Oltre metà degli investitori aumenterà la propensione al rischio nel 2020

Mattia Prando

2 Novembre 2019 - 08:55

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Secondo l’Investor Sentimeter di NN Investment Partners, il 57% degli investitori si assumerà più rischi nel prossimo anno. Ciò potrebbe essere dovuto ad una mancanza di strategia alternativa

Oltre metà degli investitori aumenterà la propensione al rischio nel 2020

Nonostante le numerose incertezze presenti sui mercati, l’Investor Sentimeter di NN Investor Partners evidenzia come il 57% degli investitori prevede di incrementare la propensione al rischio nel prossimo anno. Di questi, un 14% prevede un incremento definito “significativo”. Il restante 19% invece si attende di diminuire il suo appetito al rischio.

Secondo un report pubblicato da NN Investor Partners, il 51% degli investitori ha dichiarato di voler far crescere la propria allocazione nell’azionario. Le altre classi di investimento dove si prevede di investire sono: fixed income e real estate con il 38%, i fondi hedge con il 30% e le materie prime e private equity con il 27%.

Per Ewout van Schaick, Head of Multi Asset di NN Investment Partners, ciò potrebbe essere dovuto ad una mancanza di strategia alternativa: in questo senso, si deve pensare come i titoli di Stato abbiano rendimenti prossimi o sotto lo zero, mentre i differenziali sulle obbligazioni societarie più sicure non siano più molto elevati.

Per raggiungere i loro obiettivi quindi, l’unica strada percorribile dagli operatori è quella di incrementare la loro esposizione sugli asset rischiosi: “poiché la maggior parte delle obbligazioni societarie ha attualmente solo modeste allocazioni in azioni, possiamo aspettarci flussi più consistenti verso questa asset class”, sostiene l’esperto.

Opinioni contrastanti sulla crescita globale

L’indagine di NN IP evidenzia anche come le prospettive degli investitori sulla crescita globale siano contrastanti: il 26% degli operatori si attende infatti un’accelerazione dell’economia nel 2020, mentre il 39% si attende un rallentamento.

Van Schaick asserisce che le opinioni sono divise in quanto le prospettive sono “piuttosto binarie”. Tutto dipende in gran parte dall’incertezza politica e dall’efficacia degli stimoli politici stessi.

“Finora le banche centrali sono state in grado di limitare l’impatto di questa crescita più lenta sui mercati, ma l’efficacia della politica monetaria sta diminuendo e un ulteriore allentamento monetario potrebbe addirittura danneggiare l’economia”.

Per l’Head of Multi Asset di NN Investment Partners, un maggiore allentamento fiscale, una politica monetaria più flessibile e il sostegno politico saranno gli ingredienti che potranno frenare la contrazione dell’economia.

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