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Partite Iva 2017: novità maternità e malattia nel Jobs Act autonomi
giovedì 27 ottobre 2016, di
Partite Iva 2017: in arrivo novità per maternità e malattia.
Con l’esame al Senato del Jobs Act lavoro autonomo sono previste maggiori tutele per i lavoratori con partita Iva e, tra gli altri interventi del Ddl, spuntano novità a proposito di maternità, congedo parentale e malattia.
Il disegno di legge che mira ad aumentare i diritti degli autonomi a partita Iva non iscritti agli ordini professionali ha iniziato il percorso di discussione al Senato e introdurrà modifiche a sostegno della tutela della salute e del welfare degli autonomi.
Un mondo del lavoro più flessibile, non soltanto tutela di maternità e malattia: il Jobs Act del lavoro autonomo introduce importanti novità anche a garanzia dei lavoratori autonomi: obbligatorio il rispetto dei tempi di pagamento, entro 60 giorni, e la possibilità di detrarre i costi sostenuti per formazione e aggiornamento professionale.
Inoltre, è opportuno ricordarlo, a partire dal 2017 le Partite Iva potranno usufruire di una tassazione ad aliquota unica: è la flat tax Iri al 24%, che esonera gli autonomi dal pagamento Irpef a scaglioni.
Il popolo delle partite Iva è in attesa: si spera che con l’approvazione del Ddl lavoro autonomo che integrerà il Jobs Act, a partire dal 2017 cominci una nuova era di diritti anche per i lavoratori freelance.
Ma cosa cambia per la tutela della genitorialità e in caso di malattia? Nel testo sono inserite novità proprio a sostegno di maternità e paternità e, inoltre, sono state inserite importanti misure anche per la tutela del diritto alla salute.
Ecco come cambiano i diritti delle partite Iva 2017 e quali le novità su maternità e malattia.
Partite Iva 2017: nuove regole per maternità e malattia. Ecco cosa cambia
Importanti novità per le partite Iva 2017 in materia di maternità e malattia. Sul fronte delle politiche sociali il Jobs Act autonomi in discussione al Senato mira a tutelare e ad estendere i diritti dei lavoratori freelances.
In caso di malattia, gravidanza o infortunio che impedisca il normale svolgimento della professione per più di 60 giorni, si potrà sospendere il versamento degli oneri previdenziali per tutta la durata della malattia, ma per un massimo di 2 anni.
Con la sospensione non sarà perso il periodo contributivo: il titolare di partita Iva potrà successivamente chiedere il pagamento dei contributi non versati al termine del periodo di malattia e riscattare i mesi o gli anni di mancato pagamento.
Cosa cambia invece per la maternità? Le lavoratrici freelance con partita Iva riceveranno l’indennità di maternità anche in caso di non sospensione del periodo di lavoro.
Novità anche per quel che riguarda il congedo parentale: dal 2017 sarà esteso da 3 a 6 mesi e fino al compimento dei tre anni di vita del bambino, anche ai padri.
Vediamo nel dettaglio tutte le novità per le partite Iva 2017 e cosa cambia con il Jobs act lavoro autonomo per i diritti di maternità e malattia dei lavoratori autonomi.
Partite Iva 2017: le novità in materia di maternità e congedo parentale
Se il testo del Ddl Lavoro autonomo sarà confermato, le neomamme iscritte alla gestione separata Inps avranno diritto all’assegno di maternità, calcolato per ciascuna giornata del periodo in misura pari al 30% del reddito di lavoro, a condizione che risultino accreditate almeno 3 mensilità di contribuzione nei 12 mesi precedenti.
Il diritto all’assegno di maternità per le partite Iva 2017 durerà per i 5 mesi di aspettativa anche per le lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps.
Cosa cambia?
Attualmente per le lavoratrici a partita Iva vigono delle sostanziali differenze. Le libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps hanno diritto all’indennità soltanto in caso di effettiva astensione dall’attività lavorativa. Mentre, per le autonome artigiane e commercianti e per le libere professioniste iscritte agli albi professionali è prevista l’erogazione dell’assegno di maternità indipendentemente dall’astensione dal lavoro.
Con il Jobs Act dei lavoratori autonomi, già rinominato dai media Jobs Act partite Iva, le categorie verrebbero equiparate e, quindi, non sarebbe più obbligatorio per le autonome freelances astenersi dall’attività lavorativa per aver diritto all’assegno di maternità.
Con una modifica al ddl al T.u. maternità (il dlgs n. 151/2001) la maternità obbligatoria di cinque mesi diventerà così un diritto di tutte le madri lavoratrici senza alcuna distinzione.
Le novità del Ddl riguardano anche il congedo parentale: per le lavoratrici autonome si passerà da 3 a 6 mesi, con l’estensione anche ai padri. Inoltre, si potrà usufruire del congedo entro i 3 anni di età del bambino, mentre fino ad oggi il limite è di 1 anno.
Partite Iva 2017: le novità in caso di malattia
Il Jobs Act del lavoro autonomo introduce novità non soltanto in materia di congedo parentale e di maternità.
L’estensione dei diritti e l’attenzione al welfare sociale per i lavoratori autonomi a partita Iva prevede che, in caso di malattia o di infortunio che comprometta l’attività lavorativa per un periodo maggiore ai 60 giorni lavorativi, si potrà godere del diritto all’astensione dal lavoro e alla sospensione dal pagamento dei contributi previdenziali.
La sospensione dal pagamento dei contributi alla gestione separata potrà durare per un massimo di 2 anni, ma non comporterà la perdita del periodo contributivo. Infatti, il lavoratore potrà decidere di pagare successivamente i contributi Inps non versati.
Insomma, nel caso di malattia e infortuni invalidanti non sarà obbligatorio per le partite Iva pagare i contributi alla gestione separata Inps e, in seguito, si potrà scegliere di riscattare il periodo di mancato versamento.
Si prevede, ancora, nei confronti dei lavoratori iscritti alla gestione separata che i periodi di malattia, certificata come conseguente a trattamenti terapeutici di malattie oncologiche, o di gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti o che comunque comportino una inabilità lavorativa temporanea del 100%, sono equiparati alla degenza ospedaliera
Tutte le tutele in analisi sono estese anche ai contratti d’opera, ovvero i rapporti derivanti dai contratti con cui il lavoratore si impegna a compiere, a fronte di un corrispettivo, un servizio senza vincolo di subordinazione.