potenza militare, nel giro di dieci anni dovrebbe perfino superare la Gran Bretagna, secondo il quotidiano britannico Telegraph. Questa rapida crescita sta già cambiando gli equilibri internazionali, con la nazione che ha rapidamente acquisito un ruolo centrale nell’alleanza Nato.

Le origini dell’attivismo polacco sono ben più remote della guerra in Ucraina, che rappresenta la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Varsavia è sempre stata attenta alle mosse di Mosca e denuncia già da diversi anni l’imperalismo russo. Il governo polacco ha infatti assistito a molte forme di imposizione russa oltre a quelle subite sulla propria pelle, dalla Seconda guerra cecena, passando per l’invasione della Georgia fino all’annessione della Crimea.

Così, non appena è iniziato il conflitto la Polonia non ha esitato a schierarsi nettamente. Dal 24 febbraio 2022 l’esercito polacco è in prima linea nella difesa dell’Ucraina e nell’accoglienza dei profughi. La Polonia si è da subito contraddistinta tra le altre potenze atlantiche, impegnandosi con incredibile zelo e senza mai pensarci troppo su. Soprattutto riguardo all’invio di carri armati e jet a Zelensky, Varsavia ha mostrato fermezza e autorevolezza. “Non guarderemo l’Ucraina dissanguarsi”, così il primo ministro Morawiecki ha liquidato le esitazioni della Germania sull’invio di carri armati all’Ucraina.

Oltre al sostegno per l’Ucraina, che rappresenta il paese attaccato e alla difesa degli ideali democratici, la Polonia ha preso posizione in un contesto già particolarmente delicato. L’inimicizia con la Russia nasce molto presto, almeno dall’invasione sovietica del 1939 che lasciato non pochi strascichi nella nazione attuale. Con proseguire degli anni, i rapporti fra le due nazioni hanno continuato a essere tesi e conflittuali, tra accuse reciproche e contrasti ideologici ben radicati.

Non stupisce, quindi, che la Polonia abbia deciso di sostenere l’Ucraina, mostrandosi assolutamente coerente con il sentire storico. Nel 1991, infatti, è stata proprio la Polonia il primo paese che ha riconosciuto l’indipendenza ucraina. La nazione è poi un vero e proprio esempio mondiale di democrazia post-comunista, valore che i polacchi intendono difendere a tutti i costi. La difesa dell’Ucraina ha quindi un forte valore simbolico, perché “combatte per tutti noi” ha dichiarato il Presidente Duda.

Il sostegno polacco è invece ben oltre il simbolico, tanto che ben presto saranno sostituiti i mezzi della flotta di epoca sovietica con 32 caccia di quinta generazione. La stessa sorte tocca anche a sottomarini, elicotteri, sistemi di difesa aerea e sorveglianza. La Polonia è ben determinata a modernizzare e ottimizzare le capacità militari nazionali, ponendosi per la prima volta come il fulcro vitale dell’asse atlantico.

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